Le opere di Eugenia Serafini alla mostra “Apolidi: Identità (non) disperse”, a Palazzo Merulana (Roma fino all’8 dicembre)

di Silvana LAZZARINO

A cura di di Antonietta Campilongo, gli artisti affrontano il tema delle migrazioni.

La performance di Eugenia Serafini restituisce la forza comunicativa delle “parole” e attraverso le opere racconta il dramma delle migrazioni ed il bisogno di riconoscere le identità degli altri in un’ottica di integrazione e partecipazione.

Con creatività e sensibilità poetica, partendo dalla natura e dai suoi orizzonti, ma anche da quanto accade nella società di oggi dove occorre recuperare il rispetto delle identità, Eugenia Serafini racconta dell’uomo e dei suoi percorsi fatti di sogni e speranze, desideri e attese attraverso rappresentazioni avvolgenti e di grande forza evocativa in cui si ritrovano anche tematiche che danno voce alle urgenze di questi anni come la necessità di salvaguardare il nostro Pianeta sempre più a rischio per lo sfruttamento eccessivo delle sue risorse, e il restituire dignità a quanti ci circondano aprendosi all’interculturalità  tra popolazioni diverse.

Poeta, performer e installazionista Eugenia Serafini, nata a Tolfa, piccolo e interessante borgo etrusco, e attiva tra Roma e la Toscana, regala rappresentazioni sospese tra visione ed emozione dove viene restituita una natura densa di armonia e solarità spesso dimenticata in questo continuo avanzare di un progresso pronto a stemperare ogni colore costruendo giungle di cemento. Osservando i suoi dipinti si possono respirare profumi, ascoltare suoni e cogliere i colori di spazi aperti dove la vita prende nuova forma lasciando indietro paure e malinconie.

Eugenia Serafini, Donne, 2019

La sua arte attraverso un colore delicato e deciso racconta dei battiti di una natura permeata dal respiro del vento, dal filtrare dei raggi del sole o dal sottile rumore della pioggia, dando forma a immagini di alberi, sorta di microcosmi abitati dal mistero della vita, come anche alle rappresentazioni dei pianeti e delle stelle che disegnano il viaggio in costante trasformazione dell’essere nel suo rinascere ogni volta come per le stagioni che si ripetono nella ciclicità di un tempo senza tempo, atteso e sospeso.

Se l’ecologia con richiamo alla salvaguardia del nostro Pianeta è stato argomento della sua installazione vivente e performance “Fossili di Petrolio nel Giardino Incantato e Domino- Dominio” presentate a Roma al MACRO dal 20 al 22 settembre 2019 all’interno della 4 edizione del “Festival delle Arti Nuvola Creativa” ideato e curato dall’architetto Antonietta Campilongo, il tema delle migrazioni visto nel richiamo al rispetto per le identità di ogni popolo è al centro delle due opere presenti nella mostra collettiva “Apolidi.  Identità non disperse” curata da Antonietta Campilongo che è stata inaugurata lo scorso 20 novembre 2019 a Roma a Palazzo Merulana.

Promossa dall’Associazione Neworld, Nwart, con il patrocinio di MigrArti l’esposizione collettiva, aperta fino all’8 dicembre 2019, che ha quale tema quello delle migrazioni nelle diverse declinazioni, restituisce una narrazione di diversi modi con cui ciascun artista restituisce voce e dignità a quelle moltitudini che restano nell’ombra, senza voce in una società come quella di oggi, sempre più distratta e assente.

Un tema attuale quello delle migrazioni sviluppato attraverso i linguaggi dell’arte soffermandosi sui problemi legati all’etica, alla definizione di identità culturale e dei rapporti tra culture e allo sviluppo di un dialogo interculturale. Il potere dell’arte nelle sue diverse espressioni stilistico e formali invita a riflettere sul dramma della situazione attuale legata alla storia di questi anni in cui sempre più avanza la solitudine, la fragilità del singolo e in questo caso sull’immigrazione di cui  prendere maggior conoscenza e consapevolezza.

