L’ansia sociale del post-pandemia: “L’uomo-edificio”, una esposizione in 3D del coreano Joonhong Min

di Silvana LAZZARINO

Alla Virtual Gallery della Dantebus, l’esposizione è visitabile online dallo scorso 27 febbraio. L’artista racconta della solitudine dell’uomo contemporaneo attraverso rappresentazioni di soggetti che al posto dei volti presentano edifici

 La tecnologia, il digitale sempre più sono entrati a far parte del linguaggio dell’arte a cominciare dalle videoinstallazioni alle performance audio-video così da approdare a rinnovate forme di interazione tra immagini, suoni e parole. Sono questi linguaggi in costante relazione ad accompagnare verso un nuovo ascolto emozionale con cui raccontare contesti legati al tessuto umano e sociale, ma anche l’ambiente nel suo scenario in continuo divenire, per mettere in luce fallimenti e rivincite, paure e speranze ridando fiducia all’uomo nel recupero di quel rispetto per sé e gli altri, compreso ogni spazio a lui intorno.

Utopian Complex09

A proposito di tecnologia la Dantebus che già dal 2016 aveva lanciato il suo social per artisti (scrittori e poeti – fotografi – pittori – fumettisti – artisti digitali) innovativo, senza barriere e made in Italy, con la Galleria virtuale che si affida alla tecnologia 3D  offrire ai visitatori un ambiente immersivo composto da stimolazioni visive e uditive atto a far vivere percorsi d’arte virtuali. Ad affiancare la Galleria Virtuale è la Casa Editrice Dantebus, nata nel 2018 e prima casa editrice ad essere nata da un social network per artisti.  Essa unisce editoria tradizionale di qualità (i libri vengono realizzati con carta di pregio e rilegatura a filo refe) a sviluppo tecnologico (App personalizzata per ogni artista, Galleria Virtuale 3D, Sito Personalizzato all’avanguardia, videopoesia).

Consternation Fashion Style

In veste fashon la Dantebus ha programmato e messo in rete un’esposizione 3D dedicata all’artista coreano Joonhong Min il quale si sofferma sull’ansia sociale del post-pandemia, visibile e fruibile online dallo scorso 27 febbraio 2023. In questa esposizione egli ritrae edifici al posto dei volti dei soggetti, per trasmettere il peso legato all’isolamento e alla difficoltà a comunicare dell’individuo nella società contemporanea, Non a caso le opere dell’artista con protagoniste rappresentazioni dell’uomo-edificio sono simbolo della pandemia e del post-pandemia nel loro far riferimento a quella forzata distanza sociale che si è stati costretti a vivere nel periodo del Covid-19.

Centrando il proprio lavoro tra disegno e scultura Joonhong Min, che di base vive a Londra e ha studiato alla Slade School of Art, una delle principali istituzioni d’arte nel Regno Unito con interesse nel promuovere l’arte sperimentale orientata, si è soffermato in particolare su tematiche riferite al successo e all’avidità presenti sempre più nell’uomo alla ricerca di notorietà e in competizione specie nelle grandi città. Senso di vuoto, mancanza di contatto e di condivisione si avvertono in diverse sue installazioni tridimensionali in cui è restituita un’idea alterata di come viene vissuto l’ambiente della città, anche per l’utilizzo di materiale recuperato dalle strade e poi riassemblato come carta da imballaggio e materiali da costruzione inutilizzati precedentemente. Le architetture degli edifici che variano a seconda della disposizione delle linee sulla superficie piana, restituiscono un’ambiente ansioso e quasi superficiale quale quello che si respira in diversi contesti specie cittadini dove tutto è troppo ingabbiato entro meccanismi in cui vi è poco ascolto per il lato umano per quello che è il sentire di ciascun individuo da riconsiderare sì nella propria unicità, ma entro una visione di complementarità con gli altri. Ascolto che diventa unico e vero segno di distinzione con cui però si può interagire e creare condivisione.

Nell’esposizione gli edifici che sono rappresentati al posto della testa dei soggetti ritratti, alludono all’anonimato, alla perdita d’identità. Queste le parole dell’artista:

“Per la realizzazione delle mie opere, ho tratto ispirazione dall’ambiente urbano e da arredamenti di lusso” . 

