di Giulio de MARTINO
Il giovane artista polacco Lukas Glinkowski (Chelmno, Polonia, 1984) espone 13 opere nella Galleria Contemporanea Luigi Solito. Collocata al 1° piano dell’edificio fatiscente e monumentale dell’Ex-Lanificio in Piazza Enrico De Nicola 46 a Napoli. La galleria fa parte di un network di spazi espositivi privati presenti nelle principali città europee – in particolare a Berlino e a Napoli – che propongono i lavori di artisti delle generazioni più recenti.
La Galleria Luigi Solito è impegnata a far transitare i migliori fra gli artisti più giovani dal mondo delle mostre collettive in off-space, dai progetti sociali rivolti ai giovani e dai concorsi promozionali, al vero e proprio mercato dell’arte contemporanea.
Mentre le gallerie pubbliche e private – dopo il lockdown – hanno puntato sulla storia dell’arte e sui grandi nomi del passato per attrarre un pubblico di massa, questa galleria si rivolge in modo diretto agli appassionati, ai critici, ai collezionisti, per rilanciare i linguaggi e l’avventura dell’arte.
Il titolo della mostra “00” fa riferimento a quelle che sono le caratteristiche salienti dell’impostazione culturale e del lavoro artistico di Glinkowski: un colorato e ritmato nichilismo che sotto la superficie occulta il vuoto.
Va notato, innanzitutto, il supporto dei suoi dipinti. L’artista sostituisce la tela con materiali di tutt’altra natura e di ambiguo significato come gli specchi, le piastrelle, il legno, il vetro e le carte da parati. Il dipingere è un sopra-scrivere, è disegnare su qualcosa che ha già una sua decorazione e un suo significato.
Il supporto evoca luoghi urbani, soprascritti di pubblicità e di fumetti: i bagni pubblici, le stazioni della metropolitana. Sono luoghi di passaggio che riflettono il nomadismo della società e il suo essere raggiunta e intercettata dall’arte in luoghi che con l’arte non hanno nulla a che fare.
Il fatto che il supporto sia uno specchio o una piastrella bianca rinvia alla posizione del visitatore che nell’opera d’arte ritrova – improvvisamente – sé stesso e che viene osservato da se stesso. Questa intrusione dell’osservatore nel dipinto è sicuramente un elemento pop, un rinvio concettuale.
Icone e grafemi si ispirano ai Writers e ai Graffiti, al fumetto e alla pubblicità. La scrittura è rappresentazione nella sua stessa materialità: i caratteri sono disegni, il significante è un significato. Glinkowski si riferisce alle grafìe adolescenziali, agli scarabocchi e ai loghi improvvisati dai ragazzi e dalla ragazze sui muri e nei quaderni per lasciare una traccia-segno di se stessi.
L’innocenza dei caratteri infantili, i trasferelli adoperati dai ragazzini, l’alternarsi dei colori tipici dei giochi istruttivi adoperati per insegnare la lettura e la scrittura, le vernici brillanti delle scarpe e degli oggetti dei bambini, contrastano con la crudeltà disarmante dei testi.
Sono frasi che ricordano al visitatore la sua fine imminente, il suo esser caduto, inconsapevolmente in una tagliola, in una trappola. Da qualche parte c’è una bomba che sta per esplodere.
L’inquietudine è il rumore di fondo del vissuto: un rumore che viene soffocato da immagini e forme, oggetti e colori, che influenzano il comportamento degli adolescenti e degli adulti. La figurazione sembra “pulita”, ben composta e ordinata, ma è disturbata subliminalmente da un elemento sottoculturale, “trash”.
Il mondo delle immagini mixate di Lukas Glinkowski propone collisioni sociali ed estetiche: lo slang di strada e i graffiti, gli slogan e gli stickers, i suoni che invadono lo spazio comunicativo pubblico e le parole che parlano come una musica. Torna l’underground degli anni ’80 in lavori che sono citazioni di pittura e scultura, collage e rap. Evocano un contesto dal quale non si può uscire.
Lo spazio in cui – secondo Glinkowski – si può collocare l’arte contemporanea, è quello dei codici subculturali di bellezza e di vitalità diffusi tra i giovani: addestrati a leggere la superficie delle parole, a identificarsi nelle immagini delle cose, a seguire la musica che giunge fino a loro.
Giulio de MARTINO Napoli 25 Settembre 2022
La mostra
Luigi Solito Galleria Contemporanea. Ex Lanificio, Piazza Enrico De Nicola 46, scala B – piano 1, Napoli
Lukas Glinkowski – 00
Opening venerdì 23 settembre 2022 – ore 19:00
Lunedì – venerdì > 9.00 – 18.00 / sabato e domenica > su appuntamento
081 304 19 19 | 081 45 13 58 | info@luigisolito.it