Michele von Büren e il mestiere dello ‘scouting’; dalla Galleria RvB Arts il ‘passi’ verso il successo;

P d L

Michele von Büren dirige dal 2008 la Galleria RvB Arts; è stata inizialmente una giornalista ma poi si è voluta dedicare, con grande successo va detto, al ruolo di talent scout ospitando artisti contemporanei per lo più giovani e spesso esordienti, offrendo loro la possibilità di farsi apprezzare e conoscere al grande pubblico. In questo ruolo ha avuto numerosi riconscimenti e la sua Galleria è attualmente considerata una delle più importanti della capitale. L’abbiamo incontrata in un momento di passaggio, alle prese, oltre che con la progettazione di nuovi eventi da metter in atto, con il trasferimnto dalla storica sede di via delle Zoccolette in un’altra con spazi più grandi, momentaneamente in via Giulia 180, nei pressi di Campo de’ Fiori.

-La prima domanda cui vorrei rispondessi è di carattere un po’ personale e cioè perché hai aperto una galleria d’arte contemporanea? Cosa ti ha spinto a farlo?

R: Innanzitutto un senso di insoddisfazione o perfino di tristezza; vedevo molti giovani artisti anche molto talentuosi che non avevano alcuna occasione di farsi conoscere e si barcamenavano ora da una parte ora dall’altra quasi mendicando la possibilità di poter esporre i loro lavori. E’ questo che mi suonava strano; com’è possibile, mi chiedevo, che chi dovrebbe promuovere l’arte e sviluppare le capacità e le potenzialità di un giovane invece gli chiude la porta, negando la possibilità magari di riconoscere dei talenti? Allora ho pensato che potevo farlo io, e questo orientamento, diciamo così, è venuto proprio quando stavo meditando un cambio di attività, di iniziare una nuova carriera; da qui l’idea dello scouting, iniziando ad ascoltare quegli artisti che cercavano uno spazio, rispondendo alle loro richieste, come faccio ancora oggi.

Come ti regoli per scegliere quali richieste accettare e quali eventi produrre?

R: Mi baso sulla mia esperienza ormai più che decennale per quanto riguarda il lavoro di talent scout, per il resto, ossia quali lavori ritengo possano essere adatti ai criteri delle mie esposizione, confido molto sul mio gusto personale che sa riconoscere ed intravedere i talenti.

-Ecco, vuoi spiegare un po’ meglio come funziona questo lavoro da talent scout?

R: Si tratta di avere fiuto ovviamente, ma soprattutto aver strade da seguire, sapere che occorre essere sempre dentro le situazioni ed anche saperle creare, che occorre saper osservare; questo significa cercare, muoversi spesso, tant’è vero che almeno due settimane al mese sono fuori della galleria, ma occorre anche saper accogliere ed ascoltare chi ti viene a trovare in galleria, cosa che faccio le altre due o tre settimane qui. E poi, oltr che a cercarli personalmente, posso contare anche sul fatto che i miei artisti me segnalano altri quando vedono che sono bravi, che valgono, perché gli artisti validi sono di una generosità straordinaria  lo vedi proprio da come parlano dei loro colleghi, come n commentano le opere, sempre con belle parole; i mediocri invece parlano solo di se stessi  pensano sempre ai loro interessi.

-La tua attività di ricerca si avvale anche di collaboratori che ti riferiscono, che ti indicano dove poter cercare o qualcuno in particolare da poter seguire?

Sofia Podestà

R: Beh più che altro come ti dicevo sono io stessa a mettermi in movimento, a volte, certo, dietro qualche suggerimento, ma di collaboratori veri e propri non ne ho se si eccettua un’assistente che però è anche un’artista, una giovane fotografa, Sofia Podestà, molto brava, che sto seguendo e che sta esponendo proprio in questi giorni i suoi splendidi scatti in galleria.

-Quindi RvB Arts espone anche fotografie oltre a dipinti e sculture?

Vera Rossi

R: Si, anche se raramente; è già accaduto infatti con i lavori di Vera Rossi di cui ho organizzato varie mostre che sono state determinanti per lei tanto che adesso è rappresentata a New York, Milano e Bologna, e sta riscuotendo un grande successo.

-Questo significa in sostanza che tra le altre cose tu dai la possibilità ai tuoi artisti di inserirsi nei circuiti museali di alto livello, ad esempio in gallerie internazionali e perfino nei musei; è così?

