di Claudio LISTANTI
Beethoven 250
L’anno 2020, giunto ormai alla fine, era, o almeno doveva essere, un anno particolare per tutti coloro che amano la Musica.
È infatti l’anno delle celebrazioni speciali del grande Ludwig van Beethoven, per ricordare i 250 anni dalla nascita di un musicista che possiamo considerare uno dei pilastri inossidabili sui quali poggia questa splendida arte.
Molte istituzioni avevano approntato programmi ‘speciali’ per onorare questo importante appuntamento. Purtroppo per quasi tutto il 2020 il mondo ha dovuto affrontare la situazione drammatica e particolare che tutti conosciamo e i festeggiamenti hanno subito un inevitabile rallentamento dovuto al divieto di effettuare esecuzioni in presenza di pubblico. Molte istituzioni hanno comunque celebrato la ricorrenza utilizzando altre forme di comunicazione come il live-streaming, le trasmissioni radio e televisive che, con minore efficacia ma intatta passione, hanno consentito lo svolgersi di festeggiamenti.
Anche noi di AboutArt online vogliamo contribuire a ricordare la figura di Beethoven in una data così importante. Anche se parlare di Beethoven e aggiungere nuovi elementi di valutazione della sua arte è impresa piuttosto complicata, visto il cospicuo numero di libri, di saggi, di studi che nel corso dei decenni sono stati dedicati all’argomento, molto frequentemente redatti da insigni storici e musicologi, e tuttavia vorremmo comunque porre in evidenza alcuni aspetti dell’immenso catalogo di opere beethoveniane, in special modo quelli che appaiono un po’ defilati rispetto alle numerose proposte musicali di questi giorni ed aggiungere, così, un piccolo, ma speriamo significativo, contributo a questa particolare ricorrenza.
Ludwig van Beethoven, assieme a Johann Sebastian Bach, sono forse, nell’ambito non operistico, i musicisti più significativi della Storia della Musica, anche se le loro poetiche possono essere considerate contrapposte. Bach, vissuto dal 1685 al 1750, è stato una sorta di ‘architetto’ che ha saputo edificare opere costruite sulle solide basi teoriche musicali, con armonia e contrappunto utilizzati come elementi di strutture perfette, mai fredde e banali, ma sempre coinvolgenti, accattivanti ed affascinanti nei suoni, per un repertorio principalmente a carattere religioso. Le emozioni che ci comunica, ancora oggi, sono momenti di elevato misticismo, di fede pura, motore di devozione e religiosità che riesce a scuotere gli animi anche dei non credenti.
Ludwig van Beethoven è anch’esso, certo, uomo dei suoi tempi ma con uno spirito che lo porta a guardare oltre il proprio presente. La sua esistenza copre un arco di tempo che va dal 1770 al 1827, quindi il suo pensiero di artista risente dello spirito romantico del momento, di quegli ‘slanci’ che ormai superano il ‘classicismo’ di fine ‘700 cambiando nel profondo lo spirito dell’individuo.
Beethoven musicista d’avanguardia
Per il nostro omaggio iniziamo proprio da uno degli aspetti che ci può far considerare Beethoven, per l’epoca, musicista d’avanguardia. A tal proposito citiamo il caso della Grande fuga in si bemolle maggiore per quartetto d’archi, op. 133. Dedicata all‘arciduca Rodolfo, venne composta nella seconda metà del 1825 e prevista come finale del Quartetto per archi n. 13 in si bemolle maggiore, op. 130. Ma da quest’ultimo fu presto separata non solo per la cospicua lunghezza ma, forse, più per la ritrosia del pubblico dell’epoca che non riusciva ad entrare nella sua complessità e ad apprezzare quelle ‘durezze’ armoniche che la caratterizzano. Un giudizio che ne ha condizionato la diffusione, almeno fino al ‘900 quando la musica si stava in gran fretta rinnovando, se ne è compreso più energicamente il valore facendo divenire il brano una vera e propria opera autonoma.
Strutturalmente è costruita da tre ampie fughe, precedute da un’introduzione che, singolarmente, Beethoven definisce Overtura. Una cellula tematica sta alla base della composizione, continuamente elaborata per giungere ad un nuovo organismo, sintesi del polifonismo e dell’esperienza classicistica. Intensità sonora e sintesi ‘musical’ sono untiti da una fusione solida e robusta che riesce ad ammaliare l’ascoltatore.
