di Nica FIORI
Le sculture iperrealiste di Carole A. Feuerman in mostra alla GAM di Roma
L’immagine di una giovane donna, seduta su una grande fitball con le gambe nude accavallate e una cuffietta da nuoto in testa, indifferente ai passanti e al traffico di via Francesco Crispi, anima da qualche giorno l’ingresso della Galleria d’Arte Moderna di Roma.
La sua figura è talmente perfetta da sembrare vera, ma si tratta in realtà di Bibi on the ball, una scultura in resina laccata realizzata nel 2017 da Carole A. Feuerman, un’affermata scultrice americana che è stata definita dallo storico dell’arte John T. Spike “la regina del super-realismo”.
Alcune sue stupefacenti opere sono esposte a Roma per la prima volta nell’ambito della nona edizione del progetto “From La Biennale di Venezia & Open to Rome. International Perspectives”, il cui scopo è quello di far convergere insieme le “prospettive” d’arte di due città, come Venezia e Roma, che lavorano per far viaggiare le esperienze dell’arte internazionale sul territorio nazionale.
L’iniziativa è a cura di Paolo De Grandis e Carlotta Scarpa ed è promossa dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con PDG Arte Communications, in partnership con Bel-Air Fine Art – Contemporary Art Galleries, e il patrocinio dll’Ambasciata degli Stati Uniti d’America.
La Feuerman, il cui nome richiama il fuoco (in tedesco Feuer), sente in realtà una profonda attrazione per l’acqua, tanto da aver raggiunto il successo a partire dagli anni Ottanta del Novecento con le sue sculture di nuotatrici e bagnanti, ritratte nell’attimo di una quiete sospesa.
Altri soggetti cari all’artista sono le figure di atlete colte nell’atto di maggiore tensione fisica o psicologica. Le sue opere sono realizzate in resina, bronzo e marmo, a grandezza naturale e in miniatura, ma ci sono anche pezzi di grandi dimensioni, adatti per una collocazione all’aperto.
In questo appuntamento romano la Feuerman presenta sculture di figure femminili in resina colorata e alcune opere più recenti in bronzo e foglia d’oro, inserite all’interno del cortile dell’antico monastero settecentesco che ospita attualmente gli spazi espositivi della GAM, tranne Bibi in the ball, che, come abbiamo già visto, è collocata all’esterno.
Sono di bronzo una figura maschile di atleta, The Thinker (2019), il cui titolo richiama il noto Pensatore di Auguste Rodin, e Yaima and the ball (2016), raffigurante una donna nera in costume da bagno, con gli occhi chiusi in un momento di concentrazione.
Anche Monumental Brooke with Beach ball (resina laccata, 2012) raffigura una giovanissima donna con gli occhi chiusi (è riprodotta solo la parte superiore del corpo), con il volto poggiato su un grande pallone gonfiato, come se stesse riposando, forse sognando, mentre abbraccia il coloratissimo pallone. Alcune opere grafiche sono, invece, collocate in un ambiente adiacente al cortile.
Così come gli antichi greci pensavano che il corpo umano dovesse rispecchiare nelle sue proporzioni canoniche il bello ideale, sia fisico che morale (reso con l’espressione kalòs kai agathòs, cioè bello e buono), anche Carole A. Feuerman è fortemente attratta dalla bellezza umana, soprattutto quella femminile, ed evoca nella sua arte, con una grazia priva di malizia, gli anni della sua infanzia passati a Long Island, così come la sua fascinazione per l’acqua e il nuoto.
Le sue giovani donne colorate, pur così contemporanee, mutuano dal passato la forza della bellezza classica e nel loro iper-realismo avvicinano e attivano un dialogo empatico con gli osservatori. Sicuramente più monumentali appaiono le opere di bronzo brunito, che sono contraddistinte stilisticamente dall’utilizzo in alcune parti della foglia d’oro. Tutte queste opere rispecchiano probabilmente la personalità solare dell’artista, che, apparentemente bella, ricca e famosa, sembra immune da tormenti interiori e rispecchia nelle sue opere una positività e una bellezza sfavillante che potrebbe essere il manifesto della nostra epoca, anche se a qualcuno potrebbe apparire “troppo” reale, e quindi falsa.