Consternation Fashion Style (2023) è una serie di dipinti raffiguranti individui privati della propria identità, con indosso abiti dai colori accesi che richiamano le grafiche pubblicitarie presenti nelle grandi città.  Le figure esprimono il senso di ansia e pressione sociale derivato dal Covid che l’artista ha provato nel tornare alla vita “normale” dopo la quarantena. A proposito della scelta dei soggetti, l’artista così ha commentato:

“Ho utilizzato figure umane ambigue in termini di sesso ed età, per rappresentare un individuo anonimo. La scelta di utilizzare la vernice acrilica per questi disegni è legata all’esigenza di esprimere il mio stato d’animo generato dalla vita in città. Gli edifici montati sulle teste dei protagonisti delle opere esprimono la condizione attuale dell’uomo nelle grandi metropoli”.
Consternation Fashion Style

Nella serie Utopian Complex (2021) l’uomo-edificio di Min viene spogliato completamente di tutti i suoi abiti. Le figure sono protagoniste di scene di vita quotidiana che esprimono la disarmante routine di tutti i giorni e i problemi della società contemporanea. Tra gli elementi impiegati rientrano i materiali da imballaggio e da costruzione inutilizzati, per rievocare stanze e città dai colori vividi. Il soggetto di Min è un individuo che si isola e viene isolato da una società contemporanea competitiva.

La partecipazione a numerose mostre nazionali e internazionali sia personali, sia collettive gli ha permesso di riscuotere gande interesse non solo di pubblico, ma anche da parte della critica, tale da ricevere premi e riconoscimenti tra cui il premio Jerwood Drawinge e Art Council Korea Funding Program for International Residency Program. Tra le mostre personali accanto a Urban Camouflage / The Stone Space – London, Regno Unito del 2018 e Collapsed Capital / The Bernhardts Art Gallery – Berlin, Germania del 2020, sono Future’s Present / Space – London, Regno Unito del 2017 e Embellishing Ephemerality / The Flying Dutchman Play Space Gallery – London, Regno Unito del 2017.

La mostra di Min viene trasmessa anche nel centro di Roma sugli schermi della Galleria Dantebus Margutta, un contesto espositivo situato in Via Margutta, 38 una delle strade d’arte più storiche ed importanti al mondo. La Galleria Dantebus Margutta e Dantebus edizioni nascono da un social network per artisti che ad oggi conta oltre 100.000 iscritti tra pittori, scrittori, fotografi, fumettisti ed artisti digitali.

“La Virtual Gallery che ospita le opere è un nuovo concept Dantebus di Galleria 3D, un modello che ha le sue radici in un preciso progetto di unione tra arte e tecnologia concepito da Andrea Rosario Fusco, Ceo di Dantebus, ben prima della pandemia. Alla base della virtualgallery vi è tutto il lavoro di un team di esperti, tra videomaker, grafici, programmatori, montatori e sviluppatori, che ha reso possibile questo percorso tridimensionale ed estremamente realistico. L’osservatore visitatore attraverso l’uso della tecnologia 3D e della musica immersiva è accompagnato nella Virtual Gallery lungo un suggestivo viaggio tra le opere d’arte. Il formato video online su YouTube permette all’utente di fruire della mostra con i propri tempi e ogni volta che lo desidera. Dantebus coniuga tecnologia/virtuale (social per artisti, app personalizzate per artisti, videopoesia, Virtual Gallery) ad un contesto reale e fisico di prestigio.”.

Con l’attenzione al dettaglio, alla cura delle luci, alla professionalità dei commessi, all’amore per il colore che impregna le pareti e all’originalità dell’arredamento, la Galleria Dantebus Margutta nel centro di Roma rappresenta una vera e propria vetrina su strada, dal fascino antico, che restituisce nuova suggestione  alle vie dei sensi: dai profumi al sapore, dalla vista alla presenza tattile, ad accogliere la “vera bellezza” tra sensazione e percezione. Essa è anche una libreria/art book e in qualche modo un’opera d’arte.

Silvana LAZZARINO  Roma 26 Marzo 2023

L’uomo-edificio

 del coreano Joonhong Min

Virtual Gallery realizzata da Dantebus

visibile anche sugli schermi presso la Galleria Dantebus Margutta

Via Margutta, 38 – Roma