Macao Barocco! Macao, China alla 59^ Biennale veneziana: figurazioni che fondono assieme presente passato e futuro

di Margherita FRATARCANGELI

Tra una settimana si concluderà la settima partecipazione di Macao alla 59° Biennale d’arte di Venezia.

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A esporre nelle sale di Campo della Tana, zona Arsenale (Castello 2126/A) sono Ung Vai Ming e Chan Hin Io, che operano insieme dal 2019 dietro la sigla Yiima Art Group (fig. 1). I due artisti, attivissimi a Macao, dove ricoprono incarichi presso la University of Science and Technology, utilizzano senza soluzione di continuità la fotografia, la scultura, la pittura e le riprese video. Alla base di tutto il disegno: rigoroso, ineccepibile, tecnico (alcuni fogli sono esposti nelle sale – fig. 2)[1].

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In laguna sono giunti in rappresentanza del loro paese con un evento collaterale, curato da João Miguel Barros, dal titolo Allegory of Dreams. Il tema scelto risponde, ovviamente, all’argomento generale della Biennale 2022: Il latte dei sogni/The milk of dream.

L’esposizione si divide in quattro sezioni – la barca dei sognatori, simboli dei sogni, spazio dei sogni, dinastia Iao Hon – che restituiscono compatte l’idea di essere in un sogno surreale e surrealista, di essere fisicamente e temporalmente proiettati lontano e all’interno di un simbolico spazio onirico. La «Dentiera» di Leonora Carrington avrebbe sicuramente sorriso.[2]

I due artisti, ognuno con le proprie peculiarità, hanno dato vita a una sorta di metasogno quotidiano. Alcune delle fotografie esposte sono dominate da due uomini alati che collassano in una sorta di laica cupola casalinga di una dimora macaense: angelo post cristiano, eroe laico moderno, icona immaginifica. Sorprende l’assemblaggio minuzioso di oggetti di vita quotidiana, che appartengono alle case di molti e a qualunque latitudine, e che possono trovarsi anche nelle allegorie di tanti sogni.

Questo lo stupore che arriva a una prima ed epidermica visione. Ma l’autore è partito da un altro punto di vista. Gli oggetti e i luoghi fotografati sono manufatti e posti reali, sono o sono stati gli spazi dove alcuni conosciuti e riconosciuti uomini di Macao hanno vissuto e lavorato (ne è un esempio la residenza del poliziotto Lau Chaufig. 3) o dove venivano svolte storiche attività (così per la Chung Yee Tong, la più antica sala per le arti marziali del paese).

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Le fotografie sono in pratica la restituzione catalografica di una realtà che sta per scomparire, e che in alcuni casi ha già cambiato veste, e che pertanto richiedeva una documentazione visiva da conservare e da restituire a quanti ne volessero preservare memoria.

Sono oggetti fluttuanti quasi accidentali quelli che occupano lo spazio fotografico, ma si percepisce che la loro casualità è solo apparente: ogni oggetto ha un suo posto e un suo concreto significato all’interno della casa (figg. 4-5).

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La percezione iniziale è di un insieme casuale di forme e colori, le quali acquistano un senso solo se ci si astrae dalla realtà oggettiva e se a quella realtà viene consentito di evolversi in altro.

Per chi è nato e si è formato avendo a portata di occhi le espressioni artistiche dell’evo moderno in Europa, dall’Umanesimo al Rococò per intenderci, non sfugge l’assonanza iconografica dei tagli fotografici esposti con gli sfondati delle cupole barocche: i tripudi delle figure svolazzanti che roteano negli affreschi delle volte delle chiese europee dialogano strettamente con quanto è impresso pacatamente nelle stampe giclée su carta di riso (di 200 cm di diametro) che Yiima Art Group ha portato a Venezia.

Le pose dei macaensi alati, che dominano a coppia le fotografie, sono quelle di novelli angeli ante litteram, sono le stesse degli evangelisti e degli angeli di cristiana concezione. Sono figurazioni che fondono assieme passato presente e futuro degli ultimi cento anni di storia della regione cinese.

Anche la fotografia che immortala un dorato vivente neo imperatore, dal titolo Iao Hon Dynasty (1.18 x 2.30 m), rivestito di atavici simboli, rimanda visivamente al Napoleone I sul trono imperiale di Jean-Auguste-Dominique Ingres (Parigi, Musée de l’Armée).

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Certo Ingres, Napoleone e la cultura europea son state ben lavate nelle acque fluviali che lambiscono Macao, i Fiumi Xi Jiang e delle Perle, e quello che abbiamo è l’immagine rivisitata di un imperatore occidentale in quella di un Qianlong della dinastia Quing, coevo tuttavia (muore nel 1799) al Bonaparte (figg. 6-7).

Gli Yiima Art Group mostrano un sogno iper-reale, sforzandosi di dare consapevolezza alla propria storia e lo fanno tessendo intenzionalmente assonanze iconografiche lontane e vicine, oltre la tecnica, i vortici e la leggerezza (fig. 8).

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Margherita FRATARCANGELI

NOTE

[1] Per una biografia del gruppo e dei due artisti si rinvia al catalogo che accompagna la mostra: Yiima Art Group, Allegory of Dreams, a cura di J. M. Barros, Macao 2022, in particolare pp. 27-33.
[2] La citazione della «Dentiera» è tratta dalla lettera introduttiva che Leonora Carrington premetteva al suo romanzo Giù in fondo, edizione Adelphi, Milano 2021, p. 8 («la bacio attraverso la mia Dentiera (che tengo accanto a me, la notte, in una scatoletta di plastica celeste)».