“L’inquietissimo cervello di Michelagnolo” nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. Documenti seicenteschi dall’Archivio di Stato di Siracusa

di Valentina CERTO

La chiesa di Santa Lucia al Sepolcro nei documenti seicenteschi dell’Archivio di Stato di Siracusa

Michelangelo Merisi, dopo la fuga da Malta, nell’autunno del 1608, approda in Sicilia, a Siracusa.

Si pensa l’arrivo sia da datare al mese di ottobre poiché in un verbale del Concilio dell’Ordine di Malta, riunitosi il 6 ottobre 1608, si chiedeva a due cavalieri di seguire le tracce del pittore fuggito dalla prigione del forte Sant’Angelo. A Siracusa, Caravaggio, probabilmente ritrovò una vecchia conoscenza, il pittore siracusano Mario Minniti, attivo in giovinezza anche a Roma e adesso, nella sua città, pittore stimato e ricercato.

Michelangelo Merisi, Seppellimento di Santa Lucia, Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, Siracusa.

Nella città siciliana, tenendo conto del racconto di Francesco Susinno, il Senato della città [1], grazie all’intercessione proprio di Minniti, (ma è anche plausibile un aiuto del nobile Vincenzo Mirabella [2]), gli affidò la commissione di una pala d’altare con Santa Lucia, il Seppellimento di Santa Lucia [3], destinata all’altare maggiore della chiesa extra moenia di Santa Lucia al Sepolcro, secondo la tradizione luogo del martirio e di sepoltura della santa, situata fuori le mura di Ortigia.

Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, foto da basilicasantalucia.com

Volendo ricostruire la storia della chiesa, in alcuni fogli conservati presso l’Archivio di Stato di Siracusa, negli Atti del Senato, volume 9, riferito agli anni 1612-1626, precisamente i fogli 503 (r. e v.), 504 (r. e v.), 505 (r. e v.), si parla di un Consiglio che si è riunito il 13 febbraio del 1626, in cui si stabilisce la direzione della chiesa e si racconta, brevemente, la storia degli ultimi anni. La chiesa nel 1469 era stata assegnata ai Francescani Osservanti (che furono nuovamente chiamati nel 1515 e nel 1545), e poi retta da un Collegio. (Istituito nel 1507, il Collegio inizialmente fu composto da 4 cappellani Regi, successivamente, a causa dello stato di incuria in cui versava la Chiesa, dal 1542, fu istituito il Consiglio dei Dodici, per poi, dal 1552, ridursi nuovamente a 4 cappellani).

Nei mesi in cui Caravaggio era presente a Siracusa, il ruolo direttivo era stato affidato, dal Senato, alla Congregazione di San Filippo Neri (che seguivano la regola dell’Oratorio di San Filippo Neri), poiché la chiesa si trovava in uno stato di incuria. Le carte non esplicitano in maniera precisa per quanto tempo la Congregazione prestò servizio presso la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro. Si legge “un anno et mesi”.

Nei documenti si fa riferimento anche a tre a nobili, estratti dal bussolo, che, dal 1541, svolgevano il ruolo di procuratore (carica mantenuta per due anni). Anni dopo, dal 1618 al 1626, il senato, i procuratori e l’illustrissimo vescovo Torres, dal momento che la chiesa risultava nuovamente quasi in disuso, la affidarono ai Francescani Riformati, di cui, nei fogli si loda l’operato.

Si trascrivono integralmente i cinque fogli relativi al consiglio datato 13 febbraio 1626:

Atti del Senato, vol. 9, anni 1612-1626, f. 503v, Siracusa, Archivio di Stato di Siracusa. Su concessione del Ministero della Cultura. (Si ringrazia l’Archivio di Stato di Siracusa).

Die 13. Februarij 9. Inds 1626

Congregatis in domo Universitatis Fidelissimae Urbis

Siracusarum infranscriptis de consilio

D.Julio Celestri Judice Jurista

Mario Satalia Judicibus Jdiotar

Cons.lijs: Don Joseph Xuares;  Don Francisco de Aretijs Barone Targie;  Francisco Danieli;  Don Joseph Bonajuto; Bernardino Landolina; Joanne Baptista Landolina

Juratis: Sp.le Vincenzo Bou; Sp.le Petro Peracontati; Sp.le Don Guglielmo Bell’homo; Sp.le Mario Nava Barone

Essendo congregato il suddetto Consiglio fu in quello preposto che dà chi non vi é memoria di homo Incontrario il governo la cura et l’admnistratione della Chiesa di Santa Lucia nostra Patrona non solo circa l’exactione di renditi et a lire ma anco circa l’electione delle persone, che quella santa Casa avessero da servire é stata come al presente dell’Illustrissimo Senato et Procuratore di quello che perciò per spatio di anni doi sceligono tre Procuratori nobili dal Bussolo del quale tutti l’altri offitiali s’extrahono

