di Claudio LISTANTI
Nel marzo del 2020 abbiamo presentato sulle colonne virtuali di About Art due cd editi dalla casa discografica Tactus e interamente dedicati alla cantate di Carlo Rainaldi, grande architetto ma anche valente musicista come dimostrano questi due cd, il cui merito va ascritto alla cura ed alla competenza di Lorenzo Tozzi, musicista e musicologo molto apprezzato nel campo della musica barocca, principale protagonista di questo progetto che valorizza la produzione musicale di uno degli architetti più in vista del ‘600 romano. Tozzi ha proposto queste musiche anche in diversi concerti dal vivo, ottenendo sempre lusinghieri successi. Correlare al seguente link: https://www.aboutartonline.com/i-capolavori-musicali-dellarchitetto-carlo-rainaldi-pubblicati-due-cd-di-grande-suggestione/
Nell’ambito dello stesso articolo avevamo dato anche la notizia che era in corso di definizione una edizione critica delle Cantate di Carlo Rainaldi curata dallo stesso Lorenzo Tozzi. Un evento che, purtroppo ha avuto un ritardo della pubblicazione rispetto ai tempi programmati a causa delle difficoltà relative al covid, può essere considerato l’elemento conclusivo dell’ambizioso, e importante progetto, che ha il pregio indiscusso di porre queste musiche non solo all’attenzione degli ascoltatori e degli appassionati ma, anche, di fornire un valido strumento a tutti gli esecutori e gli addetti ai lavori, utile per indirizzare e definire eventuali scelte esecutive.
L’Edizione critica delle Cantate di Carlo Rainaldi è stata pubblicata in questi ultimi giorni grazie all’Istituto Italiano per la Storia della Musica (IISM), la Fondazione attualmente presieduta dal professor Claudio Consolo. Inoltre ha avuto il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Direzione Centrale per lo Spettacolo dl Vivo e Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali senza dimenticare il patrocinio e il sostegno dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Questa preziosa pubblicazione possiede una interessantissima introduzione scritta da Paolo Portoghesi, figura di spicco nel mondo culturale italiano per la sua attività di architetto, accademico e teorico dell’architettura che ne arricchisce e ne valorizza il contenuto. Un intervento specialistico davvero pregevole rivolto a mettere in evidenza la figura di Carlo Rainaldi, disegnando un ritratto dell’artista tramite un interessante parallelo tra l’architetto e il musicista trovando una sintesi che riesce a condensare il pensiero e la poetica che l’artista espresse praticando le due arti riuscendo a trovare una convergenza.
Portoghesi parte da alcune note biografiche ricavate da Lione Pascoli, scrittore e storiografo dell’arte perugino, che nel suo libro ‘Vite dei pittori, scultori e architetti moderni’ ci da alcuni interessanti riferimenti per una figura di artista del quale si conosce molto poco nonostante abbia lasciato alcune notevoli opere architettoniche. Pascoli ne descrive l’aspetto fisico:
co alto […] candido di volto, con naso lungo e larga fronte, molto avvenente, simpatico e gioviale, venerando e grazioso’.
Conduceva una vita brillante e portata alla socialità
‘… i primarj signori si pregiavano d’intervenire, nelle sue domestiche e familiari conversazioni, ed uscire con lui la sera a passeggiare per una villa, ora per un’altra, fuori delle porte, e di ritornare poi seco a casa nell’istesse sue conversazioni. Era continuamente regalato de’ più rari e squisiti commestibili, che capitavano nelle piazze, e sovente anche delle gioie più preziose, che si trovavano al Pellegrino’
Per quanto riguarda le testimonianze del Rainaldi musicista, Portoghesi ne cita alcune ricavate da un testo di Giovanni Battista Passeri, ‘Vite de’ pittori, scultori ed architetti che hanno lavorato in Roma, morti dal 1641 fino al 1673 e 1772’ nel quale l’autore, scrivendo la biografia del padre Girolamo, ci dice
‘Uno degli strumenti che Carlo suonava, oltre al cembalo, l’organo, l’arpa e la lira – secondo la testimonianza era la misteriosa “rosidra” invenzione di Paolo Giordano Orsini, duca di Bracciano’.
