di Silvana LAZZARINO
Nelle sale del Circolo degli Esteri a Roma il 16 ottobre inaugura una personale di Eugenia Serafini “Sguardo a Oriente” a cura del Prof. Carlo Franza, alla presenza di Luigi Maria Vignali, Presidente del Circolo degli Esteri, degli Ambasciatori Umberto Vattani e Gaetano Cortese e del curatore Prof. Carlo Franza. Sarà presente l’artista
Entro un contesto immaginale dove le rappresentazioni di aspetti legati alla realtà acquistano nuovo spessore nella loro ridefinizione atta a restituire un rinnovato ascolto di sé e di quanto intorno a partire dal recupero di quell’originario legame tra l’uomo e la natura, conduce l’arte di Eugenia Serafini, artista di fama e poetessa di successo, con all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero e prestigiosi riconoscimenti e premi ricevuti durante la sua luminosa e prestigiosa carriera. Oltre ad essere una pittrice di grande spessore comunicativo, la Serafini è installazionista, performer, giornalista, nonché direttore responsabile della rivista semestrale dell’l’ArteCom-Onlus (Accademia in Europa per gli Studi Superiori) il “FOLIVM” miscellanea di scienze umane, dedicata alternativamente alle Antiquitates (dalle origini al 1492) ed ai Periodi moderno e contemporaneo (dal 1493 ad oggi).
Partendo dalla natura dai suoi diversi scenari, ma anche dal contesto umano e sociale, Eugenia Serafini con grande sensibilità poetica e creatività, racconta dell’uomo e del suo esistere tra passato e presente, dove si rincorrono desideri e speranze, malinconie e attese guardando ad un futuro in cui recuperare quell’armonia tra finito e infinito da sempre appartenente all’universo. L’arte di Eugenia Serafini ha dato libera voce a quel codice invisibile legato alle emozioni, ma presente nei luoghi più vicini e distanti della realtà naturale dalla terra al cielo tra spazi verdi e alberi, unitamente al cosmo, con riferimento all’uomo destinato probabilmente a ritrovare quel rapporto originario e autentico con la natura.
Attraverso l’uso sapiente del colore, l’opera della Serafini racconta dei battiti di una natura permeata dal respiro del vento, dal filtrare dei raggi del sole o dal sottile rumore della pioggia, dando forma ad immagini di alberi ma anche agli elementi del cosmo tra pianeti e astri. Se gli alberi rappresentano microcosmi abitati dal mistero della vita, i pianeti e gli astri suggeriscono l’idea di un oltre e di appartenenza dell’uomo all’universo. È la vita, nella sua continua ciclicità che rinasce ogni volta come l’alternarsi delle stagioni a restituire all’individuo l’occasione di guardare dentro di sé a partire dalle proprie fragilità ritrovando il senso profondo di ogni accadimento che si presenta.
Il senso della vita a partire dall’osservazione delle bellezze che circondano l’uomo e che lo portano a nutrire un sentimento di stupore e smarrimento, Eugenia Serafini lo svela non solo nei suoi percorsi dedicati alla natura dove a trionfare sono agli alberi, o in quelli dove pianeti e stelle disegnano le geometrie dell’universo, ma in modo particolare in una serie di opere tra dipinti e installazioni in cui la magia dell’Oriente restituisce la strada verso l’invisibile a ritrovare sensazioni dimenticate perché l’armonia tra il giorno e la notte, il principio e la fine diventa possibile. A restituire entro atmosfere d’Oriente legami armonici tra l’uomo e la natura, e quel sottile equilibrio che sincronizza i contrari, è il percorso proposto dalle opere inserite nello “Sguardo a Oriente”, visibili a partire dal 16 ottobre 2020 alle ore 18.00 a Roma presso il Circolo degli Esteri fondato nel 1936 con finalità di rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri, (Via dell’Acqua Acetosa 42).
Curata dal Prof. Carlo Franza illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, che firma anche il testo in catalogo, la personale riunisce una serie di opere dedicate ad un sentire che porta con sé le infinite possibilità dello sguardo che si posa sulla tradizione orientale dove tutto si muove entro un equilibrio di pensiero e azione e la natura è luogo privilegiato per ritrovare la profondità del pensiero e l’appartenenza a questo universo nel rispetto dei ogni sua entità.