Laonde per esser quello un luogho consacrato con il prezioso sangue di Santa Lucia Vergine et Martire sotto cui il Patrocinio et tutela immediatamente sta questa Città sempre s’ha procurare con ogni studio et diligenza come fosse possibile, che quel santo Luogo fosse venerato, custodito et servito insieme da sacerdoti et persone Religiose che con vero et devoto affecto con quella reverenza possibile dovuta ad una tanta gran santa devota et Protectrice con santo zelo di Carità s’Industriassero servire ma per giusto giudizio di Dio et maggior Gloria et servitio

di Santa Lucia non fú gia mai possibile poiche eletti dalla sudetta Città et Procuratori diversi sacerdoti et chierici seculari alla dedicatione di cossi santo servitio non solo con il devoto decoro era honorato quel tempio ma totalmente dell’istituto addio alla Devotione di cittàdini et il disservitio di quelli unde si tenti di nuove forze con l’electione di sacerdoti et clerici Seculari Cittàdini et forestieri facta da detto Senato s’accertasse meglio il bramato servitio, et decoro ma pure succedette l’Istesso onde venne quasi ad essere derelitta et abbandonata con gran scandalo di tutto il Populo finalmente Ingegnandosi molte persone devote di trovar modo come potesse con qualche decoro accértarsi il servitio di quella Santa Casa fu preposto sarebbe stato molto à preposito vi si fundasse In quella con la scelta d’alcuni sacerdoti et chierici megliori cossi Cittadini come forestieri La congregazione di San filippo neri, et per il desiderio tenia ogni uno di veder prosperare con augmento di servizio et divozione quel santo Luogo fu acceptato il Pensiero considerando che con L’unione et regule di cossi devoto oratorio si dovesse conseguire il bramato fine del servitio della Santa et cossi Ineffetto habbia fatta detta electione dal senato fu stabilita et confirmata detta congregatione concedendo quella chiesa derelitta, et all’Intutto destructa d’ogni servitio, á molti Sacerdoti, et chierici Cittadini et forastierim sotto il detto titulo dell’oratorio seu congregatione di San Filippo Neri, et avendo la sudetta Congrégatione servito per spazio

d’un anno, et mesi si disfece In modo ché mancò afatto il servitio essendo dall’Intutto abbandonata La chiesa per il che exclamava il Populo con vero ardore di core vedendo abbandonato il servitio di una Protettrice cossi grande et non potendo soffrire il Senato y Procuratori di quello il Consiglio della Città et tutti In particolare et In Universale il disservitio della Santa. il grido et scandalo de populi per dare rimedio á tanti Inconvenienti andavano notte et giorno investigando il modo come quella chiesa consecrata con il Pretiosissimo Sangue havesse il dovuto culto et riverenza et doppo matura consideratione con parere di homini non meno Saviy che santi piacque á sua divina Maestà et alla Santa Gloriosa che si facesse L’electione per la Religione di Padri riformati dell’osservanza et Ineffetto con L’authoritá dell’ Illustrissimo et Reverendissimo Monsignore Torres all’hora Vescovo L’Illustrissimo Senato et Procure di quello chiamarono detta Religione et al servitio della nostra Prothomartire Lucia li dedicarono et con le dovute conditioni et cauthela Li fu consignata La sudetta chiesa et perche l’oddor di santità di tanta gran Religione era sparso per tutti al piantar della Croce vi concorse con grande applauso et giubbilo il Vescovo con il Clero il Senato la nobiltà tutto il Populo dell’uno et l’altro sesso et già á somma gloria di Dio et Santa Lucia otto anni sono fino al presente la sudetta chiesa hanno servito et servino con tanta

riverenza decoro et Santitá che il Populo tutto per le sante opere di cossi sacra Religione In honore della sua Patrona et ardentimente Infiamato della Loro devotione vedendo che’ ad esso veramente have nome di Chiesa fiorendo Inquella La Celebrazione di Divini offitiy et oractioni di nocte et di giorno celebrandosi più di venti Messe ogni giorno sotto L’Intercessione di Santa Lucia e àpro’ de Benefactori conspargersi La Parola di Dio cossi in publico come in privato havendo sempre li sudetti Padri la mira et l’Inte[…] al vero servitio di Dio et di Santa Lucia . conforme ni fa’ viva testimonianza La città tutta che percio’ pretendendosi vanamente d’un cer[…] Don Andrea Macca sotto asserto colore d’alcuni pochi preti che la sudetta chiesa s’assigna a’ loro essendo questa pretentione mera vanità non ci competendo a’ Loro sorte di actione alcuna et sarebbe a’ tornare a’ peggiore Inconveniente che prima In grave dispendio et disservitio della chiesa competendo a noi L’electione guoverno et administratione di quella casa et In conseguenza la defenctione di quanto potrà occorrere In honore Nostra Santa mercé a’L bon Servitio della detta Re(li)gione, Religione.

