di Franco LUCCICHENTI
Arte e Gravitazione Universale
Giorni fa ho visto al teatro dell’Opera di Roma il Lago dei Cigni di Tchaikovskij. Spettacolo straordinario. Il corpo di ballo disegnava sul palcoscenico geometrie ellittiche, iperboliche, non lineari. Nell’ aria i movimenti, armonizzati alla composizione musicale, delle braccia e di tutto il corpo sembravano svincolarsi dalla forza di gravità come per aiutare i protagonisti del balletto a prendere il volo. Tutto faceva pensare che il ballo avesse per magia annullato il peso. Inutile dire che la musica, ignorando la legge di gravitazione si espandeva anche verso l’alto dove la cupola dell’edificio raccoglieva il suono. Gli spettatori fermi, seduti, prigionieri della forza di gravità e delle poltrone del teatro ammiravano stupiti il “miracolo” rappresentato sul palco.
Andiamo indietro nel tempo.
Una meravigliosa statua di pesantissimo marmo pario scolpita nel secondo secolo a.c. per celebrare la vittoria della lega delio-attica nella battaglia dell’Eurimedonte sembra, con le sue ali dischiuse, appena atterrata sulla sommità della scala Daru al Louvre. O forse sta per spiccare il volo? E’ ferma e immobile ma la “forma” creata dallo scultore ellenistico fa pensare a sentieri celesti aperti alla Nike che appare come pronta a volare
Anche in questo caso l’Arte esorcizza i limiti imposti dalla forza di gravitazione
e sostanzia il sogno dell’uomo di liberarsi dai vincoli della terra dove vive. Pittura e scultura hanno spesso rappresentato angeli volanti, santi tra le nuvole, messaggeri degli dei venuti dal cielo, il sogno pericoloso di Dedalo e Icaro ignorando i limiti imposti dalla legge di gravità che ci costringe a vivere con i piedi per terra. Arte sacra e arte laica cercano entrambe le vie del cielo.
Almeno dal diciannovesimo secolo la tecnica, da Montgolfier ai razzi Saturno, ha permesso di esaudire il sogno di conquistare lo spazio per lo più con enorme consumo di energia. Sempre la tecnica, in architettura, ha consentito la costruzione di grattacieli di altezza impensabile fino a qualche decennio fa.
Viviamo su un crinale dello spazio deformato dalla Terra dove abitiamo.
Il peso delle cose e di noi stessi è vissuto spesso dall’uomo come un vincolo non solo fisico ma anche mentale. La coscienza emersa dalla complessità del cervello cerca da sempre di trascendere la condizione imposta dalla sua stessa base materiale per poter accedere, se esistono, a dimensioni metafisiche dell’essere. Gli strumenti disponibili rimangono le Arti, la Scienza, la Filosofia, i Sogni.
Franco LUCCICHENTI Roma Gennaio 2019