Accanto ad Eugenia Serafini nella mostra collettiva sono; Marco Billeri, Juna Cappilli, Antonella Catini, Silvano Corno, Vincenza Costantini, Pino dè Notariis, Alexander Luigi Di Meglio, Dario Fo, Giusy Lauriola, Valentina Lo Faro, Roberto Malini e Fabio Petronelli, Riccardo Meloni, Giorgio Ortona, Enrico Porcaro, Parlind Prelashi, Loredana Raciti, Consuelo Rodriguez, Anna Tonelli, Jack Tuand. In mostra vi è anche un’opera di Dario Fo grazie alla gentile concessione di Jacopo Fo e alla disponibilità della Galleria TouchArt.

All’inaugurazione grande successo per le performance di Loredana Raciti con “Apolidi Universali”, artisti§innocenti con “Dissuasivi-2” ed Eugenia Serafini insieme ai Poeti dell’Onda con “La parola e il grido”. Eugenia Serafini insieme ai poeti Jole Chessa Olivares, Anna Avelli, Candida Camarca, Alessandra Carnovale, Antonella Pagano, Rosario Napoli con la performance hanno sottolineato la forza comunicativa delle Parole Gridate che possono assumere carattere negativo se feriscono e umiliano, positivo se al contrario incoraggiano e sollevano.

Eugenia Serafini, Solo lui, il Mare

A partire dalla riflessione sul significato e signficante della parola Apolidi si è sviluppata questa performance che si è legata perfettamente alle opere in mostra della stessa Serafini “DONNE” e “SOLO LUI: IL MARE”. Se in “Donne” l’artista parla di interscambiabilità etnica facendo riferimento al mondo della moda per sottolineare come in questo ambito “il colore della pelle” qualsiasi esso sia è paritario, evidenziato attraverso interventi di pigmentazione sui volti delle due figure femminili, in “Solo lui: il mare” sottolinea il dramma delle migrazioni che vedono lo stesso mare luogo di morte e anche di salvezza, luogo in cui i trafficanti abbandonano il carico di “merci umane” e dal quale affiorano volti di donne circondati dalle onde. Il critico d’arte Loredana Finicelli ha chiuso l’evento con il suo impeccabile intervento critico.

Nata a Tolfa (RM) e attiva tra Roma e la Toscana, Eugenia Serafini è stata docente presso l’Università della Calabria, all’Accademia di Belle Arti di Carrara e all’Accademia dell’Illustrazione e della Comunicazione Visiva di Roma. Non è soltanto una famosa pittrice dalla rara sensibilità capace di costruire ponti di speranza dove uomo e natura siano in armonia, ma è anche poeta, performer e installazionista di gran talento e spessore emotivo. E’ la vita nella sua continua ciclicità che si manifesta in ogni aspetto della natura a interessarla, guardando all’uomo al suo destino volto a cercare un senso profondo a questa esistenza dove forse si è invitati a guardare dentro se stessi per capire le proprie fragilità da cui ripartire. Dagli alberi dalle fronde rigogliose mosse dal vento, riparo per gli uccelli, o attraversati da colorate farfalle, alle sfere del cosmo che sintetizzano il senso di infinito cui l’uomo aspira, ma appartenente all’universo nella sua ciclicità del moto, Eugenia Serafini nei suoi dipinti restituisce un viaggio senza fine a riscoprire la bellezza e l’armonia della vita tra terra e cielo, visibile e invisibile dove ritrovare ascolto di sé, libero da condizionamenti e recuperare quelle perdute origini dove tutto ha inizio. Le sue opere si trovano in collezioni, musei e archivi di diversi paesi quali: Francia, Germania, Egitto, Lituania, Norvegia, Romania, Ucraina, Uruguay, Argentina e molti sono i premi e riconoscimenti ricevuti tra cui: il “Premio Artista dell’anno” al  Premium International Florence Seven Stars Firenze 2016, la “Targa alla Carriera” dal Comune di Tolfa nel 2014 e il “Leone d’Argento” per la Creatività 2013 alla Biennale di Venezia.

Silvana LAZZARINO   Roma  29 novembre 2019

EUGENIA SERAFINI e i Poeti dell’ONDA  nella Performance: La Parola e il Grido.

APOLIDI: IDENTITA’ (NON) DISPERSE

4^ PIANO, PALAZZO MERULANA a cura di Antonietta Campilongo

Dal 21 novembre all’8 dicembre 2019

Per Informazioni 0639967800,  info@palazzomerulana.it