Lo sfregio sulla «faccia dritta» a Maddalena Antognetti, la cortigiana modella del Caravaggio per la Madonna dei Palafrenieri.

di Fiora BELLINI

La ritrovata vita (fatti, episodi e relazioni) di Maddalena Antognietti, la cortigiana romana che fece da modella e fu donna del Caravaggio, sta tutta nel libro interamente dedicato a lei, al suo pittore [1] e ai quadri realizzati insieme in un arco temporale di sette anni, tra il 1599 e il 1606 [2]. Fra committenze private e pale d’altare a destinazione pubblica, sono ben sette e anzi otto le opere in cui è dato riconoscerne la presenza, come mostra in sintesi qui di seguito la foto-mosaico che riporta il particolare del volto di Maddalena estratto da ognuna di esse (Fig.1).

Fig. 1 a) Santa Caterina d’Alessandria, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid; b) Giuditta e Oloferne, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma; c) Marta e Maria Maddalena, Institute of Arts, Detroit; d) Deposizione nel sepolcro, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano; d) Morte della Vergine, Musée du Louvre, Parigi; e) Madonna di Loreto (alias Madonna dei pellegrini), Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, Roma. f) Madonna dei palafrenieri (alias Madonna del Serpe), Galleria Borghese, Roma; g) Maddalena reversa, Collezione privata.

È però sul penultimo riquadro che vorrei portare l’attenzione del lettore: quello in cui è dato vedere il volto di Maddalena nella Madonna dei palafrenieri, la grande tela che si conserva a Roma alla Galleria Borghese, che fu commissionata al Caravaggio dall’Arciconfraternita dei palafrenieri di Palazzo e che – come noto – tra l’8 e il 16 aprile del 1606 fu collocata e subito rimossa dall’altare in San Pietro d’ordine de’ Signori Cardinali della fabrica [3]. Ma sul convergere delle varie motivazioni, espresse e occulte, che portarono a quella decisione insindacabile nell’eccezionale congiuntura dell’Interdetto fulminato da Paolo V contro la Repubblica di Venezia, ci sarà modo di tornare.

Intanto è da ricordare in breve che per questa estrema e sotto ogni aspetto importantissima opera romana, Caravaggio volle riprendere a modello la sua Maddalena, nonostante i molti guai che solo qualche mese prima, nell’estate del 1605, aveva dovuto patire per averla chiamata a dare corpo e sembiante alla figura di Maria Vergine nella pala della Madonna di Loreto in Sant’Agostino. E per parte sua anche Maddalena accettò di tornare a posare per il suo pittore, nonostante lo scandalo scoppiato quando, in tanti, l’avevano riconosciuta lì sull’altare con in braccio suo figlio Paolo e con il taffettà giallo da cortigiana, a decorare più che coprire il suo magnifico decolleté [4].

Una plateale profanazione che Maddalena pagherà cara quando, di lì a poco, il 28 giugno del 1605 vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo, il suo concubino Gaspare, per punirla della superbia di aver impersonato la madre di Dio e per annientare la sua bellezza che lo turbava, la sfregiò a sorpresa con un coltello, a casa sua in Borgo, sulla «faccia dritta»[5].

Soltanto martedì 19 luglio Maddalena fu nella condizione di presentarsi alla cancelleria del tribunale per denunciare la violenza e mostrare la ferita al notaio il quale mise nero su bianco «ego notarius vidi sfrisium cum carnis incisione»[6] (Fig.2). Il taglio doveva essere stato lacerante se dopo tre settimane ancora si vedeva la carne viva.

Fig. 2 Archivio di Stato di Roma, Tribunale Criminale del Governatore, Investigazioni, reg. 345, cc.134v-135v (particolare c.135v)

Poi, durante l’inverno del 1606 quando Maddalena andava a posare per la Madonna dei palafrenieri nello studio che Michelangelo aveva allestito in casa del suo ospite Andrea Ruffetti, la profonda ferita dello sfregio che l’aveva ridotta nella vergogna e resa infame, lentamente si rimarginò.

