Le “Cantate” di Francesco Feo (Napoli, 1691 – 1761) nella prima registrazione mondiale (con audio)

di Claudio LISTANTI

Una recente iniziativa editoriale ha arricchito con la pubblicazione di un nuovo CD quella porzione del mercato discografico dedicato al vasto repertorio delle composizioni appartenenti al cosiddetto ‘periodo barocco’, un settore al quale si rivolge con sempre maggiore interesse l’attenzione degli appassionati della Grande Musica, costantemente alla ricerca dei molti tesori musicali dell’epoca, per la più gran parte ad oggi sconosciuti.

Fig. 1 Una immagine giovanile di Francesco Feo

Questa volta, grazie alla Da Vinci Classics, è stato pubblicato il primo dei due dischi dedicati alle Cantate del musicista napoletano Francesco Feo, considerato tra gli esponenti più importanti della Scuola Napoletana. È questa una iniziativa editoriale di grande spessore artistico non solo perché è da considerarsi la prima incisione mondiale di queste opere musicali ma anche per l’esecuzione affidata a Lorenzo Tozzi, musicista e musicologo, studioso che ha dedicato buona parte della sua carriera alla riscoperta e alla relativa diffusione di questi capolavori consentendo loro di uscire dall’immeritato oblio provocato dallo scorrere del tempo e, soprattutto, agevolato da un certo disinteresse dimostrato da una larga parte degli organizzatori responsabili delle stagioni teatrali e concertistiche verso questo tipo di repertorio.

Assieme a Lorenzo Tozzi, clavicembalista e direttore, il Romabarocca Ensemble, complesso specialistico da lui stesso fondato, con le parti vocali affidate al mezzosoprano Elisabetta Pallucchi e al soprano Lucia Casagrande Raffi entrambe in possesso di una buona esperienza nel campo di questo particolare tipo di repertorio.

Come già accennato Francesco Feo, secondo il parere degli studiosi della Scuola Napoletana, è uno degli esponenti più importanti per la varietà delle sue composizioni musicali, principalmente di carattere vocale, autore non solo di Opere Liriche ma anche di Oratori e Cantate. Nato a Napoli nel 1691 (non si conosce però il giorno esatto) visse prevalentemente presso la città partenopea dove morì il 18 gennaio del 1761. Fu allievo di canto del musicista e castrato Domenico Gizzi e, per contrappunto e composizione, di Nicola Fago. Dal 1704 frequentò il Conservatorio della Pietà de’ Turchini nel quale fu condiscepolo di un altro grande dell’epoca, Leonardo Leo.

Fig. 2 Una immagine settecentesca del musicista Francesco Feo

Nel 1723 successe a Nicola Grillo al Conservatorio di Sant’Onofrio a Porta Capuana nell’incarico di primo maestro che tenne per sedici anni, fino al 1739, durante i quali consolidò la sua fama di valente ‘operista’. Successivamente, nel 1740, dopo aver abbandonato l’attività didattica, il suo sguardo si orientò verso la Musica Sacra, genere che aveva coltivato nel 1726 come Maestro di Cappella presso la Chiesa della SS. Annunziata e, con il medesimo incarico, sostituì Francesco Durante al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo fino al 1743.

L’attività operistica di Feo iniziò al Teatro San Bartolomeo di Napoli nel 1713 con l’opera drammatica L’amor tiranno ossia Zenobia su libretto di A. de Po’. Napoli e lo stesso Teatro San Bartolomeo furono le sedi principali della sua attività operistica all’interno della quale si ricordano i drammi seri Siface, Re di Numidia su testo di Pietro Metastasio (1723), Teuzzone su testo di Apostolo Zeno (1720) e Tamese di autore non conosciuto (1729) per il quale scrisse anche gli intermezzi buffi dal titolo Il vedovo.

La sua attività di operista si sviluppò anche oltre i confini di Napoli, soprattutto a Roma dove, nel 1726, al Seminario Romano scrisse gli intermezzi, su testo di anonimo, Don Chisciotte della Mancia e Coriando lo speziale. Poi, nel 1728, Ipermestra su testo di Antonio Salvi per il Teatro delle Dame e nel 1730 Andromaca su testo di Apostolo Zeno per il Teatro Valle. Per Torino compose Arsace su testo di Antonio Salvi opera creata per l’inaugurazione del Teatro Regio nel 1740. C’è traccia anche di una Serenata, Polinice, prodotta per Madrid nel 1737 in occasione delle nozze di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Polonia.

