di Silvana LAZZARINO
L’esposizione a cura di Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni riunisce 140 opere di grandi interpreti dell’arte del ‘900 e di oggi da Paul Klee a Anselm Kiefer
Per la sua capacità di comunicare in modo diretto e senza filtri arrivando universalmente all’uomo, l’arte ha il potere di riflettere attraverso i suoi linguaggi -che spaziano dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla vidoearte e alla performance- le diverse sfumature legate alle emozioni tra luci ed ombre, queste ultime spesso nascoste nei luoghi più insondabili e silenti della mente. Nel rendere visibile l’invisibile l’arte permette alla voce mutevole degli stati d’animo di risuonare e riemergere facendo riaffiorare paura e smarrimento, speranze e attese.
Diversi sono gli artisti che attraverso opere di grande impatto visivo e forza evocativa hanno fatto parlare attraverso segni, colori e forme quei lati enigmatici e oscuri che abitano e agitano l’uomo nel suo relazionarsi con sé e l’esterno.
Di inquietudine e smarrimento, di tormento e ossessione, di inconsapevolezza e annichilimento tratta la mostra “L’Arte Inquieta. L’urgenza della creazione Paesaggi interiori, mappe, volti: 140 opere da Paul Klee ad Anselm Kiefer” che ha aperto a Reggio Emilia negli spazi di Palazzo Magnani il 18 novembre 2022, dove resterà visibile fino al 12 marzo 2023.
Il visitatore è invitato a percorrere un viaggio nei territori dello spirito o meglio della bruciante vitalità degli artisti alla ricerca della loro inquietante identità tra sguardi sulla storia e l’esplorazione di paesaggi interiori espressi e manifestati grazie alla capacità degli stessi di proiettare nell’opera la materia mutevole e spesso incompressibile degli stati d’animo, di quel mondo enigmatico di cui molto ancora sfugge.
Curata da Giorgio Bedoni psichiatra e docente all’Accademia di Brera di Milano, Johann Feilacher, direttore del Museo Guggin di Vienna e Claudio Spadoni noto storico dell’arte, l’esposizione propone 140 opere dei più grandi interpreti dell’arte del Novecento e di oggi: da Paul Klee, Max Ernst, Alberto Giacometti, Jean Dubuffet a Hans Hartung e Anselm Kiefer, da Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, Cesare Zavattini a Maria Lai, Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Carla Accardi, artisti che si sono soffermati sulla realtà interiore e il mondo per esternare quell’urgenza espressiva con cui far emergere gli infiniti volti ed espressioni dell’identità umana.
Accanto a capolavori di grandi interpreti, anche dell’art brut visionaria e dai linguaggi inediti internazionale e italiana, per la prima volta vengono esposte le creazioni provenienti dagli Archivi del San Lazzaro, del Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia, oggi una tra le maggiori collezioni nel campo in Europa.
Opere di quei “mondi esclusi” di quello che fu il “Manicomio” di Reggio Emilia e che oggi sono considerate un prezioso e necessario archivio dell’immaginario che in questo percorso espositivo offre una sorta di dialogo tra gli universi interiori rappresentati.
Pensato per stanze tematiche il percorso della mostra in cui viene indagata la bruciante vitalità che caratterizza questi artisti e il bisogno di capire chi siano e cosa li agiti, mette a confronto gli autori stessi e le opere per affinità di generi e linguaggi in un percorso che guarda a quell’aspetto oscuro e incomprensibile, ma che abita silenzioso nei paesaggi dell’anima. Come afferma di Asger Jorn
“L’arte deve comunicare, lanciare dei messaggi, servendosi di espressioni forti, barbare, violente, vandaliche. L’arte non è un’immagine piatta, levigata e lucida, che gli acidi emozionali non possano attaccare. Al contrario l’arte graffia e disturba, è stridore, imperfezione e invenzione. Per questo bisogna opporsi al razionalismo che vuole invadere dei territori che non gli appartengono, i territori dell’immaginario”
Sono quelle dell’immaginario, rappresentazioni legate al respiro della mente inquieta, dove si intrecciano pensieri segreti e talora mai espressi: lo spettatore è immerso nello scenario visivo ed emotivo di capolavori della scena del Novecento e dell’oggi, dove si passa dall’abisso della paura all’abbandono, dall’ossessione alla rabbia che divora dentro, fino alla dispersione che rende fuori e distaccati da ogni contatto interno ed esterno. Tutte queste forme e moti dell’anima esulano da ogni logica per affermarsi improvvise e libere come inaspettati lampi a squarciare l’orizzonte sereno.
Se nella prima sezione “Volto metamorfico” viene affrontato il ritratto del sé che indaga il proprio essere più intimo, oltre la reale fisiognomica, avvalendosi di colori e somiglianze altre, nella seconda sezione “Serialità, Ossessioni, Monologhi interiori” viene dato risalto al motivo dello sdoppiamento: l’identità dell’autore diventa doppia, per poi moltiplicarsi, fino a diventare paesaggio, interiore e labirintico. Nella sezione dedicata alle “Cartografie, Mappe e Mondi visionari” sono presenti opere in cui la cartografia artistica del Novecento e dell’età contemporanea rende visibile un repertorio di ideologie, di visioni del mondo, di concezioni spaziali nati da bisogni d’espressione radicati in mitologie private e in riti collettivi.
Ad accompagnare la durata dell’esposizione sono diverse attività collaterali tra visite guidate, lezioni, conferenze, attività formative e didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, e poi corsi di aggiornamento per insegnanti, eventi esclusivi e a porte chiuse per aziende, progetti speciali per soggetti con fragilità, – realizzate in collaborazione con importanti istituzioni.
Partendo dalla convinzione che l’arte generi benessere essa deve rivolgersi ad ogni tipo di pubblico poiché riveste un ruolo fondamentale nella costruzione e nello sviluppo di una solida identità individuale e sociale.
La mostra intende essere l’espressione di un progetto sociale cui la Fondazione Palazzo Magnani ha dato vita insieme alla città di Reggio Emilia. Attraverso attività culturali, eventi e appuntamenti nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune di Reggio Emilia, Fondazione Palazzo Magnani e Farmacie Comunali Riunite, vi è l’intento di portare le istituzioni cittadine a dialogare per riflettere insieme sul tema dell’identità sociale, educativa e culturale della città partendo dalle domande che con urgenza emergono dai contesti più fragili e inattesi.
Citiamo le parole di Vittore Grubicy de Dragon:
“Un quadro non è un’opera d’arte se non riflette come uno specchio l’emozione psicologica provata dall’artista davanti alla natura o davanti al proprio sogno”.
L’arte nel suo portare avanti valori di condivisione, accoglienza e inclusione, è diventata non solo strumento per aiutar e sostenere le fasce più fragili intervenendo in campagne legate ad attività solidali e di volontariato, ma in questi ultimi anni ha permesso di accompagnare le persone durante percorsi di crescita personale e in attività di sostegno e recupero rivolte a individui con disabilità o con disagio psicosociale.
Silvana LAZZARINO Roma 20 Novembre 2022
L’Arte Inquieta. L’urgenza della creazione
Paesaggi interiori, mappe, volti: 140 opere da Paul Klee ad Anselm Kiefer
a cura di Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni
Reggio Emilia, Palazzo Magnani, dal 18 novembre 2022 al 12 marzo 2023