L’ultimo libro di Roberto Calasso: “Come ordinare una biblioteca”, ovvero come organizzare i pensieri nella nostra mente

di Marco FIORAMANTI

Roberto Calasso

Come ordinare una biblioteca

Adelphi 2020

COSTRUIRE UNA INTELAIATURA DEL PENSIERO

Un vero Maestro non è quello con maggior numero di allievi,  ma quello che crea il maggior numero di maestri.

Neale Donald Walsch

Ci sono libri senza tempo. No, non parlo di quelli i cui autori siamo soliti inserire nell’Arca: Omero, Dante, Shakespeare, Cervantes, Leopardi, Kafka o Borges – immortali, universali – che riuscirono nel superamento del loro umano limite. Parlo di quei libri/guida strategici, indipendenti dalla loro data di pubblicazione, dal Seicento a oggi.

È il caso di questo manualetto di 128 pagine, prima edizione 2020, che affronta l’impresa di organizzare una biblioteca.

È chiaro che l’argomento della classificazione dei testi nella nostra libreria diventa il pretesto per l’organizzazione della nostra mente. Mettere ordine, sì, ma come? In ordine alfabetico, tematico, linguistico? Una delle ipotesi, apparentemente anomala, sembrerebbe rivelarsi illuminante. A ciascuno di noi sarà capitato, entrando in libreria con un’idea chiara, di uscirne con un libro che era accanto a quello che intendevamo comprare. Si tratta della cosiddetta “regola aurea”, dice Calasso, quella del buon vicino,

formulata e applicata da Aby Warburg, secondo cui nella biblioteca perfetta, quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto e si rivelerà essere ancora più utile di quello che cercavamo.

Quali connessioni scegliere, dunque, per accostare un libro al successivo?

Una soluzione – poetica quanto politicamente corretta – ce la fornisce Fabio Ciriachi, romano, poeta e scrittore di lungo corso – e da tempo fotografo – elemento costituente del gruppo “parlamenti” insieme a Carla Vasio, Marita Bartolazzi, Massimo Barone, Paolo Morelli.

Nel n.6 di NIGHT ITALIA “Apocalypse how” (Jouvence 2011) Ciriachi pubblica una micro rassegna titolata “POESIE DEGLI ANNI ’80” tra le quali spuntano quelli che lui definisce “inventari”, (termine appropriato nella doppia funzione di ‘creati dal nulla’ e ‘soggetti a catalogazione’) che fanno esattamente al caso nostro e faranno da refrain di questo articolo. A cominciare dai primi due:

Preparazione d’inventario

Quando rimette in ordine / i libri sul ripiano / un po’ spinge le coste / sporgenti, un po’ tira / quelle nascoste / finché tutte sono / allineate, come atleti / al via dei cento metri.

Inventario 1

Ho messo William Butler Yeats vicino ad Aldo Piromalli / e Aldo Piromalli vicino a Pavese / e Pavese vicino a Peter Handke / e Peter Handke vicino a Omar Khayyâm / e Omar Khayyâm vicino a Beckett / e Beckett vicino a T.S. Eliot / e T.S. Eliot vicino a Esenin / e Esenin vicino a Quevedo / e Quevedo vicino a Ginsberg / e Ginsberg vicino a Balestrini / e Balestrini vicino a Campana / e Campana vicino a C. Bukowski / e C. Bukowski vicino a Zanzotto / e Zanzotto vicino a Pasolini / e Pasolini vicino a Fortini / e Fortini vicino a Petrarca / e Petrarca vicino ad Angiolieri / e Angiolieri vicino a Ezra Pound / ed Ezra Pound vicino a Rimbaud / tutti quanti belli allineati sul ripiano più in vista della libreria.

Questo libretto, in fondo, è anche un’involontaria autobiografia dell’autore. Calasso, che di snobismo se ne intende, a un certo punto racconta di quando, a partire da un certo anno, decise di rivestire tutti i suoi libri con il famoso “pergamino”, una velina più o meno colorata (un po’ come facevano i nostri genitori quando, alle elementari, rivestivano il sussidiario con l’intenzione di proteggerlo dall’usura, ndr). Ma non era questo il motivo per il nostro editore.

La vera ragione – scrive nel volumetto –  è quella di rendere meno leggibile – o addirittura non leggibile – ciò che è scritto sui dorsi.

