di Claudio LISTANTI
Pubblicate in CD le cantate di Carlo Agostino Badia.
Una nuova incisione discografica pubblicata grazie alla Tactus arricchisce la conoscenza storic0-musicologica del periodo aureo della Storia della Musica conosciuto come il Barocco in musica.
E’ uscito proprio in questo mese di aprile un CD curato dal musicista e musicologo Lorenzo Tozzi, artista molto attivo per lo studio, l’approfondimento e la riproposta di musiche appartenenti a questo particolare genere musicale che per questa occasione ha pubblicato un intero cd dedicato alle Cantate per soprano e continuo di Carlo Agostino Badia.
Per comprendere con maggior precisione l’importanza e la portata storiografica di questa pubblicazione è necessario partire dalle notizie biografiche di Carlo Agostino Badia anche se alcune non completamente certe come il luogo e la data di nascita avvenuta, presumibilmente, a Venezia nell’anno 1671 (o 1672 secondo altre fonti). Iniziò giovanissimo l’attività musicale con opere per il teatro rappresentate a Roma e Milano che gli consentirono di essere apprezzato in Austria, in particolare a Innsbruck dove divenne compositore di camera di Eleonora d’Austria regina di Polonia e dove, già nel 1692, fece rappresentare diverse sue composizioni per il teatro. Rapidamente la sua fama si estese tanto è vero che nel 1694 lo troviamo a Vienna come Musik-Compositeur alla corte di Leopoldo I, città presso la quale visse fino alla morte avvenuta il 23 novembre del 1738. Nel 1695 vista la sua propensione alla composizione di oratori si recò a Roma, culla storicamente indiscussa per questo genere musicale, dove conobbe la cantante fiorentina Anna Maria Elisabetta (Lisi) Nonetti che divenne sua moglie nel 1700, conquistando nella capitale austriaca la stima di indiscussa virtuosa di canto.
Oggi il musicista Carlo Agostino Badia è praticamente sconosciuto per la gran parte del pubblico ma se analizziamo il catalogo della sua produzione musicale possiamo verificare facilmente che fu musicista di cospicua vena creativa che si è tradotta in una sostanziosa produzione che lo stesso Tozzi stima in circa 34 oratori, 20 opere teatrale e più di 50 cantante molte delle quali scritte, come da consuetudine dell’epoca, per motivi occasionali, come feste, matrimoni compleanni o nascite. La sua sfolgorante carriera si arrestò con l’avvento di Carlo VI d’Asburgo che preferì alla sua arte quella di musicisti considerati più innovatori come il tardo barocchista viennese Johann Joseph Fux o il nostro Antonio Caldara.
Contrastanti sono stati negli anni i giudizi degli storici circa l’opera di Carlo Agostino Badia come dimostra Tozzi nelle note accluse al disco, citando il parere di Ludwig von Köchel, vissuto nell’800 e noto per la catalogazione delle opere mozartiane, che lo considerava musicista superato per la sua epoca, consolidando così il pensiero di Carlo VI. Ma ci fu pure un musicologo come Bernard Paumgartner dalla visuale senz’altro più moderna che lo considerava musicista ideale per il gusto di corte per la scorrevolezza ed inventiva musicale.
E proprio questo aspetto della vita artistica di Badia che Lorenzo Tozzi pone al centro di questa sua proposta discografica cercando di trovare una strada che renda giustizia a questo nostro compositore, forte anche dell’esperienza esecutiva maturata nelle opere del compositore (presunto) veneziano. Nello specifico si tratta delle dodici cantate per soprano e basso continuo intitolate ‘Tributo Armonico’ pubblicate manoscritte nel 1699 a Norimberga (stampa di Wiegel nel 1730) sette delle quali scritte su un testo dell’abate Pietro Maria Ruggeri.
Secondo Lorenzo Tozzi Badia fu un chiaro esempio di personalità musicale che si è trovato in punto di passaggio sapendo interpretare con maestria la delicatezza del momento, trovando un varco che collegasse il passato ad un presente che in breve diverrà futuro e considerando il musicista una sorta di ponte che unì lo stile tradizionale di Antoni Draghi, anch’egli attivo a Vienna a fine ‘600, alle novità, non solo quelle di Johann Joseph Fux, ma soprattutto di Antonio Caldara. Quindi non un musicista conservatore e superato ma un vero e proprio traghettatore; una teoria confortata anche dal giudizio di un musicista novecentesco come Egon Joseph Wellesz compositore allievo e tra i preferiti di Arnold Schönberg.
Questo ruolo di traghettatore appare con una certa evidenza in queste Cantate raccolte nei Tributi Armonici delle quali Tozzi ne ha scelte 7, tutte di grande fascino espressivo e musicale. In esse è evidente l’ancoraggio del compositore alla tradizione vocale con una struttura in due arie contrastanti, nella parte centrale con da capo, precedute ognuna da un recitativo anche se talvolta il primo risulta mancante. Ma quello che è più interessante è la continuità espressiva che si materializza con una particolare attenzione al testo proponendo situazioni tipiche dello stile barocco come gli amori corrisposti o contrastati, separazioni e abbandoni ed esaltazione delle figure femminili anche ricorrendo a termini figurati.
Di grande presa, a nostro giudizio è la Cantata Belli occhi amorosi su testo dell’abate Ruggeri, dove la musica descrive con sensualità le sensazioni dell’amante di fronte allo sguardo della persona amata; forse, tra le sette, è la cantata più fascinosa ed intrigante. Ma poi anche l’evocazione ad un amore eterno nella cantata Più te sola, Filli mia sempre su testo dell’abate Ruggeri che ha prodotto i testi più illuminanti ed incisivi per questa serie di cantate. Nel cd, alla precedente si affiancano i desideri di libertà di Clori non più rigori e gli incanti leggiadri di Farfalletta Amorosa. Ma di felice espressività sono anche le altre cantate su testi di autori non individuati come Pur alfin tu sei mia, Rotto è l’antico laccio evocante il nolente distacco dall’amante e la quasi enigmatica Lumi, che vi dirò?
L’esecuzione riportata in disco riproducente una registrazione effettuata nel luglio del 2023 presso l’Oratorio dei Barnabiti di Roma, è come di consueto molto intensa grazie all’interpretazione e, aggiungiamo, all’amore che spinge Lorenzo Tozzi a studiare e riproporre questo particolare repertorio che riesce a rapire l’ascoltatore e la sua sensibilità interiore. Determinanti sono anche le prestazioni degli altri componenti del RomaBarocca Ensemble come la convincente prova vocale del soprano Raffaella Milanesi che ha curato non solo le arie con tutti i vari abbellimenti ma anche, come raramente accade, tutti i recitativi, rendendoli espressivi e intelligibili all’ascoltatore.
A completamento la prova del violoncellista Renato Criscuolo, strumentista che è in rapporto musicale quasi simbiotico con Lorenzo Tozzi, una collaborazione artistica che dura da anni e che, anche questa volta, rende l’esecuzione particolarmente coinvolgente.
Un disco molto importante non solo per la validità dell’esecuzione ma anche per la proposta storico-musicologica che ne è alla base e che contribuisce all’approfondimento di questo particolare repertorio. Un Cd al quale è stata data anche una elegante veste estetica con la riproduzione in copertina del dipinto Venere e Adone di Jacopo Amigoni e arricchito all’interno con le esaustive note di Lorenzo Tozzi pubblicate molto opportunamente in italiano. I testi della Cantate sono reperibili on-line sul sito web di Tactus.
Claudio LISTANTI Roma 7 Aprile 2024