(Fig. 4)
Audio 1
L’ascolto della musica è il metodo privilegiato per comprendere a pieno il significato delle parole e portarci a una riflessione: quale effetto poteva fare questa musica ad un ascoltatore del 1825? Proprio questa domanda, anche senza una convincente risposta, ci può far considerare quest’opera ‘avveniristica’.
La proponiamo in una magistrale esecuzione del Quartetto Italiano in una incisione dal vivo effettuata a Berlino il 20 settembre del 1977
Ludwig van Beethoven
Grande Fuga in si bemolle maggiore, Op. 133
Quartetto Italiano
℗ 2012 Preludio Srl (su licenza di Amadeus) su licenza di Pirames International Srl
https://www.youtube.com/watch?v=UbDshidnVXM
Beethoven e la musica d’occasione
Beethoven compose diverse musiche per le scene teatrali, genere che metteva in luce la sua disposizione al dramma che ha avuto un momento ‘alto’ con le musiche di scena per Egmont di Goethe.
Beethoven nel 1822 scrisse le musiche per Die Weihe des Hauses di Carl Meisl, un lavoro teatrale di carattere mitologico scelto per inaugurare il teatro della Josephstadt di Vienna dopo che si conclusero i restauri affidati all’impresario Carl Friedrich Hensler, all’epoca anche noto come commediografo e, inoltre, direttore del Theater an der Wien.
Avendo a disposizione poco tempo Beethoven fece ricorso ad una sua composizione del 1811 nata per l’apertura del nuovo teatro tedesco di Pest, musiche da abbinare ad un lavoro teatrale sempre di carattere mitologico Die Ruinen von Athen (Le rovine d’Atene) di August von Kotzebue. In questo lavoro si rappresentavano le gesta di Minerva che si risveglia dopo 2000 anni.
Nel lavoro di Meisl, invece, protagonista diventa Tespi con il suo carro che, però, cerca un luogo più idoneo per esaltare la sua arte. Apollo conduce Tespi sul Danubio e gli mostra il teatro di Vienna. Beethoven apportò dei piccoli cambiamenti alla vecchia partitura e sostituì poi la vecchia Ouverture con una nuova di zecca. È giudicata dalla critica il pezzo migliore dell’opera. Purtroppo il giorno della prima assoluta non era ancora pronta e la pièce andò in scena senza questo importante brano.
Questa ouverture fu poi pubblicata a parte, nel 1825, con il titolo di Die Weihe des Hauses” (La consacrazione della Casa), op. 124 Ouverture in do maggiore per orchestra. L’Ouverture è certo un pezzo di circostanza ma risente del periodo nel quale è avvenuto la gestazione, quando il grande musicista stava lavorando per due capolavori assoluti: la Nona e La Missa Solemnis.
Il titolo La consacrazione della casa è certamente fuorviante perché lascia immaginare qualcosa di privato e personale mentre, molto chiaramente, è riferito ad una casa intesa come ‘casa dell’arte’ e quindi dal significato più solenne. E la solennità è l’elemento fondamentale di questo lavoro soprattutto perché rievoca le sfarzose sonorità ‘haendeliane’, soprattutto quel sinfonismo contenuto nei vari oratori del compositore sassone, che aveva dominato parte del ‘700 ma, certamente, impreziosite dallo stile compositivo di Beethoven e dalle sue doti di grande orchestratore. Spesso, in tempi più recenti, questa pagina ha ritrovato lo spirito della destinazione originaria e scelta per dare la giusta solennità all’inaugurazione di nuovi teatri e sale da concerto.
Audio 2
Proponiamo l’ascolto dell’Ouverture in una esecuzione di Arturo Toscanini che mette in risalto, con eleganza e cura, le caratteristiche celebrative della composizione.
Ludwig van Beethoven
Die Weihe des Hauses” (La consacrazione della Casa), op. 124 .Ouverture in do maggiore per orchestra
NBC Symphony Orchestra – Direttore Arturo Toscanini. Edizione Naxos
https://www.youtube.com/watch?v=eTi_1HQMcFY
Beethoven salottiero e umoristico
Come tutti i grandi artisti, anche Beethoven ha dedicato la sua arte a momenti gioiosi e giocosi, dimostrando di essere dotato anche di un evidente senso dell’umorismo.