Approfondendo la figura del Rainaldi musicista collegandone la specificità con quanto messo in evidenza dallo stesso Lorenzo Tozzi, Portoghesi orienta la lente di ingrandimento su una delle caratteristiche fondamentali dell’architetto-musicista, quello dell’uso delle dissonanze che lo stesso Portoghesi definisce ‘palesi dissonanze nel contesto delle cantate prefigurando futuri sviluppi del discorso musicale …’.
Su questo assunto costruisce la sua tesi che porta ad individuare un’affinità tra architettura e musica, che risulta molto affascinante considerando anche il fatto che, nel periodo barocco, tra le due arti esisteva, a suo giudizio, una correlazione non molto velata tra i due linguaggi.
A sostegno di questa tesi Portoghesi, considerato anche il fatto che Rainaldi agisce in un periodo dominato da grandi artisti come Bernini, Borromini e Pietro da Cortona, la loro grandezza, in un certo senso, oscurò le sue doti di architetto ma, allo stesso tempo, ne stimolò la ricerca di una sintesi ‘visiva’ così come, nella musica, fa tesoro degli insegnamenti di Giacomo Carissimi; tutti elementi che lo hanno spinto ad un nuovo modo di fare musica che per molto tempo non è stato considerato ma che, grazie al progetto di Lorenzo Tozzi, riesce nel terzo millennio a salire efficacemente alla ribalta.
Portoghesi prende ad esempio uno dei capolavori architettonici di Rainaldi, la chiesa di S. Maria in Campitelli. Citiamo le sue stesse parole:
‘La dissonanza musicale è la caratteristica di alcuni intervalli o accordi di produrre nell’ascoltatore un effetto per il quale si adoperano aggettivi come sgradevole, aspro, stridente e via dicendo. Tale effetto viene spesso seguito da un ulteriore insieme di suoni consonanti che compensano il carattere sgradevole e lo rendono coinvolgente e opportuno. Nelle architetture rainaldiane è – a mio parere – possibile individuare dissonanze significative’.
All’interno della chiesa ci sono due strutture collegate, la navata con la splendida parte scenografica delle cappelle laterali alla quale si contrappone il resto del ‘santuario’ che pone in evidenza una palese geometria; due visioni che entrano in ‘dissonanza’ tra loro per un effetto che colpisce ‘visivamente’ il visitatore appena varcata la soglia della chiesa.
Altro elemento dimostrativo di questa affascinante teoria è la contrapposizione tra timpano circolare e timpano triangolare come evidenzia l’analisi della struttura della facciata che secondo Portoghesi si distacca dal contrasto concavo/convesso borrominiano per produrne uno diverso e nuovo; tale aspetto si può verificare nella facciata della stessa Santa Maria in Campitelli.
Questa interpretazione di Paolo Portoghesi si coniuga in maniera del tutto felice con l’analisi musicale di Lorenzo Tozzi che individua, nelle cantate di Rainaldi, decisi elementi di contrasto che citiamo con le sue stesse parole:
‘nelle cantate di Rainaldi si registrano una natura epico-drammatica e una grande coerenza tonale nell’impianto armonico delle arie, mentre maggiore mobilità è concessa ai recitativi…’ aggiungendo poi ‘non manca una fitta serie di sottolineature espressive come false relazioni cromatiche o dissonanze a sottolineare una interpretazione del testo più musicale che virtuosistica. […] esemplari il respiro melodico […] arditi accostamenti armonici, salti intervallati, false relazioni armoniche …’.
Per quanto riguarda questa nuova edizione critica che si inserisce nel mondo della musicologia e della storia della musica, il suo autore, Lorenzo Tozzi, ha lavorato con l’intento principale di rendere accessibile questa importante quantità di cantate, tutte di carattere profano, ad una platea di potenziali fruitori, la più vasta possibile, per offrire la possibilità di ampliare le conoscenze musicali di tutti gli studiosi e gli addetti ai lavori.
