Matilde Cassani tra sogno e realtà con il progetto “Quasi Nessuno” (7 Maggio – 30 Novembre)

di Silvana LAZZARINO

Dal 7 maggio 2023 presso il paesaggio della risaia del Principato di Lucedio (comune di Trino Vercellese) culla del riso italiano. Installazioni invitano a ripensare alla distanza tra l’uomo e la natura

In Piemonte, in particolare tra Vercelli, Novara e Alessandria si estende il territorio dove la coltivazione del riso giunge a fornire un prodotto pari al 50% circa di quello nazionale, cui si aggiungono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto con cui si arriva a coprire il 98% della produzione, mentre il 2% è rappresentato da Sardegna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Toscana e Sicilia. Se agli inizi del secolo scorso e fino agli anni 50/60 la coltivazione di questo cereale attualmente tra i più consumati al mondo, richiedeva l’impegno di una gran mano d’opera per la semina, la monda, la mietitura e la raccolta, si è assistito con l’utilizzo di nuovi macchinari e l’impiego di prodotti per la cura della pianta ad una svolta nella sua lavorazione e preparazione.

Ad introdurre per primi in Italia la coltivazione del riso nel vercellese attraverso un intervento di bonifica del territorio in particolare nel Principato di Lucedio furono nel 1123 i monaci Cistercensi provenienti dalla Borgogna che fondarono l’Abbazia di Santa Maria di Lucedio il cui successivo sviluppo economico si deve anche alla posizione geografica strategica lungo la via francigena. Il Principato di Lucedio attualmente appartenente alla contessa Rosetta Clara Cavalli d’Olivola Salvadori di Wiesenhoff ha una lunga storia che non staremo qui a descrivere, ma che ha visto il succedersi di diversi proprietari tra cui Napoleone all’inizio dell’‘800° ed il principe Camillo Borghese.

E’ proprio lo scenario con il paesaggio della risaia del Principato di Lucedio a Trino (VC) azienda che ricopre oltre 500 ettari, ad essere al centro dell’iniziativa artistica su territorio vercellese proposta dall’Associazione Aptitudeforthearts, dove protagoniste sono diverse artiste che si sono confrontate attraverso le loro opere con la storia e la realtà di questo paesaggio. Con l’intento di mettere in risalto e sostenere la ricerca artistica femminile, l’Associazione in occasione della seconda edizione di questa iniziativa di arte finalizzata alla valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del Vercellese, ha invitato artiste di diverse generazioni a riflettere sul paesaggio della risaia e immaginare un intervento liberamente ispirato alle sue storie. Alle artiste è stata data la possibilità di creare l’opera partendo proprio da quel contesto naturale entro un circondario ampio e generoso che abbracciasse la vastità della risaia, oltre il confine di uno specifico manufatto architettonico.

E’ l’idea di laboratorio sociale attribuita alla risaia dove l’individuo prima dell’avvento dei nuovi macchinari e delle tecnologie, era più a diretto contatto con la terra e la natura, a suggerire all’artista Matilde Cassani un progetto in cui focalizzarsi, tra sogno e realtà, sull’assenza della figura umana entro questo scenario. Patrocinato dalla Provincia di Vercelli e dal Comune di Trino, curato da Paola Nicolin, il progetto “Quasi nessuno” visibile dal 7 maggio 2023, è stato realizzato con il generoso sostegno di Principato di Lucedio srl e con la collaborazione di Botto Giuseppe e Figli S.p.A e di Set-up e Studio Matilde Cassani.

Ospitato presso i terreni del Principato di Lucedio nella pianura vercellese la cui storia risale al 1123 quando come accennato all’inizio, i monaci cistercensi bonificarono il territorio, il lavoro di Matilde Cassani, il cui titolo rimanda ad un sentire socio antropologico in riferimento alla risaia, parte dalla considerazione della quasi assenza dell’uomo da un contesto in cui la presenza di lavoratori e lavoratrici era prima indispensabile.

