di Silvana LAZZARINO
Prorogato al 30 aprile il percorso espositivo “Alberto Biasi. Tuffo nell’arcobaleno” rende omaggio ad uno dei più importanti esponenti dell’arte cinetica.
Tra i più grandi esponenti a livello nazionale e internazionale dell’Arte Cinetica, Alberto Biasi (Padova 1937) mette al centro della sua ricerca la visione sensoriale e percettiva, indagandone gli aspetti sia sul piano scientifico, sia poetico. Entro questa percezione visiva nello sfidare lo spazio tridimensionale con opere dalle misure ampie come totem, lastre a sviluppo verticale, spirali interrotte, eliche di fitti tuboli metallici atte a trasporre la visione in uno spazio che a sua volta è in trasformazione, l’artista restituisce un nuovo modo di far parte degli ambienti grazie alla scomposizione della forma attraverso la luce e l’illusione percettiva prodotta dalla stessa luce.
A Roma è in corso una mostra a lui dedicata negli spazi del Museo dell’Ara Pacis “Alberto Biasi. Tuffo nell’arcobaleno” aperta fino al 30 aprile 2022. Promossa e prodotta da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con la collaborazione dell’Archivio Alberto Biasi e organizzata da Il Cigno GG Edizioni con il supporto di Zètema Progetto Cultura e di Studio d’Arte GR, l’esposizione, curata da Giovanni Granzotto e Dimitri Ozerkov – Capo curatore del Dipartimento di Arte Contemporanea The State Hermitage Museum, San Pietroburgo- presenta oltre 60 opere provenienti da Musei e collezioni private. Le opere esposte ed i 4 ambienti-istallazioni, che vanno dal 1959 – quando giovanissimo Biasi forma il Gruppo N a Padova – fino al 2014, offrono una selezione antologica della produzione del grande Maestro, tra gli indiscussi protagonisti dell’arte del Secondo dopoguerra in Italia, per offrire un panorama completo del processo creativo e della sua attività centrata sull’indagine percettiva con lavori che analizzano l’aspetto della visione nel suo proporre un nuovo modo di percepire lo spazio e le percezioni a livello sensoriale.
Accanto alla scomposizione della forma e l’illusione percettiva dovuta alla luce, sono restituite il movimento e le sovrapposizioni di piani, le illusioni ottiche tridimensionali e le composizioni interattive, fino alla possibilità di guardare all’incontro tra bidimensionalità e tridimensionalità.
Le sei sezioni in cui si articola il percorso espositivo si riferiscono alle diverse tipologie di opere dell’artista per meglio seguire il percorso della sua ricerca concettuale. Si inizia con la sezione “Trame” risalenti al 1959 dove sono evidenti le sue prime sperimentazioni realizzate da giovanissimo. Si tratta di lavori che indagano la sovrapposizione di materiali appartenenti alla stessa tipologia come ad esempio le garze di cotone, le reti metalliche e le carte forate e progressivamente ruotate fino a creare costellazioni variabili e progressive.
Tra queste vi sono delle varianti come “Proiezioni d luce e ombra” realizzata in lamiera forata in movimento grazie ad un elettromotore. Alle “Torsioni” è dedicata la seconda sezione dove campeggiano figure geometriche classiche create con strisce di plastica bifacciali dai colori quasi sempre contrastanti, combinate in modo da creare effetti percettivi cangianti a seconda dello spostamento del punto di vista riferito allo spettatore che in questo modo interagisce con l’opera.
Tra queste tipologie di lavori : “Dinamica visiva” (1965),” Variable round image” (2009) e” Dinamica Altalena” (2013).
Presentandosi come configurazioni lineari e luminose disposte su due piani diversi distanziati di pochi centimetri tra loro, le opere della terza sezione “Ottico-Cinetici” mostrano un fondo strutturale dipinto o serigrafato con piano avanzato formato da lamelle, ma grazie ad un effetto illusorio le strutture appaiono poste su un unico livello che si muove e il moltiplicarsi delle immagini è dovuto all’interferenza dei due piani.
Tra queste opere citiamo: “Trasparenze” (1978), “Gocce d’arcobaleno lunare n°7” (2010) e “Red Rain “(2014) che restituiscono la formulazione di una varietà e ambiguità percettiva. Sempre nell’ambito della ricerca ottico-cinetica rientrano i primi” Politipi” cui è dedicata la quarta sezione con opere in cui prevale il cangiantismo creato dalle deviazioni delle lamelle ancorate sull’intera superficie dell’opera come ad esempio in “Politipo” (1971-72) e “ Contrasti dimensionali” (1989). L’anima Dada, costante nell’opera di Alberto Biasi, emerge in particolare con la serie “Assemblaggi” cui è dedicata la quinta sezione: si tratta di lavori realizzati a partire dal 2000 in cui attraverso la rielaborazione della tecnica della pittura acrilica l’artista con atteggiamento scanzonato realizza ad esempio “Volo di ritorno” (2005), “Come un gambero” (2006) e “Baruffa” (2006).
Le opere della sesta sezione “Ambienti” sottolineano l’interazione tra lo spazio dell’opera d’arte e quello dello spettatore, in modo da coinvolgere il pubblico non solo più come semplice osservatore, ma come fruitore diretto dell’esperienza creata dall’opera d’arte. L’ambiente ricreato da “Proiezione di luce e ombra n 1” (1961) offre allo spettatore-fruitore l’esperienza di essere come risucchiato in un movimento perpetuo ed evanescente di fasci luminosi puntiformi, come anche quello restituito da “Light prism” (1967) permette a chi entra di essere catturato da un gioco percettivo continuo grazie alla danza di fasci luminosi.
Le sue opere sono presenti al MOMA di New York, all’Hermitage di San Pietroburgo, al Centre Pompidou di Parigi, alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, alla Galleria Nazionale di Roma e ai Musei di Belgrado, Buenos Aires, San Francisco, Tokio, Ulm e Praga. L’esposizione che ha come main sponsor il Gruppo Euromobil e come sponsor Made in Italy School, è accompagnata dal Catalogo edito da Il Cigno GG Edizioni.
Silvana LAZZARINO Roma 10 aprile 2022
Alberto Biasi. Tuffo nell’arcobaleno
Museo dell’Ara Pacis. Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli). Orario: Tutti i giorni 9.30 – 19.30. Prorogata al 30 aprile 2022
Per informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00),