M. Grazia Bernardini sull’intervista di Flaminia Gennari Santori al “Giornale dell’Arte”: “Perplessità e stupore” per alcune affermazioni.

di Maria Grazia BERNARDINI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo della dott.ssa Maria Grazia Bernardini sulla intervista che la dott.ssa Flaminia Gennari Santori – che ha da poco lasciato per scadenza di mandato la direzione della Galleria d’arte Antica di Palazzo Barberini e Corsini-  ha rilasciato al “Giornale dell’Arte” (Cfr http://> https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/gennari-santori-di-questa-esperienza-porter-con-me-il-divertimento-filosofico-/144241.html)
Maria Grazia Bernardini, da tempo tra i più autorevoli collaboratori della nostra rivista, è una storica dell’arte a tutti nota in particolare come studiosa del Barocco e degli artisti più prestigiosi di quest’epoca (è suo -da ultimo- il pluripremiato volume“Bernini. Catalogo delle sculture” per i tipi dell’editore Allemandi); è stata funzionario nel Ministero dei Beni e delle Attività Culturali dagli anni ’80 ricoprendo vari incarichi direttivi ad esempio al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, alla Soprintendenza di Modena e Reggio Emilia ed è stata anche direttore della Galleria nazionale d’Arte Antica di palazzo Barberini, cosa che la rende particolarmente idonea a commentare l’intervista. Come sempre About Art è aperta ai contributi di chiunque creda di poter intervenire in proposito.

Alcune considerazioni sull’intervista di Flaminia Gennari Santori

Ho letto con interesse ma anche con stupore l’intervista che Flaminia Gennari Santori ha rilasciato al “Giornale dell’Arte” lo scorso 27 novembre. Come molti altri direttori di museo, Gennari Santori, dopo due mandati, deve lasciare la direzione della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, situata nel Palazzo Barberini e Palazzo Corsini, e fa il bilancio della sua attività come direttore.

Tre punti in particolare mi hanno lasciato perplessa e sconcertata.

Il primo: “Palazzo Barberini è diventato un museo”.

Cos’era prima la “Galleria Nazionale d’Arte Antica”?

In estrema sintesi, vorrei ricordare che la Galleria Nazionale d’Arte Antica, che nasce come istituzione alla fine dell’Ottocento, trova la sua sede a palazzo Barberini nel 1959. In parte il Palazzo era occupato dal Circolo delle forze dell’ordine e non possiamo dimenticare gli sforzi, l’impegno profuso dai precedenti soprintendenti e funzionari, in particolare Lorenza Mochi Onori e Rossella Vodret, per liberare gli spazi e renderli fruibili dalla Galleria.

Palazzo Barberini

Né possiamo dimenticare gli sforzi e l’impegno dei successivi direttori, Anna Lo Bianco, Angela Negro e la sottoscritta, insieme a Laura Cherubini, architetto della Soprintendenza architettonica, e a Mario Lolli Ghetti, direttore generale del Ministero della Cultura, per restaurare il palazzo e dotarlo degli impianti, per allestire le sale recuperate e l’ala dedicata all’arte del Settecento, per dare vita a iniziative rivolte al pubblico, per realizzare restauri di tante opere e disegni.

Per non parlare di Palazzo Corsini che aveva ricevuto grazie al lavoro di Paola Mangia, un attento allestimento basato sugli antichi inventari.

Palazzo Corsini in una veduta di Giuseppe Vasi datata 1759

Nel frattempo erano state recuperate molte opere conservate in palazzi governativi e ambasciate, andando ad arricchire la raccolta nazionale. Palazzo Barberini e Palazzo Corsini erano diventate un grande museo, ricco di iniziative culturali. Infatti nel 2011 si inaugurò l’apertura della nuova ala di Palazzo Barberini: la Galleria Nazionale aveva atteso circa sessant’anni per ottenere il trasloco del Circolo Ufficiali e, dopo i lavori di restauro e allestimento, trovava la sua sede definitiva.

Secondo punto: Gennari Santori dichiara: A Roma oggettivamente mancava un museo”.