All’inaugurazione della personale di Eugenia Serafini, secondo appuntamento del progetto “Mondi Due 2020-2021” ideato dal Prof. Carlo Franza (sono in programma dodici mostre personali di dodici artisti contemporanei, alcuni di rinomata fama) insieme all’artista, saranno presenti, Luigi Maria Vignali Presidente del Circolo degli Esteri-Roma che introdurrà l’evento, il Prof. Carlo Franza, Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, giornalista e Critico de “Il Giornale”, l’Ambasciatore Umberto Vattani Presidente della “Venice International University” e l’Ambasciatore Gaetano Cortese.
ideato per il Circolo Esteri del Ministero Affari Esteri di Roma nel ventennale della Collezione Farnesina di Arte Contemporanea, dal Prof. Carlo Franza il progetto “Mondi-Due“ si concentra sulle arti che riprogrammano il mondo per restituire la globalità della cultura in una sorta di
“arcipelago di singoli mondi e singoli artisti le cui isole interconnesse non costituiscono un continente unico di pensiero, ma lo specchio di un’arte post produttiva e frontaliera, mobile, iper moderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica”.
Attraverso le sue opere -con protagoniste splendide Maripose, farfalle dai diversi colori ora tenui, ora sgargianti segno di vita e rinnovamento,Ventagli cinesi di carta e bambù dipinti con interventi di colori acrilici, le Onde e le stelle che segnano la via dell’universo- Eugenia Serafini restituisce l’emozione di quei luoghi così diversi dal nostro occidente, eppure profondamente toccanti dove ritrovare un nuovo ascolto di sé. Luoghi dove si avverte la sospensione del tempo, e dove il punto di osservazione esterno proietta all’interno per legare il proprio sentire a quell’invisibile da cui tutto prende forma.
Così accanto a “Maripose bianca e blu”, “Mariposa coloratissima”, sono i ventagli con disegni riferiti alla natura e al paesaggio (“Ventaglio fiorito”,” Ventaglio e paesaggi” e Ventaglio di Primavera”), ma anche riferiti ad alcuni animali come gli uccelli e la Tigre bianca (“Ventaglio con uccelli” e “Ventaglio della Tigre bianca”), e poi le Stelle con “Cascata di Stelle”, i ” Fuochi” rossi cari alla tradizione orientale e le Onde con il loro movimento in divenire a restituire la continuità dell’esistenza.
Il percorso espositivo permette come scrive Carlo Franza di “scoprire l’invisibile fluire degli eventi, il suo fare è suono che si propaga sulla carta e nel colore, è l’atmosfera del pensiero che cerca sè stesso dentro il mondo”. In ogni rappresentazione di Mariposa, in ogni guizzo di Onda, luminosità di stelle e disegno che impreziosisce i ventagli, si avverte come il suo sguardo sia profondamente calato nella natura, nel paesaggio e in chi lo abita tale da far pensare ad un sentire animistico, Il richiamo alla cultura orientale presente nei segni raffinati e nelle composizioni cromatiche precise e armoniose, si intreccia a rimandi legati all’informale e all’astrattismo lirico per la combinazione di linee e cromatismi.
Il tempo è come sospeso nell’osservare le sue installazioni quasi a voler scoprire quell’interazione tra materia, spazio e luce in cui ritrovare la perfetta unicità tra il principio e la fine, il giorno e la notte.
Come afferma Carlo Franza
“Le installazioni di Eugenia Serafini” “vivono nel quadro delle forme originali dell’arte italiana contemporanea, nutrite di effluorescenze, bagliori, accensioni, alla luce di proporzione, equilibrio e ordine; come in Fontana, come in Burri. E’ una ricerca la sua che si moltiplica nelle opere, con variazioni intorno al tema dell’Oriente, come ricerca della perfezione spinta fino al limite estremo. Vuoto e pieno possono essere una chiave di lettura significante delle attuali opere della Serafini, nel senso di un vuoto inteso come incontro della materia pittorica con il tutto fatto di tempo, silenzio, eternità e musica”.
