di Silvana LAZZARINO
Un percorso tra visione ed emozione verso una rinnovata consapevolezza a sottolineare il valore spirituale e sociale dell’arte, a cura di Monica Preti, fino al 25 settembre nei luoghi pubblici della città.
Il senso della vita da cogliere attraverso i linguaggi di un’arte in divenire aperta al confronto tra finito e infinito verso una possibile riconciliazione tra gli stessi, la proiezione del pensiero che porta ad immaginare una comunicazione circolare e continua tra inizio e fine, e l’idea di equilibrio e armonia tra le diversità; sono alcuni degli aspetti che ritornano come una costante nell’opera di Michelangelo Pistoletto tra i più interessanti e originali protagonisti della scena artistica italiana e internazionale di questi ultimi cinquant’anni, Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia del 2003.
Esponente di spicco dell’Arte Povera che trova la sua massima espressione negli anni Sessanta, coinvolto nei luoghi comuni e innovativi del movimento della Pop Art, Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) elaborando diversi stili e tecniche ad incontrare le molteplici possibilità espressive dei diversi materiali dal legno ai metalli, dal plexiglass agli specchi, ricostruisce un nuovo modo di pensare l’opera d’arte quale opportunità per esplorare gli orizzonti emotivi dell’esistenza guardando al lato etico per solcare i significati del finito e dell’infinito, del visibile e dell’invisibile, soffermandosi su quel punto di incontro tra inizio e fine dove fiorisce il senso della vita nella rinascita.
Dopo un’iniziale produzione improntata ad una ricerca sull’autoritratto, Pistoletto tra il 1961-1962 giunge alla realizzazione dei “Quadri specchianti” che rappresentano il fondamento della sua opera da cui derivano le sue riflessioni teoriche e le successive elaborazioni tecniche e formali degli stessi lavori. A caratterizzare i “Quadri specchianti” sono la dimensione del tempo rappresentato e presente, la presenza dello spettatore protagonista dell’opera e l’ambiente circostante. Attraverso di essi le coppie di opposte polarità -come statico/dinamico, superficie/profondità- si congiungono fino a trovare una sorta di convivenza grazie alla compenetrazione tra ciò che avviene nello spazio e la superficie specchiante. I quadri specchianti collocati sul pavimento riflettendo l’ambiente e gli oggetti in esso presenti, restituiti in posizioni inverse, compreso chi li osserva, creano un’amplificazione dell’ambiente in cui sono esposti, superando quella linea di confine tra arte e vita.
A questo progetto che gli ha permesso in poco tempo di raggiungere un successo a livello internazionale, va aggiunto l’importanza di lavori intitolati “Oggetti in meno” basilari per la nascita dell’Arte Povera, la serie denominata “Le Stanze” in cui si palesa questa costante che vede l’arte essere atto creativo che racconta la vita restituendone un’immagine in divenire entrando nei suoi contesti umani e sociali. Questo aspetto che vede l’arte in relazione attiva con i vari ambiti del tessuto sociale, è evidenziato nel corso degli anni Novanta del scolo scorso con Progetto Arte e con la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee per spingere la società verso una trasformazione responsabile.
L’arte grazie alle opere di Pistoletto diventa spunto per riflettere sull’esistenza per aprirsi al futuro e guardare oltre, anche a quel senso di infinto che tanto attanaglia il pensiero umano.
Accanto al prestigiosissimo Leone d’Oro alla Carriera, possiamo citare altri importanti premi quali. Wolf Foundation Prize in Arts ricevuto a Gerusalemme nel 2007, il Praemium Imperiale per la pittura ricevuto a Tokyo nel 2013, anno in il Museo del Louvre di Parigi ospita la sua mostra personale Michelangelo Pistoletto, année un – le paradis sur terre. Da non dimenticare Rebirth, opera di grandi dimensioni collocata nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
A Pistoia, dove nel 1994 Michelangelo Pistoletto presentò il progetto utopico Progetto Arte, realizzato poi a Biella con Cittadellarte, da non perdere Pistoletto Pistoia. Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria, la suggestiva esposizione progettata da Pistoia Musei in collaborazione con Fondazione Pistoletto Cittadellarte e a cura di Monica Preti, direttrice di Pistoia Musei, allestita in diversi luoghi e siti della città tra palazzi e spazi pubblici fino al 25 settembre 2022. Si tratta di un progetto importante che si presenta come mostra costellazione capace di innescare processi di cambiamento sociale, creare collegamenti inediti, veicolando azioni in tutta la città e nel suo territorio, atti a recuperare la storica relazione tra la città e il territorio circostante indicando la strada per una ridefinizione del tessuto urbano e sociale.