Molto più copiosa la sua produzione a carattere religioso che comprende molti generi appartenenti alla Musica Sacra, scritta principalmente per Napoli e in corrispondenza con gli incarichi di Maestro di Cappella che gli furono affidati presso la già citata Chiesa della SS. Annunziata come presso la Chiesa di S. Maria delle anime del Purgatorio ad Arco (in Via dei Tribunali a Napoli).

Il catalogo di composizioni ‘sacre’ comprende diversi oratori, numerose cantate, lectiones, salmi, dialoghi e lamentazioni nonché alcune passioni (2 San Giovanni e 2 San Matteo) e diverse litanie, messe, mottetti e vespri.

Fig. 3 Il musicista e musicologo Lorenzo Tozzi

Nell’ambito della cospicua produzione del musicista napoletano, Lorenzo Tozzi ha scelto per questo progetto dedicato alla musica di Francesco Feo una serie di cantate per proporre un itinerario spirituale ispirato a i Novissimi termine che, come ricorda Tozzi nelle note esplicative contenute nel Cd, deriva dal neutro plurale latino Novissima, ultimissime cose.  Nella teologia cattolica i Novissimi sono le cose che succederanno all’uomo alla fine della sua vita un momento fondamentale che si divide in quattro fasi distinte. La Morte come atto finale dell’esistenza terrena, il Giudizio di Dio sugli atti compiuti in vita, l’Inferno per coloro ai quali non è consentita la redenzione e il Paradiso per coloro che muoiono in Grazia di Dio.

La Chiesa Cattolica ricorda questo percorso nel mese di novembre e attraverso la liturgia i credenti sono inviatati a meditare su queste realtà.

Il contenuto spirituale di questo momento fondamentale che caratterizza la fine dell’individuo ha influenzato la dottrina cattolica per un lungo periodo che parte dalle sacre scritture e raggiunge il settecento passando per le riflessioni di San Roberto Bellarmino con i suoi scritti contenuti nel De arte bene moriendi fino alle meditazioni spirituali di Sant’Alfonso Maria dei Liguori con le Massime eterne che, secondo quanto ipotizzato da Lorenzo Tozzi, hanno contribuito ad ispirare i testi di un anonimo letterato sui quali sono basate le cantante proposte nel disco appena pubblicato. Dette cantate fanno parte di una raccolta di manoscritti custoditi presso il British Library di Londra, una raccolta di manoscritti databili tra il 1725 ed il 1739 contenenti 29 cantate sacre e 9 dialoghi si Feo. Si tratta, con ogni probabilità, di cantate scritte per la Chiesa dell’Annunziata di Napoli, 19 per voce sola e basso continuo, 2 per basso, 7 a due voci e una per terzetto.

Tra queste cantate Tozzi ne ha scelte alcune che, in maniera del tutto condivisibile, riescono a tracciare saldamente il percorso di questo ideale itinerario spirituale. In questo primo Cd è messo in evidenza il tema del Peccato con la Cantata per soprano e basso continuo che sfocia nel primo momento fondamentale, la Morte con la Cantata per Contralto e basso continuo. Seguono i contrasti della Morte del Giusto e del Peccatore con una Cantata per Soprano, Contralto e basso continuo che si conclude con un altro momento fondamentale per il tema dei Novissimi, il Giudizio, messo in evidenza con un’altra Cantata per Soprano e Basso continuo. Complessivamente la sequenza finora evidenziata è la prima tappa di questo particolare itinerario spirituale che si concluderà con la prossima pubblicazione del secondo compact disc che ne sancirà l’ideale conclusione del percorso mistico.

Fig. 4 La copertina del Cd dedicata alle Cantate di Francesco Feo riproducente il San Girolamo e l’Angelo del Giudizio di Jusepe de Ribera, detto lo Spagnoletto (1626). Napoli. Museo di Capodimonte.

