L’arte africana si racconta. Statue, maschere e antichi feticci in dialogo con gli artisti di oggi

di Raffaella TIONE

ARTE AFRICANA DAL TRADIZIONALE AL CONTEMPORANEO al M.A.C.I.S.T. Museum di Biella, dal 16 settembre 2017 al 29 ottobre 2017

a cura di Anna Alberghina e Bruno Albertino

Fin dall’antichità la malattia è stata considerata conseguenza di uno squilibrio dello spirito e della mente ed è innegabile che l’arte sia ormai universalmente reputata utile alla cura dell’anima: quale luogo sarebbe dunque più appropriato, per ospitare una mostra sulla spiritualità dell’arte africana, del  Museo d’Arte Contemporanea Internazionale Senza Tendenze di Biella? L’ente, nato grazie all’iniziativa del maestro Omar Ronda e alla sensibilità di alcuni collezionisti e artisti di fama internazionale, che hanno messo a disposizione o donato le proprie opere per sostenere le attività di prevenzione, cura e ricerca dei tumori della Fondazione Edo ed Elvo Tempia, è impegnato da ben 36 anni in quest’opera meritoria, alla quale si associa la promozione dell’arte e della cultura sul territorio biellese. Per questo motivo il MACIST – essendo stato realizzato a beneficio di un ente morale di eccellenza sul territorio – si definisce come museo “etico e democratico”.

La mostra Arte Africana – Dal tradizionale al contemporaneo, che presenta una quarantina di sculture di arte antica tradizionale africana e una quindicina di pitture su tela di alcuni dei maggiori artisti africani contemporanei, intende creare un dialogo fra enigmatiche sculture lignee ascrivibili al periodo tra Ottocento e Novecento e opere di arte africana contemporanea. L’esposizione illustra i grandi temi dell’arte africana, in un sottile equilibrio tra l’aspetto estetico-formale e quello etnografico. Le sculture di arte tradizionale africana antica sono parte della ricca collezione dei curatori della mostra: Anna Alberghina e Bruno Albertino, medici torinesi, esploratori e viaggiatori del continente africano, collezionisti e appassionati conoscitori del genere. Gli artisti africani contemporanei rappresentati sono originari dall’Africa Orientale, in particolare della Tanzania e del Kenya: George Lilanga, Omari Saidi Adam, Mustafa Yusufu, Issa Saidi Mitole, Maurus Michael Malikita, Rubuni Rashidi, Hasani Thabiti Mchisa, Mohamed Charinda, Cartoon Joseph.

George Liganga. La città lo ha lasciato a bocca aperta (acrilico su tela, cm 60 x 60)

Si tratta di una piccola ma interessante selezione di un vivace movimento artistico in continua espansione, in un dialogo immaginario ricco di corrispondenze con le eleganti maschere, le statue di eroi e divinità, gli affascinanti feticci della collezione. La produzione plastica e scultorea dell’Africa a sud del Sahara è espressione d’innumerevoli culture, etnie e tradizioni religiose; l’arte tradizionale africana ha trovato, nell’accordo profondo tra percezione universale e realizzazione particolare, la sua sublimazione in una visione estetico – formale, caratterizzata dalla percezione immediata dello spazio. Infatti è nella ricerca di un’adeguata e corrispondente rappresentazione del trascendente nella realtà che si concretizzano le sculture africane. La maschera, espressione più nota ed apprezzata dell’arte tradizionale africana, esprime, nella sua fissità, l’estasi immobile del volto, liberata da ogni contestualizzazione e condizionamento. Così la scultura diventa il supporto della forza vitale (Nyama), mentre lo stile esprime una visione comune a tutte le tribù della realtà sovrasensibile, filtrata attraverso la personalità dell’artista.

Figura di antenato Hemba. Repubblica democratica del Congo

Risulta evidente che il concetto di “arte per l’arte” non è contemplato in queste forme espressive tradizionali, in cui la scultura assolve un compito magico – religioso prestabilito e le maschere, in particolare, sono strumenti per stabilire un contatto con le forze dell’aldilà, delle quali gli antenati sono intermediari fondamentali; l’artista non è considerato dunque un creatore, ma un semplice esecutore o tramite e pertanto rimane anonimo. L’Arte contemporanea africana comincia a prendere forma in Europa tra gli anni venti e gli anni cinquanta, in primo luogo con artisti nati e formati in Africa e successivamente emigrati in occidente, la cui visibilità cresce attraverso il moltiplicarsi di congressi, festival, mostre, esposizioni ed eventi. Con gli anni novanta, grazie al contributo dei nuovi curatori, delle biennali africane e dei nuovi centri propulsori africani come Dakar (che ospita ormai dal 1992 Dak’Art – Biennale de l’Art Africain Contemporain), Jhohannesburg, Bamako, Cotonou, l’artista contemporaneo africano, indigeno o protagonista della diaspora, si è trasformato in soggetto narrante, sottraendosi alle narrazioni “altre” o occidentali e rifiutando le etichette di “tribale” o incontaminato. L’ispirazione dell’arte africana contemporanea non può prescindere da un’operazione di ricostruzione e rinnovamento profondo dello sguardo attraverso cui è stata percepita e raccontata dalla visione occidentale. Ancora nel 1989, l’esposizione Le Magiciens de la Terre al Centro Pompidou di Parigi, a cura di Jean-Hubert Martin, nonostante sia la mostra più citata, applaudita, criticata dagli africanisti – rappresentando una pietra miliare per la conoscenza dell’arte degli altri mondi e, in particolare, dell’arte africana, con le sue opere di più di cento artisti da tutto il mondo, tra cui numerosi africani – presentava al pubblico una visione molto tradizionale dell’arte africana, nella sostanza ancora pienamente nel solco del primitivismo. La mostra ebbe però il merito di dare un impulso alla realizzazione di sempre più frequenti esposizioni e mostre di arte contemporanea africana in Africa, in Europa e poi in tutto l’Occidente.

Figura di antenato Buyu (part.) Repubblica democratica del Congo

Oggi opere di arte contemporanea africana sono esposte nelle maggiori collezioni permanenti dei grandi musei occidentali, come il MoMa di New York, la Tate Gallery di Londra e il Centre Pompidou di Parigi.

Il momento attuale vede un mercato dall’arte internazionale quanto mai interessato e affascinato dall’arte africana contemporanea. La prima asta di Modern and Contemporary African Art di Sotheby’s si è conclusa il 16 maggio scorso. Anche in Italia, negli ultimi mesi, si sono susseguite due interessanti esposizioni, una negli spazi di FM Centro per l’Arte Contemporanea di Milano, dal titolo Il Cacciatore Bianco. Memorie e rappresentazioni africane, a cura di Marco Scotini, terminata il 3 giugno 2017 e l’altra al PAC di Milano, dal titolo AFRICA. Raccontare un mondo, a cura di Adelina von Fürstenberg, conclusasi l’11 Settembre 2017.

di Raffaella TIONE

Arte Africana. Dal tradizionale al contemporaneo”, visitabile gratuitamente nelle sale del M.A.C.I.S.T. Museum di Biella, via Costa di Riva 11/A -13900 Biella 16 settembre – 29 ottobre 2017

www.macist.it; info@macist.it;