Una sorta di difesa dell’intimità del padrone di casa, al punto da poter rivelare – evidentemente per lui cosa gravissima – l’intelaiatura stessa del suo pensiero, pregi, difetti e défaillance psichiche. E invece, a pensarci su, “mettere ordine”, non a caso, nei libri Adelphi è facile, in primis per l’eleganza delle copertine e poi perché, diciamolo, qualunque libro di Adelphi ha come autori dei Maestri. Inizialmente, quando neanche il nome Adelphi era stato scelto, per Bobi Bazlen dovevano essere solo “libri unici”, a partire dall’edizione critica di Nietzsche, e una collana di Classici.

Inventario 2

Un giorno di pioggia ho messo Gregory Coso vicino a Porta / e Porta vicino a Lawrence Ferlinghetti / e Lawrence Ferlinghetti vicino a Jean Genet / e Jean Genet vicino a Jack Kerouac / e Jack Kerouac vicino a Marina I. Cvetaeva / e Marina I. Cvetaeva vicino a W.H. Auden / e W.H. Auden vicino ad A. Rich / e A. Rich vicino a Plath / e Plath vicino a Montale / e Montale vicino a Giulia Niccolai / e Giulia Niccolai vicino a Edoardo Sanguineti / sullo scrittoio, contro la parete, stretti tra il braccio della lampada e una pila di volumi minori: racconti, romanzi brevi, saggi sulle difficoltà degli aspiranti suicidi e un Giallo Mondadori di Dashiell Hammett che ancora non ho letto.

 Andando avanti nella lettura scopriamo che l’autore stimola all’acquisto di libri che non vengono letti subito, quasi per una sorta di premonizione, come se sapessimo, in qualche modo, che in un futuro, forse anche lontano, verrà il momento in cui ne avremo assoluto bisogno. O che magari, nel corso degli anni, potrebbe esaurirsi e diventare irreperibile.

Altra divertente annotazione dell’autore è quella di posizionare i libri sul bordo anteriore, frontale dello scaffale, non incassati verso il muro. Diventerebbero un deterrente alla lettura o invisibili all’effetto Warburg.

Un capitolo a parte, il secondo, molto corposo, è dedicato a Gli anni delle riviste. Un approfondimento storico/letterario molto interessante sulla nascita, sviluppo e ruolo delle riviste a partire dal 1902. Fa seguito un’esatta datazione de La nascita della recensione, il 9 marzo 1665, quando il “Journal des Savants” pubblicò uno scritto di Madame de Sablé su un libro che fece epoca e fortuna: le Maximes di La Rochefoucauld.

Un elegante piccolo manuale da leggere e conservare, e magari, da non inserire sotto con la C di Calasso, all’inizio, ma – per la regola aurea – andrebbe posizionato più avanti, alla C di Ciriachi. Buona lettura!

Variazioni d’inventario

Quando ho sfilato Caproni / dalla stretta degli altri volumi /la fila ha avuto un sussulto. / Marziale si è appoggiato a James Joyce / e lo spazio vuoto è stato mangiato / dal sospiro di sollievo di / Emily Dickinson / Magrelli / Zeichen /Pagliarani / De Angelis
da una parte e
Salvatore Quasimodo / Jahier / Vittorio Sereni /Stephane Mallarmé / Vicente Aleixandre / Trakl
dall’altra.
Di colpo la fila compatta / non mostrava più tracce / della sottrazione. Espansione / a parte, non era stato Caproni / a scrivere: “… Tutto / è ancora rimasto quale / mai l’avevo lasciato.”?

 Inventario 3

Per mettere Patrizia Vicinelli vicino ad Amelia Rosselli / e Amelia Rosselli vicino a Yves Bonnefoy / e Yves Bonnefoy vicino a Holan / e Holan vicino a Edoardo Cacciatore / e Edoardo Cacciatore vicino a Raboni / e Raboni vicino a Iolanda Insana / e Iolanda Insana vicino a Biancamaria Frabotta / e Biancamaria Frabotta vicino a Velso Mucci / e Velso Mucci vicino a Majakowskij / e Majakowskij vicino a Corrado Costa / e Corrado Costa vicino ad Anna Santoro / e Anna Santoro vicino a Octavio Paz / e Octavio Paz vicino a Milosz / e Milosz vicino a Jaroslav Seifart / e Jaroslav Seifart vicino ad Alda Fantina / e Alda Fantina vicino a Giovanni Giudici / e Giovanni Giudici vicino ad Anna Malfaiera / e Anna Malfaiera vicino a Brodskij / sono dovuto andare dal falegname e comprare assi di abete che poi ho assemblato fino a formare  una solida libreria che adesso, affiancata all’altra, occupa un’intera parete dello studio. Guardando dallo scrittoio la libreria nuova, con tutti quei bei libri allineati, l’effetto-casa è quasi perfetto.

Marco FIORAMANTI   Roma 30 Giugno 2024