Il visitatore/spettatore è catturato con gli occhi e la mente da questo scenario di colori e materia dove la natura attraverso onde, vibrazioni cromatiche, manifesta la sua bellezza e il suo mistero, la sua poesia e il suo continuo divenire nell’infinito movimento che è continua rinascita. L’ Oriente di Eugenia Serafini parla attraverso la terra e il cielo tra onde, farfalle, fiori, richiami ad animali portatori di forza, rispetto e libertà, per entrare nel vivo della ricerca di verità su questa esistenza che sempre l’uomo insegue affascinato e talora timoroso dell’infinita forza della stessa natura. “Percorso di segni e colori” come sostiene Eugenia Serafini “che è anche percorso della via del cielo e della conoscenza secondo la filosofia dell’Oriente, già tanto amata dagli artisti tra ‘800 e ‘900, e di una particolare sensibilità per il segno cromatico o monocromatico curvilineo, nervoso nella sua stesura”.
Il senso di questa vita si nasconde nell’universo interiore a partire dall’invisibile presente nella realtà esteriore, ed è da questa mostra che si può ripartire per il viaggio della riscoperta, accompagnati da quei segni e simboli insiti nella natura oltre il tempo. Segni e simboli fatti di vibrazioni, suoni attraverso cui percepire quell’aspetto invisibile nascosto dietro gli eventi da cui ha inizio la riscoperta di sé.
La mostra resterà aperta fino al 16 dicembre 2020 (da lunedì alla domenica con orario dalle 9.00 alle 22.00). Eugenia Serafini donerà una sua opera alla Collezione Farnesina.
Nel suo percorso Eugenia Serafini ha guardato costantemente ad una contaminazione tra le arti utilizzando e fondendo gli apporti di diversi rami creativi: da quello visivo-digitale a quello teatrale, poetico e musicale. In questo senso le sue installazioni performance mirano a creare una nuova sinergia di emozioni coinvolgendo più sensi in una sorta di arte totale e in questa prospettiva ha dato vita a opere di grande suggestione come le Performances, “Canti di cAnta stOrie”, Roma 2008 e l’installazione “Nuvola” portata fuori presso l’ambiente dell’Eur sotto il Colosseo quadrato in cui si avverte un forte valore estetico ed esistenziale restituiti da una cascata di immagini realizzata su cartoni che scendono lungo la gradinata. Su queste tre “Nuvole” si possono vedere i cicli della natura, della vita a ricercare l’armonia attraverso la stessa natura poiché l’uomo da solo non riesce a trovarla, mentre la natura recupera sempre quell’equilibrio necessario per rinascere ogni volta.
Eugenia Serafini ha realizzato numerose mostre in Italia e all’estero e le sue opere si trovano in collezioni, musei e archivi di diversi paesi quali: Francia, Germania, Egitto, Lituania, Norvegia, Romania, Ucraina, Uruguay, Argentina. Numerosi e prestigiosi i premi e i riconoscimenti ricevuti durante la sua carriera tra cui vanno citati: “Le Rosse Pergamene, Poesia d’amore 2018, Sezione speciale Poesia e pittura “Dall’emozione all’immagine” con una raccolta di poesie d’amore dedicate a Roma,, il .“Premio Artista dell’anno” al Premium International Florence Seven Stars Firenze 2016, la “Targa alla Carriera” dal Comune di Tolfa nel 2014 e il “Leone d’Argento” per la Creatività 2013 alla Biennale di Venezia. Senza dimenticare il Premio alla Carriera “Premium International Florence Seven Stars” Grand Prix Absolute 2017 consegnatole dal Prof Carlo Franza.
Silvana LAZZARINO Roma 10 ottobre 2020
Mostra personale di Eugenia Serafini
“Sguardo a Oriente”
a cura del Prof. Carlo Franza Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea. Giornalista e Critico de “Il Giornale” fondato da Indro Montanelli
Presso il Circolo degli Esteri. Via dell’Acqua Acetosa 42 – 00197 Roma
Inaugurazione Venerdì 16 ottobre 2020, ore 18.00 alla presenza dell’Artista
Interventi di: Luigi Maria Vignali Presidente Circolo degli Esteri-Roma
Ambasciatore Umberto Vattani Presidente della “Venice International University”
Ambasciatore Gaetano Cortese
Orario mostra: da lunedì a domenica ore 9.00/22.00; dal 16 ottobre 2020 al 16 dicembre 2020; per informazioni: Tel./ Fax : +39 02 48958934 – cell. 347 9784833
Mail: circmae@tiscali.it – http://www.circoloesteri.it/