Ognuna delle cantate è composta da due o tre arie, tutte con da capo, come da consuetudine del tempo, alternate ad efficaci recitativi, spesso concluse da improvvisazioni affidate agli interpreti. A far da collante a questa sequenza di brani c’è, sicuramente, una che evidenzia la predisposizione di Francesco Feo all’elemento rappresentativo come prova la sua esperienza di musicista non solo nel campo dell’opera lirica ma anche in quello dell’Oratorio Sacro che si sviluppa con il contrasto tra l’elemento ‘esplicativo’ dei recitativi con l’elemento ‘riflessivo’ ed ‘emozionale’ per una valida ed incisiva ‘teatralità’ d’insieme. Di particolare effetto, soprattutto per noi ascoltatori ‘moderni’, sono i brani d’insieme come ad esempio i due duetti che aprono e chiudono la cantata La Morte del Giusto e del Peccatore dove, rispettivamente, contralto e soprano intrecciano le loro due linee vocali simbolo delle peculiarità di ognuno dei due personaggi.

(Audio 1)

Francesco Feo

La Morte del Giusto e del Peccatore

Cantata Importuna e spaventosa (duetto iniziale)

Testo

Il Peccatore: Importuna e spaventosa/chi sei tu, che tuoni al core/con più lampi di furor?/ Ma tu, ohimè, sei la morte,/sorte ingrata, odiata voce,/che si atroce arriva al cor.

Il Giusto: Chi sei tu che minacciosa/tra baleni di splendore/scocchi strali di furor?/Ved’io già che sei la morte,/cara sorte che gradita/si godere invita il cor.

Lucia Casagrande Raffi soprano (Il Peccatore)

Elisabetta Pallucchi mezzosoprano (Il Giusto)

Romabarocca Ensemble

Clavicembalista e Direttore Lorenzo Tozzi

Da Vinci Classics (C00494)

Fig. 5 Il mezzosoprano Elisabetta Pallucchi e il soprano Lucia Casagrande Raffi.

Per le parti vocali, come accennato, sono state scelte cantanti di provata esperienza per questo genere musicale, Lucia Casagrande Raffi soprano di buona qualità e Elisabetta Pallucchi mezzosoprano dalla voce calda e suadente, entrambe molto attente alla dizione ed alla realizzazione dei necessari elementi ‘rappresentativi’ insiti in questo prezioso lavoro di stampo barocco, senza dubbio integrate con l’impostazione esecutiva concepita da Lorenzo Tozzi sempre attento alla cura dell’insieme e dei particolari alla quale si aggiunge una convincente scelta dei tempi. Preziosi allo scopo sono anche i tre strumentisti componenti del Romabarocca: Renato Criscuolo violoncello, Luca Marzetti contrabbasso e Alessio Rispoli organo.

(Fig. 5)

È un Cd consigliabile a tutti gli appassionati di musica barocca che, senza dubbio, può arricchire la loro discoteca soprattutto in attesa della pubblicazione della seconda parte di questo ‘itinerario spirituale’ proposto da Lorenzo Tozzi che ne completerà la valenza della proposta.

Da segnalare, però, che il cofanetto contiene note esclusivamente in lingua inglese fatto che, in un certo senso, penalizza la nostra cultura musicale. Utilizzando questo link:

https://davinci-edition.com/product/c00494/

messo a disposizione dalla casa discografica, si potrà disporre della pagina in italiano e leggere così le interessantissime note redatte da Lorenzo Tozzi che godono della sua competenza storiografica e musicologica. L’ultima segnalazione è l’assenza, sia nel cd che nel citato link, del testo sul quale sono basate le cantate, elemento innegabilmente importante per il pieno godimento dell’ascolto di questa proposta musicale. Comprendiamo che ciò possa essere avvenuto per mancanza di spazio ma invitiamo la casa discografica a prendere in considerazione di pubblicarlo quanto meno sul proprio sito, mezzo che oggigiorno si tende sempre di più ad adottare.

La registrazione è stata effettuata nei giorni compresi tra il 31 maggio e il 2 giugno del 2021 a Roma presso l’Oratorio dei Barnabiti.

Claudio LISTANTI Roma 9 Gennaio 2022