Le “Temporary Relationship” di Manuela Mancioppi: a villa Farinacci l’arte che fa vivere d’arte

di Rita RANDOLFI

Le Temporary Relationships emozionano il festival MOVE THE MUSEUM! When Water Touches the Ground a Villa Farinacci a Roma

Per un pomeriggio il giardino intorno alla romana Villa Farinacci, chiusa da oltre vent’anni e finalmente riaperta al pubblico, si è trasformato in una sorta di eden incantato, dove persone di tutte le età hanno potuto vivere un’esperienza unica grazie alla realizzazione di una performance ideata dall’artista e docente Manuela Mancioppi, che l’ha messa in scena insieme agli studenti del liceo artistico “Enzo Rossi”.

La  performance è stata una delle numerose iniziative del  festival di arti visive, performative e multimediali dal titolo MOVE THE MUSEUM! When Water Touches the Ground, presentato dal MAXXI insieme all’Associazione Culturale Roerso Mondo e ZIP_Zone d’Intersezione Positiva, allo scopo di pubblicizzare un luogo restituito alla collettività e destinato ad ospitare eventi culturali, che vedano come protagonisti i giovani del IV Municipio. Merito della preside del liceo Rossi, prof.ssa Mariagrazia Dardanelli, l’aver aderito all’iniziativa, che ha coinvolto studenti e professori. La Mancioppi, che gentilmente si è lasciata intervistare, ha voluto proporre  la sua performance, Temporary Relationships, facendo indossare agli allievi di alcune classi, maglie cucite le une alle altre mediante le maniche a formare un unico capo d’abbigliamento interattivo, morbido, adattabile alle varie situazioni ed al movimento, capace inoltre di coinvolgere i diversi fruitori del parco.

Temporary Relationships nasce da un’intuizione avuta nel 2011 dalla Mancioppi durante un convegno, dal titolo Contemporary-City. L’artista, giocando con le parole, ha ideato Temporary Seating, uno spazio destinato a sedute temporanee urbane, durante le quali  più persone potevano indossare contemporaneamente  un maglione, per scaldarsi e scambiarsi emozioni, stabilendo un contatto. Nel 2014 il progetto si è evoluto prendendo il titolo di  Temporary Relationships. Lo spazio non era più un luogo fisso, dove si poteva stazionare seduti, ma un ambiente aperto, le strade del meraviglioso centro storico di Firenze, trasformate nel teatro in cui i performers si muovevano con disinvoltura indossando maglioni di lana colorata. La Mancioppi, ispirandosi alla mamma, con trent’anni di lavoro alle spalle nel settore della maglieria, aveva riutilizzato  scampoli di stoffe diverse e di differenti materiali, lana, cotone, scarti di tappeti.

Lo scopo della performance, come di tutta l’attività creativa della Mancioppi, è quello di coinvolgere il pubblico, lo spazio circostante, la materia, in un dialogo dinamico che possa abbracciare la mente, il cuore, i cinque sensi, insomma la totalità dell’essere umano, invitato a ricevere e donare qualcosa di sé in un’esperienza sempre nuova ed arricchente.

Per questo festival gli studenti della Mancioppi hanno indossato maglie a tinta unita color carne, pensate per un’altra esibizione. «Non solo è diverso il colore – ha dichiarato l’artista – ma anche il tessuto. Quelle stretch sono state cucite nel 2015  per dei danzatori professionisti: le avevo immaginate come una seconda pelle, che garantisse estrema  libertà  di movimento. Mentre  le altre, più comode, in cotone, erano indossate dai performer, che in un certo senso dovevano “costringere” i passanti ad abitare gli abiti – altro gioco di parole- insieme a loro».

«I miei alunni sono bravissimi, – ha affermato con commozione ed una punta d’orgoglio la professoressa – pur non essendo dei professionisti sanno muoversi con agilità, riuscendo a trasmettere il messaggio di fondo, creando relazioni con i passanti, proponendo loro un’esperienza diversa».

In effetti i ragazzi, quasi danzando, uniti a gruppi di otto, di tre, di due  dalle maglie, si sono divertiti a rincorrersi tra i pilastri  dell’edificio della villa, hanno intrecciato girotondi intorno ai bambini e alle mamme, spogliandosi a turno delle bluse e infilandole quando a un signore, quando a un coetaneo, quando ad un anziano. Le reazioni sui volti dei presenti sono state le più varie, stupore, imbarazzo, allegria, divertimento, desiderio di partecipazione.

Una signora ha dichiarato «Si respira un’atmosfera di leggerezza, di spensieratezza, di cui tutti abbiamo bisogno. Questi ragazzi sono contagiosi, e contagiano tutti con i loro sorrisi. Sembra di vivere un sogno, come se tutti si conoscessero e fossero felici di stare insieme e  di condividere questa gioia».

È stato chiesto alla Mancioppi «Il fatto di avere dei performers giovani cambia qualcosa nella percezione del pubblico?» «Sicuramente gli adolescenti stringono amicizia più velocemente, sono senza filtri, più autentici, spontanei. E gli stessi studenti hanno aggiunto: «È stato un giorno indimenticabile, in cui ci siamo divertiti, divertendo anche gli altri, bambini e adulti. Noi ci siamo sentiti molto uniti, ed è stato bello trasmettere questo senso di amicizia anche a chi non conoscevamo».

Dunque un’esperienza nuova anche per l’artista, che giustamente ha filmato i suoi allievi in un atto creativo che ha aggiunto genialità a fantasia, sentimenti a sensazioni in un clima di  libertà e  complicità.

Tutto il parco era interessato alla performance, il giardino con i suoi alberi, l’architettura razionalista dell’edificio del Farinacci, il tramonto di una giornata luminosa di fine settembre e la gente, che invogliata  da tanta bellezza, mostrava esplicitamente il desiderio di voler donare il proprio contributo. Un sogno che ha riacceso la speranza nei cuori dei presenti, giovani e non coscienti che l’arte può riscattare, regalare gioia, instaurare relazioni.

La presenza del liceo “Enzo Rossi” alla manifestazione si è conclusa con un’incantevole sfilata, che ha avuto per tema “Gli abiti delle donne dei quadri di Monet”. I vestiti realizzati  e indossati dalle alunne delle classi di design per la moda, amorevolmente seguite dalle professoresse Patrizia Corona ed Anna Soccorsi hanno affascinato il pubblico, riscuotendo largo consenso. La sfilata si è conclusa con un tableau vivant: sullo sfondo dei dipinti del celebre impressionista, proiettati su uno schermo di una delle sale della villa, le modelle, in parte  sedute ed in parte  piedi, fingevano di chiacchierare allegramente riproducendo un vero  quadretto di quotidianità  ottocentesca.

Un messaggio importante dunque quello lasciato dai professori e dagli studenti del liceo “Enzo Rossi”: l’arte può unire le persone, e la creatività genera altra creatività, divenendo un balsamo dell’animo umano.

Rita RANDOLFI     Roma   ottobre 2018