Designer e artista, Matilde Cassani, la cui ricerca artistica si proietta al confine tra architettura, installazioni e performance, si è soffermata a partire da ricerche svolte sul posto, sulla rarefazione della figura umana all’interno del paesaggio agricolo, sempre più disabitato da presenze umane e sempre più percorso da storie e racconti di comunità scomparse, voci di fantasmi che risuonano dietro le colline.

M.Cassani, Spaventapasseri

Un paesaggio dove l’acqua nel suo scomparire e apparire diventa sempre più scarsa, mentre il nidificare degli aironi accompagna il passaggio delle stagioni.

Con il domandarsi chi abiti in questi luoghi l’artista attraverso questa opera “Quasi nessuno” invita ad argomentare sul concetto di “miraggio di un uomo”, sul suo essere presenza isolata tra gli animali, o ancora animale tra i tanti, e come essi sia presenza fragile nel sottostare agli effetti del cambiamento climatico in cui la siccità fa da sovrana.

Nelle installazioni proposte per questo progetto Matilde Cassani, trasforma la risaia in un contesto fiabesco dove si possono ritrovare figure riconoscibili, echi di chi non c’è più, comparse inafferrabili appena percepibili al crepuscolo.

A caratterizzare questo scenario è una compagnia di spaventapasseri che compaiono qua e là.  Immagine sacra e ad un tempo fantoccio del presente, personaggio magico e favolistico, espressione di incontro tra antico e contemporaneo, lo spaventapasseri è figura bizzarra, vestita di stracci, politicamente interpretato come il simbolo della classe agricola e considerato un oggetto pauroso, uno spauracchio necessario per mettere in fuga il volatile attraverso quel suo mostrarsi estroso con indosso indumenti stravaganti. Un “dispositivo visivo” quello dello spaventapasseri in cui è presente il rimando all’aspetto legato alla paura, alla diversità e alla difficoltà nella relazione tra l’uomo e l’animale entro il contesto del paesaggio naturale, dove il primo coltiva la terra e il secondo si nutre di essa e viceversa.

M. Cassani, Spaventapasseri

Vi è anche il riferimento nell’oggetto/soggetto dello spaventapasseri al motivo della cura del territorio entro una visione post umana. Isolato e in silenzio questo “vivente”, non più solo donna né solo uomo, diventa comunità tenendosi compagnia nel paesaggio lunare della risaia che, nel trascorrere dei secoli ha assistito stagionalmente alla trasformazione del sistema agricolo. Il fotografo Delfino Sisto Legnani che da anni collabora con Matilde Cassani è presente con il suo lavoro anche in questo progetto accanto all’artista nell’indagine del contesto in cui far rifiorire un nuovo messaggio attraverso l’arte.

APTITUDEforthearts

“APTITUDEforthearts è un nuovo progetto d’arte nel territorio interamente dedicato alla ricerca artistica femminile. Il progetto, indipendente e no profit, nasce da una riflessione sul “prendersi cura di” intesa come un’attitudine e una sensibilità, innata o acquisita, radicata nell’universo del femminile. L’iniziativa intende in questa prospettiva invitare artiste di diversa generazione a guardare il paesaggio – e il peculiare contesto agricolo del vercellese – come qualcosa e qualcuno dai quali trarre ispirazione per il proprio percorso creativo e di cui prendersi cura, rivolgendo a questo contesto una serie di gesti e sguardi nuovi e rigeneranti”. (Dal sito https://aptitudeforthearts.com/it/chi-siamo/) 

Silvana LAZZARINO   6 Maggio 2023

Aptitudeforthearts presenta

Matilde Cassani

il progetto “Quasi Nessuno”

a cura di Paola Nicolin

Principato di Lucedio Comune di Trino (Vercelli) dal 7 maggio al 30 novembre 2023

https://aptitudeforthearts.com/