Nella sua introduzione all’opera Lorenzo Tozzi, infatti, ci dice che ha approntato ‘una edizione pratica, che tenesse conto di tutti gli eventuali suggerimenti del revisore nella armonizzazione del Basso continuo anche in considerazione della spesso poco chiara (quando non erronea) cifratura originale e della decifrazione a volte dubbia del testo o delle note. Ogni intervento è stato doverosamente notato nell’apparato critico in modo da consentire al lettore di farsi una sua propria idea in merito al problema affrontato’.
La maggiore difficoltà per Tozzi è stata quella di superare la mancanza per opere del ‘600 di disporre di diverse fonti musicali che possano consentire un confronto che consenta diverse possibilità di interpretazione come avviene per opere musicali appartenenti al ‘700 e agli anni successivi.
Il fatto di avere, nella stragrande maggioranza dei casi, non più di una fonte musicale a disposizione ha complicato spesso le cose, non offrendo ulteriori possibilità di confronto. Più in particolare, Tozzi, ci ricorda che del ‘600 non abbiamo esaurienti trattati di armonia e quindi si può andare incontro a false interpretazioni se ci basiamo su quelli del ‘700, correndo il rischio di non farci comprendere la valenza di certe soluzioni armoniche che per essere state adottate nel ‘600 possono essere considerate oltre che spregiudicate anche sperimentali e, in definitiva, avveniristiche.
Audio 1
Carlo Rainaldi
Ho il cuor costante (Costanza in amore)
Testo del Duca di Bracciano
Anche questa cantata, come molte altre di Carlo Rainaldi, è elegante e pervasa di dolcezza e di una non celata sensualità. Prova della vita brillante e amorosa del musicista narrata da Lione Pascoli, molto attratto dal genere femminile anche se rimase scapolo. Da notare in questa cantata gli abbellimenti che evidenziano lo stato d’animo di chi è innamorato con le volute che sottolineano le parole ‘laccio’ e ‘fuoco’ una condizione che porta alla felicità più che al patimento sottolineata dal delizioso virtuosismo della linea vocale del soprano nel finale in corrispondenza dell’inciso ‘è gioia’.
Testo
Ho il cuor costante/da soffrir pena e dolore./In Amore quel che soffre è vero Amante/Per me laccio, strale e fuoco/è poco./Son dolci e care/le punture e son gradite/a chi sa l’arte d’amare./Per me il duol, benchè ne muoia, è gioia.
Soprano: Rosita Frisani
Romabarocca Ensemble. Direttore Lorenzo Tozzi
Edizione Tactus 2012
https://www.youtube.com/watch?v=8vVk5qmKAmw
Ma il progetto ‘Carlo Rainaldi’ non si esaurisce in maniera definitiva qui. Infatti, prossimamente, sarà pubblicato, sempre ad opera della Tactus, un terzo Cd dedicato al compositore e contenete altre sette cantante recentemente reperite, tutte inserite nell’edizione critica che stiamo recensendo. Tra queste c’è da segnalare ‘Oh sentite che disgrazia’ reperita presso la Biblioteca Marciana di Venezia composta ’inusualmente’ per soprano e tenore e ben quattro per soprano musicate su un testo del poeta inglese Patrick Carey, ‘Di’, mio cor’, e ‘Pupillette, ben si avvede’ rinvenute presso la British Library di Londra e ‘Con lusinghe di sirena’ anch’essa rinvenuta presso la British Library ma anche presso la Christ Church Library & Archives di Oxford ma in una edizione poco attendibile.
Sarà una prima registrazione mondiale e riprodurrà un’esecuzione diretta da Lorenzo Tozzi come di consueto alla guida del Romabarocca Ensemble ed avvenuta nello scorso mese di ottobre a Roma presso l’Oratorio dei Barnabiti. Dell’avvenuta pubblicazione daremo notizia ai nostri lettori.
Claudio LISTANTI Roma 14 febbraio 2021