redazione
Si è svolta lo scorso Sabato all’Oratorio dell’antica Chiesa romana di Sant’Eligio de’ Ferrari la cerimonia di benedizione della pala d’altare raffigurante Madonna col Bambino (detta la Madonna de’ Ferrari) che l’artista Maurizio Meldolesi ha donato alla Confraternita diretta dal dott. Giovanni Danna, in sostituzione di un Crocifsso ligneo ottocentesco che rischiava di staccarsi dalla parete e che a sua volta sostituiva una Madonna col Bambino settecentesca. L’artista Meldolesi (in foto) è noto per essere tra gli esponenti più rappresentativi di una pratica artistica che sa unire la figurazione ad un accentuato realismo intriso però di significati emblematici che inducono alla riflessione e alla meditazione; come nel caso di questa superba Madonna de’ Ferrari, in cui l’influsso e le citazioni da antichi maestri quali Michelangelo, Raffaello, Caravaggio e altri testimoniano una rara capacità di unire passato e presente in forza di una autentica passione e amore per l’arte di tutti i tempi.
Lo abbiamo intervistato alla fine della toccante cerimonia officiata da mons. Sandro Corradini, noto a tutti gli studiosi quale massimo studioso archivista di Caravaggio.
-Vuoi spiegare ai nostri lettori come nasce questa iniziativa della donazione e quanto tempo hai speso nella realizzazione dell’opera?
R: L’oratorio della Confraternita di Sant’Eligio dei Ferrari, che affianca la chiesa principale, era stato privato da oltre 30 anni di un dipinto settecentesco raffigurante la Madonna col Bambino, sistemata altrove. Era necessaria una nuova immagine, e da un colloquio con i responsabili è nata spontanea la mia disponibilità a dipingere una nuova opera. Dopo l’approvazione di un sommario bozzetto da parte dei committenti, nel giro di un mese circa ho realizzato il quadro, per rendere disponibile l’oratorio per l’annuale festa di Sant’Eligio. Posso assicurare che una donazione di questo genere viene ampiamente ripagata dall’emozione trovata nel vedere i fedeli pregare ed emozionarsi di fronte alla mia creazione.
-Perchè hai pensato di realizzare una pala d’altare raffigurante la Madonna col Bambino? E’ la prima volta che sei coinvolto in circostanze come questa, cioè nella realizzazione di opere a carattere religioso per chiese o luoghi sacri e quali precedenti hai -se ci sono – in proposito ?
R: Bisognava riproporre un soggetto che richiamasse il precedente dipinto, collocato sopra l’unico altare dell’oratorio. Ho avuto il privilegio di varie commissioni in luoghi sacri, come ad esempio nella Chiesa del Buon Consiglio e nel museo Marcucci di Ascoli Piceno, nel convento S. Caterina a Fabriano, ed ancora nel Centro Copto Ortodosso al Cairo e nell’Istituto italiano di Cultura del Cairo e di Madrid, ma questa committenza mi ha fatto capire quanto è importante essere presente in una chiesa della Capitale.
-La tela presenta indubbi richiami all’arte antica, con citazioni piuttosto chiare a grandi artisti del passato, vuoi spiegare a chi e perchè ti sei ispirato in particolare?
R: Essendo la pittura uno strumento narrativo, ogni artista spesso vi inserisce elementi autobiografici e linguaggi appresi dai propri maestri. Trattandosi di un luogo sacro ho scelto di richiamare la drammatica monumentalità della Pietà di Michelangelo, addolcita con un richiamo alla quiete domestica della Lattaia di Vermeer. E naturalmente con il drappo rosso che incombe sulle figure quasi a preludere il dramma della Passione, ho cercato di attingere all’inesauribile fonte dei moduli caravaggeschi.
–Per chiudere di chiederei di illustrare in breve la tua figura di artista, il tuo percorso stilistico, perchè hai iniziato a dipingere, quali sono stati i tuoi ispiratori e quali le tappe che ti hanno portato al figurativo.
R: Tutto è iniziato da un viaggio in Olanda dove ho avuto l’occasione di ammirare le opere di Rembrandt e Vermeer. Affascinato dal loro percorso creativo, ho voluto approfondire le ispirazioni di questi maestri, risalendo cronologicamente fino a Leonardo. Nel frattempo ho arricchito la mia preparazione frequentando l’Accademia di Belle Arti di Macerata ed un’Accademia privata fiorentina: importante per me è la scelta del linguaggio figurativo, ma ancora di più avere qualcosa di interessante da raccontare.
Roma 5 Giugno 2024