di Silvana LAZZARINO
MATISSE E IL TEATRO.
La mostra in corso al Forte di Bard in Valle d’Aosta ripercorre l’attività del grande protagonista del fauvismo legata al suo rapporto con il teatro e alle opere di drammaturgia
L’uso di un colore puro, seppur disteso in modo originale sulla tela, l’energia del disegno, con cui Matisse da vita a figure e oggetti entro rappresentazioni dove non esistono più profondità e chiaroscuri diventano i punti di forza su cui si fonda il movimento dei Fauves nato agli inizi del Novecento che mirava ad una riproduzione tutta personale della realtà colta nell’immediatezza ed istantaneità di un’emozione esclusiva e soggettiva. Figura di spicco di questa corrente Henri Matisse, è l’artista più originale per la sua potenza espressiva evidenziata da una linea dal segno incisivo e dal colore avvolgente dall’immediato impatto visivo ed emotivo.
A Matisse (Cateau-Cambrésis, 1869 – Nizza 1954) pittore, incisore, illustratore e scultore eclettico e sperimentatore, amico e rivale di Picasso, che con la sua arte ha rivoluzionato la pittura del Novecento dando inizio ad un nuovo modo di leggere e riprodurre la realtà nelle sue diverse sfaccettature attraverso una visione personale e intimista, distante dall’oggettività, è dedicata una mostra che si sofferma sulla sua produzione riferita al teatro in corso al Forte di Bard in Valle d’Aosta fino al 14 ottobre 2018.
Henri Matisse. Sulla scena dell’arte questo il titolo della mostra curata da Markus Müller, direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, approfondisce attraverso oltre 90 opere realizzate in un arco temporale di 35 anni, dal 1919 fino alla morte dell’artista avvenuta nel 1954. il rapporto con il teatro e la produzione di opere legate alla drammaturgia, offrendo al visitatore un percorso a scoprire l’universo dei colori del teatro dove realtà e finzione si incontrano e talora si sovrappongono.
Le opere presenti nell’esposizione tra tele, disegni e opere grafiche, provenienti tra gli altri dal Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, dal Musée Matisse di Nizza, dalla Collection Lambert di Avignone e dal Musée Matisse di Le Cateau-Cambrésis. si riferiscono per la maggior parte alla cosiddetta période Niçoise: anni che vedono Nizza luogo principale della sua creazione artistica a partire dal 1917.
Distribuite in quattro grandi sezioni esse procedono dai “Costumi di scena” a “Matisse e le sue modelle”, da “Le odalische” al “Jazz”. Una selezione di opere illustra il rapporto tra l’artista e le sue modelle, “attrici” della sua arte, mentre oggetti da collezione sottolineano l’interesse di Matisse per il decorativismo di influenza orientaleggiante. Le opere della serie “jazz” sono la testimonianza più importante della tecnica dei papiers découpés sviluppata in particolare negli anni Quaranta.
Partendo da figure appiattite e linee controllate, Matisse passa alla tecnica divisionista della separazione dei colori, guardando poi alla bidimensionalità e agli aspetti volumetrici di Cezanne per definire una propria ricerca nel costruire la sintesi della forma definita dal disegno e rivestita dal colore che diventa tessuto avvolgente con cui la figura è proiettata nel contesto rappresentativo.
La realtà circostante con i suoi scenari naturali e ambientali dove si muovono figure e presenze femminili non è raffigurazione oggettiva, ma intuizione di un modo di percepire che nasce dall’emozione istantanea: così le sue donne diventano figure femminili sproporzionate in rapporto a quanto loro è intorno.
Accanto a disegni per costumi di scena e apparati scenografici per il balletto “Il canto dell’usignolo” in cui si evincono le influenze dell’arte orientale, sono le scenografie del balletto “Rouge et Noir” dove è dato risalto all’aspetto esotico e ornamentale, e gli abiti disegnati per le modelle “attrici” della sua arte. A riguardo è’ presente una selezione di opere che illustra il rapporto tra l’artista e i suoi modelli, con particolare attenzione alla sua assistente Lydia Delectorskaya che ha avuto un ruolo centrale per Matisse dagli anni Trenta sino alla sua morte. Il tema delle odalische che per Matisse sintetizza l’incontro tra la rappresentazione della donna e il proliferare dell’ornamento vegetale o geometrico evidenzia come in queste figure femminili purezza e semplicità, sensualità e malinconia si accompagnino ad una sottile punta di mistero.
La tecnica denominata “papiers découpés” sviluppata da Matisse a partire dagli inizi degli anni Quaranta con carte ritagliate, in una perfetta sintesi tra colore e precisione della linea trova la sua più alta espressione, come prima accennato, nel capolavoro “Jazz” contenente quaranta opere su diverse tematiche tra cui il circo e i suoi attori, la mitologia e le memorie dei suoi viaggi.
I colori dissonanti e lo stile eccentrico di queste opere ha ispirato Andy Warhol e la “pop art” americana. L’arte di Matisse esaltando la forza del colore e l’incisività della linea esprime equilibrio nel giustappore forme in una danza di armoniose visioni. Equilibrio e incisività nel definire una realtà ideale e talora idealizzata nell’accostare tre colori in particolare il blu, il verde e il rosso, colori dominanti che definiscono ogni elemento creando spazialità.
Silvana LAZZARINO settembre 2018