A questo proposito, nell’agosto del 2021, basandomi sui particolari delle foto allora a mia disposizione (Fig. 3) e armata fino ai denti della dovuta cautela, scrivevo:

Fig. 3 Michelangelo Merisi da Caravaggio, Madonna dei Palafrenieri (particolare), Galleria Borghese, Roma
«A distanza di sei mesi la sua gota destra non mostrava segno alcuno, lasciando aperto il quesito se fosse perché, nel frattempo, la ferita si era del tutto rimarginata senza lasciare cicatrice di quel taglio deturpante […]. O se invece non fosse perché il pittore, per una volta – questa sì – in deroga alla sua poetica del dipingere dal naturale, non avesse voluto mondare, per redimere la sua donna, il volto oltraggiato di lei e donarle un’immagine di sé ancora più autentica… »[7].

Oggi però, alla luce di una nuova fotografia realizzata da HALTADEFINIZIONE visibile a questo link: https://www.haltadefinizione.com/visualizzatore/opera/madonna-dei-palafrenieri-michelangelo-merisi-caravaggio mi sento di riconsiderare quanto allora affermato e per giunta sollecitata dal parere di più di un medico qualificato, mi sono persuasa a dare del volto della Madonna dei palafrenieri  una più approfondita lettura.

Il taglio lacerante dello sfregio che Maddalena aveva patito sei-sette mesi prima si era del tutto cicatrizzato e la ferita che le era stata inferta in corrispondenza della bocca era nel frattempo guarita “per seconda intenzione” ovverosia senza sutura, procurando per ritrazione del tessuto molle una fossetta alla commessura labiale e un rigonfiamento sul labbro superiore. Appena visibile lungo il vermiglio, resta un sottile ispessimento ultima traccia dalla lama del coltello di Gaspare che si allontana…

Che dire di questa scelta temeraria del grande Caravaggio che non volle mondare né emendare da ogni residua traccia dello sfregio ai suoi occhi ancora visibile il bel volto imporporato di Maddalena? Certo, il pittore si tenne fedele alla sua maniera di dipingere dal naturale [8], ma di più l’artista che, fedele a Maddalena e devoto alla sua storia, le riconobbe tutto quanto accaduto con quel suo modo d’operare molto osservante del vero[9].

Concludo questa rapida nota con l’auspicio che il collegamento stringente tra le testimonianze d’archivio sullo sfregio patito dalla cortigiana Maddalena Antognetti e la palese attestazione che Caravaggio ne volle dare nell’ultima sua opera a Roma, siano materia di riflessione sia per chi non ha ancora voluto prender per buona la ricerca di Riccardo Bassani, sia per chi l’ha avversata con sproporzionato accanimento.

Personalmente oggi più di prima sono dell’idea che Maddalena Antognetti si confermi donna [10] e modella princeps del Caravaggio, considerato che molti fatti della sua vita puntualmente ricostruiti nel libro di Bassani trovano, insieme al dato fisiognomico, riscontro e conferma – oltre che nella Madonna di Loreto e nella Madonna dei palafrenieri – anche in altre sei opere dell’artista. Di tutte ho già dato conto in vista di ulteriori approfondimenti[11], sempre all’ordine del giorno anche in relazione alla vita e all’opera del Maestro.

©Fiora BELLINI  Roma 26 Novembre 2023

NOTE

[1] R. Bassani, La donna del Caravaggio. Vita e peripezie di Maddalena Antognetti, Donzelli Editore, 2021.
[2] Per la ricostruzione della figura di Maddalena Antognetti nel ruolo di modella entro l’opera pittorica del Caravaggio rimando a F. Bellini, La modella e il «pittor celebre»: sette storie in sette quadri in Bassani, La donna … cit. pp. 199-235.
[3] G. Baglione, Le vite de’ pittori scultori et architetti. Dal Pontificato di Gregorio XIII del 1572. In fino a’ tempi di Papa Urbano Ottavo 1642, Andrea Fei, Roma 1642, p. 137.
[4] Bassani, op. cit. pp.179-185 e Bellini, op. cit. 220-226.
[5] Bassani, op. cit. pp. 163-165.
[6] Bassani, op. cit. pp. 352-3, doc. 104.
[7] Bellini, op. cit., p. 234.
[8] Baglione, op.cit., p.137.
[9] G. Mancini, Considerazioni sulla pittura, ed. a cura di A. Marucchi e note critiche di L. Salerno, 2 voll. Accademia dei Lincei, Roma 1956-57, I, p. 108.
[10] Bassani, op.cit., pp. 19-22.
[11] Bellini, op.cit., passim.