Siamo sicuri? Stupisce davvero la sua affermazione. Prima di tutto dobbiamo considerare la storia di Roma: la città eterna non può avere il Museo, come il Louvre o il Prado, perché non è stata retta da una casa regnante, o come il Metropolitan Museum di New York, nato alla fine dell’Ottocento grazie agli ingenti patrimoni di filantropi e collezionisti, certamente non legato alla storia della città. Roma era governata da pontefici la cui carica è elettiva. Ad ogni cambio di papa nasceva un nuovo palazzo e una nuova collezione d’arte. Per questo Roma ha tante gallerie private: Borghese, Corsini (poi divenute statali), Doria Pamphilj, Pallavicini, Colonna, e non ha il grande museo, che in realtà sono i Musei Vaticani. Quando l’Italia è diventata nazione, il governo ha pensato di creare i musei nazionali. Sono così nati il Museo Nazionale Romano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Galleria Nazionale d’Arte Antica, solo per citarne alcuni.

Nel corso degli anni è cresciuto il numero dei musei, tutti molto curati, ben allestiti, ricchissimi di suggestioni, e tuttavia ancora oggi i musei più importanti a Roma sono il Museo Nazionale Romano, i Musei Capitolini, la Galleria Borghese, il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo.

Terzo punto: alla domandaquale si augura sia la prima reazione del pubblico quando entra nel Palazzo”, Gennari Santori risponde: “Volevo fin da subito che la prima percezione fosse la limpidezza dell’allestimento”.

Pietro da Cortona, Trionfo della Divina Providenza, Palazzo Barberini, part.

Anche in questo caso dovremmo ricordare che la Galleria è ospitata in uno dei palazzi più belli e importanti di Roma, realizzato dai tre più grandi architetti del ‘600, Carlo Maderno, Francesco Borromini, Giovan Lorenzo Bernini, e decorato dall’artista che più incarna l’arte del barocco, Pietro da Cortona. Il palazzo fu commissionato tra l’altro da Urbano VIII, papa dalle mille sfaccettature, poeta lui stesso, e grandissimo mecenate. Grazie al suo formidabile intuito, una volta salito al soglio pontificio, si rivolse non agli artisti bolognesi che fino ad allora avevano realizzato opere sublimi, ma ai giovani artisti talentuosi, Bernini, Vouet, Pietro da Cortona, Poussin, dando vita ad uno nuovo e caratteristico stile, magniloquente, spettacolare, ambizioso.

Oggi è difficile cogliere l’immensità del palazzo e comprendere la nascita dell’area barberiniana, costituita dal palazzo, dalla chiesa di Santa Maria della Concezione, fondata dal pontefice, dalla Fontana del Tritone, che con i numerosi riferimenti simbolici ai Barberini veniva a connotare l’antica piazza Grimani come spazio barberiniano.

Gian Lorenzo Bernini, Fontana del Tritone

La fontana è strettamente connessa con la politica culturale e strategica di papa Urbano VIII: il tritone annuncia la Reggia del Sole e allude nel suo gesto di calmare le acque, al ruolo prestigioso di Urbano VIII quale fautore della pace e di conseguenza simboleggia l’immagine del papato come splendida età dell’oro. Dalle finestre dell’ultimo piano di palazzo Barberini si gode uno spettacolo imprevisto: la città sparisce come distesa entro una valle e si presenta, frontalmente, l’imponente Basilica di San Pietro, come fosse in diretto rapporto con il palazzo.

Entrando in palazzo Barberini non ho trovato alcun riferimento a tutto ciò.

Anche nella mostra dedicata a Urbano VIII a cui fa riferimento Gennari Santori, obiettivamente ricca di capolavori, mancavano due aspetti di fondamentale importanza per comprendere la politica e l’arte sotto papa Barberini e la temperie culturale del primo Seicento: una sezione dedicata proprio a palazzo Barberini e una sezione dedicata all’archetipo dell’arte barocca: il baldacchino di San Pietro.

Vorrei da ultimo ricordare che il direttore della Galleria Nazionale d’Arte Antica oggi è un dirigente con conseguente stipendio, ha autonomia gestionale e dispone di notevoli fondi. Prima il direttore era un funzionario, senza autonomia e pochissimi fondi.

Maria Grazia BERNARDINI Roma 30 Novembre 2023