Vogliamo prendere ad esempio Lob auf den Dicken (Elogio dell’uomo grasso) WoO 100. (WoO è l’acronimo di Werke ohne Opuszahl (in italiano: “Composizioni senza numero di opus”).
È uno scherzo per soli (tenore e due bassi) e coro (16 battute in tutto) composto nel 1801 e dedicato al violinista Ignaz Schuppanzig. Per quanto riguarda il testo c’è l’ipotesi che sia dello stesso Beethoven.
Per apprezzare questo piccolo brano è necessario considerare che tra Beethoven e Schuppanzig c’era una profonda amicizia. Si frequentarono fin dalla prima gioventù; assieme parteciparono a molte scorribande e momenti di gioco. Violinista austriaco di grande fama, Ignaz Schuppanzig, visse tra il 1770 e il 1830 e nel 1794 fondò un quartetto d’archi. Stimato concertista oltre che in Germania anche in Polonia e in Russia, è ricordato anche per aver eseguito per la prima volta tutti i quartetti di Beethoven. La tradizione lo definisce come uomo molto attratto dai piacere del mangiare.
Un testo umoristico come quello che proponiamo assume i contorni di un sincero omaggio per una persona stimata legata da grande amicizia.
Audio 3
Ludwig van Beethoven
‘Lob auf den Dicken’ e ‘Esel aller Esel’
Bavarian Opera Chorus. Edizione Seraphim
Testo
Schuppanzig ist ein Lump. Schuppanzig è un mascalzone./ Wer kennt ihn nicht. Chi non lo conosce?/ Den dicken Saumagen. Il grasso stomaco del maiale./ Denaufgeblasenen Eselskopf, La testa dell’asino gonfio/ O Lump Schuppanzig, O Mascalzone Fantoccio!/ O Esel Schuppanzig. O asino Schuppanzig./ Wir stimmen alle ein: Siamo tutti d’accordo:/ Du bistder grosste Esel! Sei il più grande asino!/ Esel aller Esel! Asino di tutti gli asini
https://www.youtube.com/watch?v=hVBRV-0kUsM
Beethoven e la Libertà
Un musicista dal carisma umano e artistico come Beethoven non poteva trascurare il tema della Libertà che è una delle componenti essenziali del Romanticismo, un movimento artistico del quale il musicista tedesco è tra i più illustri rappresentanti.
La Libertà è una delle componenti essenziali di Fidelio, l’unica opera lirica composta da Beethoven, un genere musicale poco frequentato dal musicista ma con la quale ha offerto al mondo uno dei momenti più alti della storia della musica.
Fidelio, op. 72 è un singspiel ispirato ad un dramma di Jean-Nicolas Boully che ebbe una vicenda compositiva articolata. Beethoven ne produsse varie versioni a partire dal 1805 con Fidelio, oder die ebeliche Liebe (Fidelio, o l’amore coniugale) su libretto di Joseph Sonnleithner, una versione intermedia Leonore nel 1806 con libretto revisionato da Stephan von Breuning e, quella definitiva che tutti conosciamo, Fidelio con libretto riscritto da Georg Friedrich Treitschke andato in scena nel 1814.
È certo, come si è detto, un’opera importante, ben conosciuta dai melomani, ma non da un pubblico vasto soprattutto perché, almeno qui in Italia, le rappresentazioni non sono molto frequenti. In estrema sintesi la trama narra delle vicende di Florestano ingiustamente imprigionato da Don Pizzarro. È un prigioniero politico che sarà salvato grazie all’iniziativa di sua moglie Leonore, che riesce ad introdursi nel carcere sotto abiti maschili con il falso nome di Fidelio. L’opera si concluderà con la liberazione dei prigionieri e con la condanna di Pizzarro. Una storia di carattere romantico della quale abbiamo scelto due punti fondamentali, soprattutto riguardo al concetto di Libertà.
Audio 4
Siamo alla fine del primo atto, all’interno del carcere. Fidelio convince il carceriere Rocco a far uscire alla luce e all’aria i prigionieri. Cantano O welche Lust in freier Luft, noto proprio come il coro dei prigionieri del primo atto. La musica sottolinea con grande efficacia questa inaspettata sorpresa per i prigionieri che risorgono dal buio dei sotterranei della prigione per tornare a respirare l’aria della libertà.