Il percorso lungo gli edifici di valore storico e identitario di Pistoia dall’Antico Palazzo dei Vescovi alla Chiesa di San Leone, dalla Biblioteca Fabroniana al Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, compreso l’Osservatorio Astronomico della Montagna pistoiese, oltre a proporre alcune delle opere più iconiche del Maestro, presenta una serie di lavori appositamente realizzati per la mostra. Tra le opere più significative citiamo la Venere degli Stracci, Love Difference – Mar Mediterraneo, Tempo del Giudizio (Islam, Cristianesimo, Buddismo, Ebraismo), Terzo Paradiso, Porta Segno Arte, Sfera di giornali.
Oltre ai lavori esposti presso l’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese, il progetto prevede la realizzazione di un Terzo Paradiso nel territorio della Valdinievole, nei pressi dell’oasi naturale del Padule di Fucecchio. Si tratta di un’opera collettiva realizzata secondo l’antica arte dell’intreccio – intrecciare erbe palustri e raccontare storie, ricucendo memorie – da Intrecci Onlus, Associazione con sede a Castelmartini i cui associati sono stati guidati e coordinati da Saverio Teruzzi per Cittadellarte e da Alessio Bertini per Pistoia Musei.
Un’opera della comunità che diventa non solo in richiamo a rafforzare l’identità del territorio, ma anche occasione per esortare le generazioni future a stringere alleanze di pace. Si è di fronte ad un percorso da seguire passo dopo passo nei luoghi di forte valore storico e identitario in cui è costante il dialogo tra passato e presente e dove l’arte restituisce occasioni preziose di riflessioni personali e collettive arrivando a coinvolgere l’ambiente e le persone come in Valdinievole e nella Padule di Fucecchio pe soffermarsi sul concetto di Terzo Paradiso e sull’incontro tra uomo e natura.
La sede di Pistoia Musei dove ha inizio il percorso è l’Antico Palazzo dei Vescovi dalla struttura medievale che nel tempo ha subito diverse trasformazioni, collocato in posizione dominante rispetto al lato meridionale di Piazza del Duomo. La Venere degli stracci realizzata in polistirene, resina, acrilico e stracci, è la prima opera che si incontra entrando nella prima sala del Palazzo: un’opera in cui si intrecciano l’aspetto dell’eterna bellezza propria di Venere e l’immagine di degrado e scarto restituita dagli stracci nel loro comunicare diversi aspetti quali consumismo, emarginazione sociale e riciclo. A riguardo così riporta nei testi la curatrice Monica Preti
“In questo palazzo che fu dei Vescovi, dove ora i Vescovi non ci sono più; che a un certo punto ha smesso la sua funzione religiosa per assumerne altre e ora si appresta a una nuova trasformazione, la Venere degli stracci non poteva trovare collocazione più giusta. Una sorta di madrina per il futuro museo della città, che darà nuova veste e fermento a queste antiche mura. Perché, oltre a offrire vestigia e reperti di sicuro interesse, offrirà la possibilità, nel confronto colla memoria, di stabilire chi siamo e chi saremo. Così la Venere, con la sua nudità, eterno mito di bellezza e procreazione, dunque di vita, mantiene il rapporto fra chi è stato e chi sarà”.
Nella sala dell’”Arazzo millefiori” è esposto Love Difference – Mar Mediterraneo e le fotografie che ritraggono il Terzo Paradiso in alcuni luoghi del mondo, oltre che nello Spazio su una stazione orbitante. Si tratta di una rappresentazione del Mar Mediterraneo restituita da un gande tavolo specchiante circondato da sedie provenienti da diversi paesi che vi si affacciano: come afferma Pistoletto
“un piccolo parlamento, un ideale di comunità che ci porta indietro nel tempo, quando questo mare era luogo di comunicazione, una sorta di internet del passato…..E’ intorno a questo mare che si è formata la nostra cultura .Ed è qui che noi dobbiamo tornare a specchiarci per progettare insieme il nuovo corso dell’umanità”.