Fu concluso per detto Consiglio n. d. che per questo effetto si spendesse quanto sarrà necessario sopra le rendite et Gabelle di detta Città et non potendo sempre congregarsi Insieme et comparire unitamente fu anche concluso nemine discrepante et si determino che li procuratori di detta Città extratti dal nostro Bussulo per il tempo che duriranno dal giorno che foro extratti sino al tempo che si extraheranno L’altri oltre L’authoritá che Inciò hanno siano di più deputati et destinati tutti tre per questa Causa dandoci ogni authoritá et potesta ad effetto di poter comparere defendere reclamare et fare tutto quello et quanto puo’ fare l’Istesso Senato et Consiglio constituire uno o’ più Procuratori etiam dio con potesta di substituire In qualsivoglia magistrato

In questo Regno di Sicilia et fuori mandare persone a’posta per comparire dove serrà bisogno con amplissima potestà scrivere Lettere per questo effetto al nome del Senato et di tutto il Consiglio acciò si defenda L’electione da noi fatta Inpersona di detti Padri et Religione et resechino ogni calumnia da qualsivoglia Inquietante essendo sempre prontissimo tutto il Consiglio con tutte Le forze et spese possibili defendere Inogni luogo il mantenimento et stato della sudetta chiesa per il decoro servitio e’ gran edificatione si consequisce dal stato di cossi Sacra et Santa Religione

Valentina CERTO  Messina 26 Gennaio 2025

DOCUMENTI TRASCRITTI:

Atti del Senato, vol. 9, anni 1612-1626, ff. 503r, 503v, 504r, 504v, 505r, 505v, Siracusa, Archivio di Stato di Siracusa

NOTE

[1] Nei documenti relativi al Senato, in realtà, non sono presenti menzioni al quadro di Caravaggio per la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro.
Numerose informazioni provengono dalle fonti, soprattutto da Susinno che nelle Vite, del 1724, a pagina 110, scrive: “fuggì in Sicilia, e ricovratosi nella città di Siracusa fu ivi accolto dall’amico suo e collega nello studio di pittura, Mario Minnitti pittore siracusano, da cui ricevette tutta la compitezza che poté farle la civiltà di un tal galantuomo. Lo stesso supplicò quel senato della città acciò impiegasse il Caravaggio in qualche lavoro, e così potesse aver campo di godere per qualche tempo l’amico ed altresì osservarsi a qual grado di altezza erasi portato Michelagnolo, mentre se ne udiva grande il rumore e ch’egli fosse in Italia il primo dipintore. L’autorità di quel magistrato non pose in non cale l’occasione, ed insubito l’impiegò nella fattura di una gran tela della vergine e martire S. Lucia siciliana. Oggi giorno ammirasi nella chiesa de’ Padri Riformati di S. Francesco, dedicata alla stessa gloriosa santa, fuori le mura della medesima città. In questa gran tela il dipintore fece il cadavere della martire disteso in terra, mentre il vescovo con il popolo viene per sepellirlo e due facchini, figure principali dell’opera, una di una parte ed una dall’altra, con pale in azzione che fanno un fosso acciò in esso lo collochino. Riuscì di tal gradimento questa gran tela che comunemente vien celebrata, ed è tale di questa dipintura il meritato concetto che in Messina ed altresì in tutte le città del regno se ne veggono molte copie. L’inquietissimo cervello di Michelagnolo, amando vagare pel mondo, lasciò gli agi della casa dell’amico Minnitti. Portossi alla città di Messina”.
[2] Vincenzo Mirabella, nobile e storico siracusano incontra Caravaggio a Siracusa nel 1608, subito dopo la fuga con infamia del pittore da Malta. Questo incontro, avvenuto presso le latomie siracusane, è narrato nelle Dichiarazioni della pianta dell’antiche Siracuse, e d’alcune scelte medaglie d’esse, e de’ Principi che quelle possedettero, descritte da Don Vincenzo Mirabella e Alagona cavalier Siracusano, opera pubblicata a Napoli nel 1613.
[3] La prima fonte per il dipinto è quella di Bellori, nel 1672. Scrive nelle Vite a pagina 210: “Pervenuto in Siracusa, fece il quadro per la Chiesa di Santa Lucia, che stà fuori alla Marina: dipinse la Santa morta col Vescovo, che la benedice; e vi sono due che scavano la terra con la pala per sepelirla”.