Ludwig van Beethoven – Fidelio, Op. 72
O welche Lust in freier Luft. NBC Symphony Chorus e NBC Symphony Orchestra. Direttore Arturo Toscanini. Registrazione anno 1944 – Edizione Rca
Testo
I PRIGIONIERI
O welche Lust, in freier Luft Oh qual piacere, all’aria aperta/den Atem leicht zu heben; respirare in libertà! nur hier, nur hier ist Leben, Solo qui, solo qui è vita, der Kerker eine Gruft! il carcere è una tomba!
PRIMO PRIGIONIERO
Wir wollen mit Vertrauen Fiduciosi vogliamo/ auf Gottes Hilfe bauen; fidare nell’aiuto di Dio./ die Hoffnung flüstert sanft mir zu, La speranza mi sussurra dolcemente:/ wir werden frei, wir finden Ruh. Saremo liberi, troveremo pace.
I PRIGIONIERI
(ognuno fra sé)
O Himmel, Rettung, welch ein Glück! Oh cielo, salvezza, qual gioia!/ O Freiheit, kehrst du zurück? Oh libertà, tu ritorni?
(Sul muro compare un ufficiale che subito si allontana)
SECONDO PRIGIONIERO
Sprecht leise, haltet euch zurück, Parlate piano, frenatevi,/ wir sind belauscht mit Ohr und Blick! orecchi e sguardi ci spiano!
I PRIGIONIERI
Sprecht leise u.s.w. Parlate piano ecc. / O welche Lust u.sw. Oh qual piacere ecc.
https://www.youtube.com/watch?v=ywZ-wKBljWQ
Audio 5
Siamo alla fine dell’opera. I prigionieri sono stati liberati. Il tiranno è sconfitto. Momento di gioia e di liberazione. Sottolineato da una musica festante e gioiosa, una liberazione anche per lo spirito e la mente dello spettatore.
Ludwig van Beethoven – Fidelio, Op. 72
“Wer ein holdes Weib errungen”. Finale Secondo atto
Wiener Staatsopernchor e Orchester Der Wiener Staatsoper. Direttore: Herbert von Karajan. Edizione Naxos of America (a nome di MYTO)
Testo
POPOLO E PRIGIONIERI
Wer ein holdes Weib errungen, Chi ha conquistato una soave donna,/ stimm in unsern Jubel ein; s’unisca al nostro giubilo;/ nie wird es zu hoch besungen, mai sarà abbastanza esaltata/ Retterin des Gatten sein. la donna che salvò lo sposo.
FLORESTAN
Deine Treu erhielt mein Leben, La tua fedeltà mi salvò la vita,/ Tugend schreckt den Bösewicht la virtù atterrisce il malvagio.
LEONORE
Liebe führte mein Bestreben, L’amore guidò i miei sforzi,/ wahre Liebe fürchtet nicht. il vero amore è impavido.
POPOLO E PRIGIONIERI
Preist mit hoher Freude Glut Lodate con ardore e grande gioia/ Leonorens edlen Mut! il nobile coraggio di Leonora.
FLORESTAN (avanzando e indicando Leonore) E GLI UOMINI
Wer ein solches Weib u.s.w. Chi ha conquistato ecc.
LEONORE
(abbracciando Florestan)
Liebend ist es mir gelungen, Con l’amore son riuscita/ dich aus Ketten zu befrein; a liberarti dalle catene./ lorestan ist wieder mein! Florestano è ancora mio!
ROCCO, MARZELLINE, JAQUINO E FERNANDO
Wer ein solches Weib u.s.w. Chi ha conquistato ecc.
POPOLO E PRIGIONIERI
Wer ein holdes Weib u.s.w. Chi ha conquistato ecc.
LEONORE E FLORESTAN
Liebend ist er mir / dir gelungen, Con l’amore son /sei riuscita/ dich / mich aus den Ketten zu befrein. a liberarti / liberarmi dalle catene.
MARZELLINE, JAQUINO, FERNANDO E ROCCO
Liebend ist es ihr gelungen, Con l’amore è riuscita/ ihn aus den Ketten zu befrein. a liberarlo dalle catene.
LEONORE
Liebend sei es hoch besungen, L’amore sia altamente lodato,/ Florestan ist wieder mein! Florestano è ancora mio!
TUTTI GLI ALTRI
Nie wird es zu hoch besungen, Mai sarà abbastanza lodata/ Retterin des Gatten sein! la donna che salva lo sposo!
https://www.youtube.com/watch?v=JVWLxW9xR4o
Claudio LISTANTI Roma 20 dicembre 2020