Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella Collezione di Michelangelo Poletti. (Musei comunali Bo).

di Beatrice BAISTROCCHI

Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella Collezione di Michelangelo Poletti in mostra ai Musei Comunali di Bologna fino al 22 settembre.

Allestita nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio e curata da Angelo Mazza, rimarrà aperta fino al 22 settembre 2024 la mostra Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti.

L’esposizione si deve al gentile prestito di due affreschi facenti parte della collezione che Michelangelo Poletti ha composto nell’arco di oltre trent’anni con significative opere d’arte, che impreziosiscono il territorio bolognese. Grazie all’acquisizione del collezionista le due opere sono tornate nel loro territorio, salvate dall’allontanamento della città felsinea e dalla loro possibile dispersione (fig.1).

fig. 1 allestimento mostra

Il nucleo centrale dell’esposizione sono dunque i due affreschi, raffiguranti Alessandro magno e Taide incendiano Persepoli di Ludovico Carracci (Bologna 1555-1619) (fig.2) e Morte di Didone di Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609) (fig.3);

fig.2 Ludovico Carracci, Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli, San Martino di Soverzano, Collezione Michelangelo Poletti
fig.3 Annibale Carracci, Morte di Didone, San Martino di Soverzano, collezione Michelangelo Poletti

furono eseguiti intorno al 1592 per due camini di Palazzo Lucchini, in Piazza Calderini a Bologna, poi passato alle famiglie Angelelli, Zambeccari e infine Francia Comi, strappati per motivi conservativi e riportati su tela attorno al 1870-1873 o nei primi anni del Novecento.

Gli affreschi vengono ricordati per la prima volta nella guida storica di Carlo Cesare Malvasia nel 1686 e successivamente in tutte le guide bolognesi scritte tra il Settecento e l’Ottocento. Di Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli si conservano due fogli con la composizione generale (Washinton, National Gallery e Vienna, Graphische Sammlung Albertina); purtroppo non si conosce alcun disegno riconducibile alla Morte di Didone.

L’affresco di Annibale non è mai stato esposto in pubblico, mentre quello di Ludovico venne unicamente mostrato nel 1993, in occasione della grande mostra monografica dell’artista curata da Andrea Emiliani. Posti in vendita presso una casa d’aste di Firenze nel settembre 2022 sono stati aggiudicati all’imprenditore Poletti e grazie al lungo intervento conservativo e di restauro eseguito tra il 2023 e il 2024 da Giovanni Giannelli del Laboratorio di Restauro Ottorino Nonfarmale, vengono restituite al pubblico in condizioni ottimali di leggibilità (fig.4).

fig.4 L’affresco di Annibale Carracci prima del restauro

L’iconografia scelta dai cugini Carracci non è inusuale: tra Cinquecento e Seicento numerosi camini di palazzi bolognesi furono decorati con scene eseguite ad affresco che includono l’elemento del fuoco, spesso con significato allegorico o allusivo all’amore e alla forza. Nell’affresco di Ludovico, Taide ha sedotto Alessandro Magno e lo ha convinto a bruciare con lei il palazzo reale di Serse e la città di Persepoli, per vendicarsi dell’incendio che il re persiano aveva appiccato ad Atene, sua patria. In quello di Annibale la fiamma divampa, sulla sinistra, e accende il rogo in cui Didone ha deciso di consumarsi.

Accanto agli affreschi sono esposte due incisioni ad acquaforte di Carlo Antonio Pisarri (Bologna, 1706-1790) (fig.5-6) tratte da essi, concesse in prestito dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. Ciò dimostra che le stampe che riproponevano queste opere circolavano numerose nel XVII secolo, e contribuirono alla fama di questi affreschi.

fig.5 Carlo Antonio Pisarri, da Annibale Carracci, La morte di Didone, verso la metà del XVIII secolo, incisione ad acquaforte, Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
fig.6 Carlo Antonio Pisarri, da Ludovico Carracci , Alessandro Magno e Taide incendiano Persepoli, verso la metà del XVIII secolo, incisione ad acquaforte, Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

La mostra si avvantaggia inoltre dell’esposizione di alcuni dipinti conservati alle Collezioni Comunali d’Arte eseguiti dai Carracci e dagli artisti dell’Accademia degli Incamminati da loro fondata.

Tra questi troviamo parte di un ciclo di affreschi delle Storie di Diana e Apollo, raffigurante Ercole o Paride (fig.7); l’opera, già attribuita ad Annibale Carracci per le affinità con alcune figure del fregio Storie di Giasone in Palazzo Fava, fu in seguito riferita al suo allievo Pietro Faccini (Bologna 1562 ca. – 1602).

fig 7: Pietro Faccini (attribuito), Diana e Apollo, 1605-1606, Affresco staccato, Bologna, Collezioni Comunali d’Arte

È inoltre presente la grande pala d’altare Santa Caterina d’Alessandria riceve in carcere la visita dell’imperatrice Faustina, già indicata da fonti seicentesche come opera di Ludovico Carracci, probabilmente dipinta nella sua fase matura, come appare dalla delicata gamma cromatica e dallo schema compositivo con le grandi figure in primo piano. Vicino alla pala è esposto il piccolo rame San Francesco d’Assisi in preghiera davanti al Crocefisso, ritenuto copia di un dipinto perduto di Annibale, realizzato da un seguace intorno al 1600. La negata attribuzione al Carracci dipende dall’incertezza nella resa della figura di San Francesco e dagli angeli, mentre il paesaggio è reso con pennellate veloci ma sicure (fig.8).

fig. 8 allestimento mostra
fig.9 Ambito di Ludovico Carracci, Testa di vecchia, 1585 ca. Bologna, Collezioni Comunali d’Arte

Completano l’allestimento lo sportello ligneo di tabernacolo con Annunciazione, Dio Padre in gloria e il Prezioso Sangue di Cristo proveniente dalla chiesa di San Leonardo di Bologna e la Testa di vecchia, realizzata da un pittore di cultura carraccesca alla fine del Cinquecento (fig.9).

Seppur di ridotte dimensioni la mostra nella suggestiva Sala Urbana è assai preziosa, permettendo agli appassionati e agli studiosi di scoprire gli affreschi esposti a distanza di tanti anni e per la prima volta qui riuniti. È inoltre il segno di una collaborazione attiva tra pubblico e privato a cui tendere sempre di più oggi, per dare la possibilità di conoscere splendidi capolavori cittadini.

Beatrice BAISTROCCHI  Bologna 1 Settembre 2024

Orari: martedì, giovedì 14.00-19.00

mercoledì, venerdì 10.00-19.00.

sabato, domenica e festivi 10.00-18.30 Chiuso: lunedì non festivi

Per ulteriori informazioni: http://www.museibologna.it/collezionicomunali