Sulle pareti della sala sono esposte le fotografie simbolo del Terzo Paradiso realizzato e presentato in diversi luoghi emblematici come a Ginevra di fronte al Palais des Nations sede dell’ONU, o al Museo del Louvre.
Presso la Chiesa di San Leone al cui interno si trovano decorazioni sei e settecentesche sono collocate le due opere del Maestro: Il tempo del giudizio e conTatto. La prima è un’installazione che sta a rappresentare un tempio che invita le quattro grandi religioni a riflettere su se stesse. Entro uno spazio definito da strutture aperte le quattro religioni monoteiste ciascuna innanzi ad uno specchio, viene evocata attraverso un simbolo che la rappresenta: l’inginocchiatoio per il Cristianesimo, il tappeto per l’Islamismo, il Buddha nel caso del Buddismo e le Tavole della Legge per l’Ebraismo.
Proprio attraverso il loro stare innanzi allo specchio le religioni sono portate a ritrovare quell’equilibrio a partire dalle diversità che afferiscono ai loro diversi contesti di vita sociale e culturale. In questo rientra anche l’spetto legato alla responsabilità e a riguardo Pistoletto sottolinea come sia giunto il tempo
“della responsabilità e della consapevolezza. Del Giudizio, appunto. L’arte, avendo funzione spirituale e sociale, ci traghetta in questa nuova era”,
Di grande effetto e forza evocativa è l’altra opera conTatto (serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio) sita di fronte all’altare che pone in relazione con la storia e la storia dell’arte: vi è un richiamo all’opera di Michelangelo Buonarroti presente nella Cappella Sistina (la Creazione dell’uomo) suggerita da una mano che indica e tocca l’angolo dello specchio in cui è riflessa la stessa mano. Il contatto è punto focale tra le dita del Creatore e quelle di Adamo nell’opera del Buonarroti, e lo stesso contatto lo ritroviamo qui nell’opera di Pistoletto con la differenza che l’immagine di Dio è virtuale. Anche in questa opera oltre a sottolineare la spiritualità dell’arte vi è un monito a guardare alla responsabilità in questa vita.
Nell’antica sala di lettura della Biblioteca Fabroniana caratterizzata da grandi finestre vetrate si trova il Terzo Paradiso di stracci, opera collettiva realizzare a Pistoia nel 2017, simbolo tangibile di questo cammino-costellazione. Essa è una riconfigurazione del segno matematico dell’infinito: tre cerchi intrecciati, dove i due laterali stanno a simboleggiare le prime due fasi dell’umanità (la prima dominata dalla Natura, la seconda governata dalla tecnologia). Al centro è il cerchio del Terzo Paradiso, in cui le prime due fasi si fondono per armonizzarsi e raggiungere l’equilibrio necessario per aprire il passo ad una umanità nuova. Come dice Pistoletto il Terzo Paradiso è sintetizzato nel cerchio centrale dove è suggerito “l’emblema procreativo di una nuova umanità” capace di assumersi le proprie responsabilità nei confronti del pianeta e di se stessa. Collegato al Terzo Paradiso è il teorema della Trinamic in riferimento alla dinamica del numero Tre:
“La Trinamica è la combinazione di due unità che dà vita a una terza unità distinta e inedita. Nella Trinamica il Tre rappresenta sempre una nascita, che avviene per combinazione fortuita, o voluta, tra due soggetti”.
La porta di accesso all’arte cui a tutti è data la possibilità di entrare, ciascuno con la propria chiave, con il proprio “segno”, è rappresentata dall’opera Porta-Segno Arte, che introduce alla sala della biblioteca. Si tratta di una figura creata dall’interazione di due triangoli, in cui si inscrive idealmente un corpo umano con le braccia alzate e le gambe divaricate a ricordare l’uomo vitruviano e il senso delle proporzioni umane, ma anche la “farfalla” strumento usato dai falegnami per unire due assi di legno a suggerire una sorta di connessione tra l’uomo e l’arte attraverso “un passaggio che non è mai a senso unico”. Questo passaggio attraverso l’arte porta ad una nuova conoscenza di sé.
