di Veronica PIRACCINI
“Tête-à-Tête” da Mucciaccia Gallery di Catherine Loewe
L’idea della curatrice Catherine Loewe “Tête-à-Tête” si sta rivelando un vero e proprio grande successo, così che vede prorogati i termini di chiusura dell’Esposizione di circa un altro mese, fino al 2 agosto 2024. Assolutamente da non perdere!
Infatti questa originale Esposizione, è stata inaugurata lo scorso 8 maggio con un folto pubblico incuriosito, che ha ammirato le opere e conosciuto le coppie di artisti di varie nazionalità fra i tanti amici, giornalisti, critici d’arte, collezionisti e appassionati d’arte.
Ecco dunque gli amori celebri nell’arte della nostra contemporaneità scelti e proposti da Catherine Loewe che espongono le loro opere in un serrato confronto sperimentale: Sue Arrowsmith & Ian Davenport | Rob & Nick Carter | Charlotte & Philip Colbert | Rossella Fumasoni & Piero Pizzi Cannella | Ilya and Emilia Kabakov | Carolina Mazzolari & Conrad Shawcross | Annie Morris & Idris Khan | Shirin Neshat & Shoja Azari.
Sono in mostra anche gli scatti fotografici di Maryam Eisler, ad intercettare l’intimità intellettuale di ogni coppia di artisti che, con il suo obbiettivo, riesce a penetrare sottilmente, e ridare per immagini, sia la ricerca artistica che i sentimenti.
L’esposizione sviluppa nei due piani degli splendidi spazi della Mucciaccia Gallery, importante galleria fondata da Massimiliano Mucciaccia e Fabio – sono due le sedi a Roma: questa di Largo Fontanella Borghese 89, e l’altra di via Laurina 31 con la direzione artistica di Giulia Abate in “Project”, e sedi in altre parti del mondo come Londra, Cortina D’Ampezzo, e Singapore –.
Potremmo dire, che anche i galleristi Mucciaccia-Abate sono in linea con questa l’Esposizione, essendo una coppia “d’Arte… imprenditoriale” di grande qualità e dinamismo, dei veri mecenati di nuova generazione: straordinaria anche la loro collezione privata, che ho potuto ammirare nella loro abitazione.
Cosa emerge da questa curiosa Esposizione? Cosa ci raccontano le coppie d’artisti attraverso la loro opera? Ebbene, dal bellissimo catalogo bilingue italiano-inglese a colori di Silvana Editoriale, vediamo come la curatrice Catherine Loewe, sensibilmente, instaura dialogando la trascrizione dei loro incontri, in un attraversamento profondo culturale di lei e le coppie di artisti.
Queste non sono semplici interviste ma autentici incontri d’anime, e Catherine, come un sismografo coglie, sviluppa e poi fa scaturire nuove profondità creative in relazione all’oggi.
Infatti, ad esempio, la coppia Sue Arrowsmith e Ian Davenport, che si conoscono dal Goldsmith College di Londra daranno vita a un gruppo di artisti detti YBA; Sue si ispira a Beato Angelico – il pittore Santo protettore degli artisti– usando il blu e la foglia d’oro realizza grandi dipinti, mentre Ian esplora tutti i colori, dai timbrici ai cangianti, creando una grande interazione tra forma e spazio in verticale.
Rob e Nick Carter, invece si sono conosciuti, ancor più piccoli da adolescenti, a scuola, per poi ritrovarsi 10 anni più tardi nel 1998, a lavorare insieme usando le nuove tecnologie, citando opere famose e usando video, stampa 3D e pittura con robot. Risalta in esposizione, un’opera che riproduce l’antica Venere di Dresda di Giorgione che impercettibilmente si muove tramite la tecnologia digitale in loop.
Charlotte Colbert e Philip Colbert (che si sono incontrati 12 anni fa) lui Scozzese dichiara: “sono diventato artista quando sono diventato un’aragosta” e crea dipinti ad olio come il grande “A.I. Battle Scene” coloratissimo ironico -pop con personaggi come di giocattoli cui certamente non mancano le aragoste soldato su cavalli, e sculture super colorate in acciaio inox verniciato come “Lobstar Octopus” polpo e aragosta. Lei Charlotte usa foto alla stampa in gelatina su carta di fibre come “Untitled, Connected 4” e realizza anche sculture in acciaio: l’occhio di Charlotte (tendenzialmente surrealista) e l’aragosta di Philip hanno uno spirito giocoso a volte erotico.
Poi abbiamo la straordinaria coppia molto romana Rossella Fumasoni e Piero Pizzi Cannella che da 35 anni “ininterrotti” insieme condividono l’amore per l’arte, la pittura e la poesia. Infatti Rossella, contando i giorni, ricorda i “…12.775 giorni e notti, infinite discussioni appassionate e un figlio, Arturo…” e Piero dice che quello che li tiene insieme è “l’assenza di noia –malattia mortale” –.Di Rossella risalta un grande quadro di farfalle con un piccolo corpo di donna e il faro “Gianicolense”, e i tanti occhi di “Improvvida” a raffronto delle opere di Piero dalle sue tipiche tematiche tanto amate dai suoi estimatori: Roma “Cattedrale” , i vestiti “Oscura” e “Salon de Musìque”.