La tecnica di Carole A. Feuerman è indubbiamente caratterizzata da una straordinaria perizia. Dalla scelta del modello al primo calco in silicone, cui segue quello in gesso, fino ad arrivare all’intervento creativo più minuzioso attraverso l’applicazione delle ciglia, gli interventi successivi sulle piccole rughe, fino alle lentiggini e alle gocce d’acqua che scivolano sulla pelle. Anche l’abbigliamento sembra sorprendentemente vero nella consistenza dei tessuti e nella resa dei colori, ma, almeno nelle opere esposte, l’abbigliamento è minimo, trattandosi solo di costumi da bagno e cuffiette da nuoto. Sono proprio questi costumi e cuffiette che vengono proposti nelle stampe a pigmenti d’archivio esposte in mostra, tra cui Multi Colour Cap on white background del 2015.
Maestra dell’illusionismo, la Feuerman riesce a stimolare con il suo iperrealismo una riflessione filosofica sulla natura della realtà raffigurata. Le sue sculture sembrano illustrare il concetto di “simulacro”, così come è stato elaborato dal critico francese postmoderno Jean Baudrillard, il quale nel suo trattato Simulacres et Simulation del 1981 sostiene che la società contemporanea ha sostituto il significato della realtà con simboli e segni e che l’esperienza umana è una simulazione della realtà. Questi nuovi “simulacri”, ovvero i modelli imposti dai media, i prodotti di bellezza o la pubblicità dei brand, sembrano emulare la realtà, ma di fatto essi stessi diventano i simboli della realtà contemporanea.
I corpi raffigurati da Feuerman sono la rappresentazione del rigore atletico e della perfezione e diventano il simbolo dell’aspirazione all’affermazione e alla vittoria da parte delle società contemporanee, non solo nello sport, ma anche nella vita, negli affari, e in generale in ogni attività sociale.
Carole A. Feuerman vive attualmente a New York e in Florida. È stata tra i pionieri del movimento iperrealista americano negli anni ’70 ed è riconosciuta, insieme a Duane Hanson e John D’Andrea, tra i massimi esponenti della scultura iperrealista. Ha insegnato, tenuto conferenze e workshop al Metropolitan Museum of Art, al Solomon Guggenheim Museum, alla Columbia University e Grounds for Sculpture. Nel 2011 ha fondato la Carole A. Feuerman Sculpture Foundation. Numerosi sono i premi vinti, tra cui il Best in Show alla Terza Biennale Internazionale d’Arte di Pechino, il Premio Lorenzo il Magnifico 2001 per la Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea a Firenze, il Premio d’Onore nel 2002 per Ausstellungszentrum Heft a Huttenberg (Austria). Le sue opere sono esposte in molti dei più prestigiosi musei del mondo e in collezioni private.
Riguardo al suo lavoro Carole A. Feuerman ha dichiarato:
“Attraverso le mie sculture trasmetto i miei sentimenti sulla vita e sull’arte. Per me è molto più facile esprimere le mie emozioni attraverso la scultura che attraverso le parole. Rappresento la vita interiore di ogni immagine che creo per catturare la passione e la sensualità del mio soggetto. In questo modo, il mio lavoro parla allo spettatore, evocando sia una risposta emotiva che intellettuale”.
Nica FIORI Roma 18 luglio 2021
“Carole A. Feuerman”
Galleria d’Arte Moderna, via Francesco Crispi, 24 Roma
14 luglio-10 ottobre 2021
Orario: dal martedì alla domenica ore 10.00-18.30; lunedì chiuso
Ingresso ordinario: Intero € 7,50 Ridotto € 6,50; per i residenti in Roma Capitale e nell’area: intero € 6,50; ridotto € 5,50 Ingresso gratuito per i possessori della Mic card
Info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.galleriaartemodernaroma.it www.museiincomune.it; www.zetema.it