Oltre quella porta su un imponente bancone vi è Libro d’oro del Terzo Paradiso della stessa forma della Porta-Segno Arte, esso però è chiuso e non può essere aperto poiché in esso è contenuto tutto l’esistente rappresentato dal simbolo del Terzo Paradiso. Altro simbolo è il Crocifisso posto nell’altro lato della sala su un bancone, ai cui piedi vi è raffigurato un serpente che morde la mela, e se questo da una parte indica in rapporto all’opera di Pistoletto, la fine del Terzo Paradiso, dall’altra introduce alla responsabilità da cui ripartire per il cambiamento con Porta-Segno Arte.
A Palazzo Fabroni, la sfera di giornali pressati Mappamondo collocata sul loggiato al primo piano utilizzata pe la performance durante l’inaugurazione, invita a riflettere sulla circolazione delle informazioni a livello globale e sui modi in cui l’arte crea interazione con le persone.
A suggerire l’incontro tra istante e eternità, tra l’uomo e lo spazio, è l’opera Autoritratto di Stelle presente nel prato circostante l’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese, situato a Pian de’ Termini, nel comune di San Marcello Piteglio, a scandire l’ultima tappa del percorso espositivo. L’intera silhouette trasparente dell’artista contiene tanti corpi celesti a ricordare la dinamica tra finito e infinito e come il cambiamento e la trasformazione stiano a suggerire la continuità della vita. Nella sala conferenze dell’Osservatorio, per la durata della mostra, è collocata una grande Lavagna in cui è tracciato il passaggio dal simbolo matematico di infinito alla formula della Trinamica a richiamare l’attenzione sull’importanza del legame tra arte e scienza, avendo esse diverse affinità ed essendo entrambe volte a “portare luce nel buio dell’ignoto”.
Come afferma Germano Celant “Quella di Michelangelo Pistoletto è un’arte aperta al dialogo e allo scambio. La sua intera opera si presenta come una ricerca in continua evoluzione ed espansione, intesa a ripristinare il contatto tra l’esperienza artistica e il mondo esterno. È l’incontro e il dialogo di più voci quello che si manifesta nei suoi lavori, è un’estetica fondata sulla relazione e sulla partecipazione, è la capacità di uscire dai confini dell’opera per riportare l’arte ai margini della vita e la vita nell’arte”
In occasione dell’inaugurazione del grande progetto espositivo svoltasi lo scorso 23 giugno, come accennato sopra è stata realizzata dall’artista una performance espressa attraverso il far rotolare una Sfera di giornali da Palazzo Comunale fino a Palazzo Fabroni, edificio che nel 1994 ospitò la mostra “Le porte di Palazzo Fabroni” e che accoglie l’opera per tutta la durata dell’esposizione.
Partendo dalla riscoperta del valore della vita nell’offrire opportunità di riscoperta di sé e rinascita, mettendo in luce la sua continuità dovuta al costante cambiamento, soffermandosi sulla dialettica degli opposti quale occasione per suggerire una riconciliazione verso un possibile equilibrio, l’arte grazie anche a Michelangelo Pistoletto ritrova il suo ruolo centrale acquistando non solo un valore estetico, ma anche etico. Attraverso un dialogo e un confronto dialettico si può andare lontano e provare e scandagliare negli orizzonti espressivi dei linguaggi che l’arte invia a partire dal creare un coinvolgimento diretto con lo spettatore che diventa ascoltatore di se stesso proprio partendo da quanto l’opera gli rimanda per sviluppare un dialogo interattivo.
Silvana LAZZARINO Roma 3 Luglio 2022
PISTOLETTO PISTOIA
Costellazione: 5 passi tra creazione e memoria
Sedi varie, Pistoia
Antico Palazzo dei Vescovi, Chiesa di San Leone, Biblioteca Fabroniana, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni, Osservatorio Astronomico della Montagna pistoiese
fino al 25 settembre 2022 Info aperture e biglietti: www.pistoiamusei.it