Emilia Kabakov, che l’anno scorso ha perso il marito Ilya dopo molti anni di matrimonio, sono nati in Unione Sovietica, e da sempre si sono espressi attraverso le istallazioni come se fossero “una cosa sola”: in mostra si vedono due sculture in ceramica “The Eternal Emigrant” e “Golden Apples” e un grande arazzo con figure davvero poetiche “The Flying # 3”.
Emilia Kabakov, che l’anno scorso ha perso il marito Ilya dopo molti anni di matrimonio, sono nati in Unione Sovietica, e da sempre si sono espressi attraverso le istallazioni come se fossero “una cosa sola”: in mostra si vedono due sculture in ceramica “The Eternal Emigrant” e “Golden Apples” e un grande arazzo con figure davvero poetiche “The Flying # 3”.
Carolina Mazzolari e Conrad Shawcross si sono conosciuti nel 2001 ad Oxford e adesso lavorano nell’East End di Londra. Lei ha un lavoro direi molto sensuale fatto di tessuti, ricami, inchiostri e forme tridimensionali tra cui i “Map 19” e le “Line—Drum I”; invece Conrad crea sculture di acciaio come Paradigm-B (Structural) e “Patterns of Absence” opera cinetica con specchio e acciaio inox. Perciò i tessuti cuciti da Carolina, giustapposti alle sculture geometriche in acciaio di Conrad, suggeriscono la dualità.
Annie Morris e Idris Khan sono nati nel Regno Unito: lei Annie usa pigmenti minerali e naturali in polvere realizzando opere scultoree sferiche a colori timbrici in impossibili equilibri gli “Stack” , oltre a tracciare con la pittura su poltrone; Idris invece inventa scritture quali opere segniche i “Rhythm in Colour” numerati. Loro si sono conosciuti nel 2009 all’opening di una mostra a Londra, si sono sposati l’anno successivo in Francia, intrecciando la loro ricerca artistica.
Shirin Neshat e Shoja Azari sono iraniani e vivono a New York. Lei Shirin sperimenta la fotografia, video e film, su tematiche sociali interrogandosi su questioni di potere, religione, e sul rapporto tra passato e presente in stretta collaborazione con il partner, il regista e artista iraniano Shoja. Si sono incontrati per la prima volta nel 1997, per realizzare il video Turbulent. In esposizione Idyllic Life, un video di Shoja Azari del 2012 e una fotografia con inchiostro e pittura acrilica di Shirin Neshat dalla serie Land of Dreams.
Ebbene, tutte queste originali opere esposte, come detto all’inizio, sono pubblicate nel bellissimo catalogo Silvana Editoriale con il testo critico della curatrice Catherine Loewe, e i ritratti fotografici di Maryam Eisler.
Fusione d’intenti e contrasti… per come la curatrice Catherine Loewe dichiara:
“Sebbene le relazioni possono essere un terreno fertile per la creatività, non sono prive di sfide, richiedono un alto grado di tolleranza e compromesso, in particolare quando si tratta di navigare nel processo creativo, tra le esigenze di un frenetico programma espositivo internazionale e le necessità di una famiglia. I tempi potrebbero non essere gli stessi, ma gli artisti di oggi seguono le orme di coppie pionieristiche come Robert e Sonia Delaunay, Frida Kahlo e Diego Rivera, Jackson Pollock e Lee Krasner, le cui vite spesso tumultuose hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arte d’avanguardia”.
Quello che colpisce sono le varietà delle opere, che pur creando in confidenziale intellettualità e frequentazione, mantengono un indubbio slancio d’originalità.
Si evince dagli scritti, che consigliamo assolutamente di leggere, un catalogo molto significativo perché i dialoghi di Catherine sono più di un’ intervista, ovvero dei veri e propri incontri molto approfonditi e pieni di curiosità che ci proiettano nelle dinamiche creative della meravigliosa avventura della vita che è la ricerca artistica!!!
Esposizione assolutamente da visitare e catalogo da leggere!
Veronica PIRACCINI Roma 14 Luglio 2024
INFORMAZIONI:
Mostra: Tête-à-tête
Curatrice: Catherine Loewe
Sede: Mucciaccia Gallery, Roma, Largo della Fontanella Borghese 89
Apertura al pubblico: fino al 2 agosto 2024. Orari: lunedì – sabato, 10.00 – 19.30; domenica chiuso | sabato 29 giugno chiuso
- +39 06 69923801 | info@mucciaccia.com | mucciaccia.com
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