R: Esattamente è precisamente questo il mio ruolo, di trovare l’artista, proporlo al pubblico ma poi è grazie alla sua bravura che si aprono le strade. Ho iniziato nel 2008 a percorrere questo tragitto e ora dopo dodici anni posso sinceramente affermare che molte volte ho avuto ragione, proponendo artisti giovani ed estremamente bravi.

-Tra le cose che ti hanno dato maggior piacere in questi anni ce n’è una o qualcuna che ti ha più soddisfatto.

R: Sono numerose le soddisfazioni che ho potuto provare, posso indicare quella che mi viene in mente adesso, cioè il fatto di essere stata annoverata tra le gallerie di arte contemporanea più importanti di Roma.

-E tra i giovani artisti, se ti va, puoi nominarcene qualcuno?

R: Anche in questo caso l’elenco è lungo, intanto Alessandro Sicioldr, un artista che aveva già esposto, quindi non era esordiente ed anzi è già piuttosto ricercato, però la mostra di due anni fa qui in galleria era la prima personale importante per lui, un talento vero: farà una personale a New York e pensa che i suoi prezzi sono già più che triplicati. Altro ‘caso’ di giovane di grande successo che ho avuto la fortuna di portare in galleria è quello di Alessio Deli, uno scultore fantastico, molto cresciuto in questi ultimi anni; ma come ti dicevo sono davvero molti i giovani che ho lanciato, e questo mi fa credere di aver compiuto il percorso giusto per la galleria.

-C’è stato invece un qualche caso in cui malgrado il suo talento, un artista presentato dalla tua galleria poi non ha trovato il riscontro adatto tra il pubblico dei collezionisti?

Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto

R: Si, effettivamente è accaduto, ma più in generale secondo me quando un giovane stenta ad imporsi può dipendere dal fatto che si trova in un posto sbagliato; ti faccio un esempio che mi ha riguardato da vicino, cioè quello di Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto (nati rispettivamente nel 1986 e 1984) due artisti della fotografia pieni di talento, eppure nonostante ben otto esposizioni non siamo riusciti a vendere praticamente nulla.

-Ecco, ma ti sei chiesta da cosa può dipendere? E’ una questione di gusti ? O magari di una certa tipologia di opere che non viene recepita?

R: Non hai tutti i torti; il grosso problema però è il mercato, o meglio il mercato a Roma dove posso dire che sono rari i  collezionisti particolarmente attratti dalle fotografie o per meglio dire non sono sicuri che siano scelte giuste, ma in realtà se devo dirtela in breve non si fidano dei loro occhi. Molto differente è l’approccio degli stranieri; i miei clienti non italiani infatti si affidano ai loro gusti, alle loro sensazioni, non chiedono sempre alla galleria certezze sul nome, sul background e così via; non a caso, per ritornare a Tania e Lazlo, fuori d’Italia hanno avuto subito numerosi riconoscimenti e un grande successo.

-Hai parlato di collezionisti, tu ne hai molti non italiani?

Giuliano Macca

R: Si ho molti clienti soprattutto tra gli americani, che hanno mostrato finora di apprezzare di più le mie proposte, e tra i giovani talenti che ho ospitato qui in galleria sono numerosi quelli molto ricercati dai clienti americani, compresi Sicioldr e il giovane siciliano Giuliano Macca; il motivo è che i collezionisti statunitensi investono in arte contemporanea perché sono abituati ad investire e lo fanno molto più che gli italiani, infatti c’è una differenza sostanziale: da una parte l’80 o il 90 % dall’altra forse meno del 10%.

-Accidenti, una bella differenza!

R: Si, e questo è per me motivo di rincrescimento, perché non sempre si riesce a far avere la giusta considerazione a chi invece la meriterebbe.

-Un’altra domanda riguarda i tuoi rapporti con le altre gallerie; ce ne sono? Ci sono ad esempio scambi di opinioni, collaborazioni e così via?

R: No a dirti la verità non ho particolari scambi con altri galleristi; certo ne conosco alcuni ma come ti dicevo passo molto tempo fuori per il lavoro che faccio e sinceramente quello che mi resta lo dedico alla mia galleria, ai miei artisti; tieni presente poi che con molti di loro si viene a creare un rapporto che va oltre quello professionale, di vera amicizia, che significa che ci si telefona, che ti chiamano per chiederti consigli e così via e lo stesso avviene in parecchi casi con i clienti; soprattutto con gli americani si è creato un rapporto molto stretto ma anche con alcuni collezionisti italiani che hanno capito il mio progetto si è determinato un rapporto di amicizia.

-Ti vorrei porre adesso una questione piuttosto delicata che però a quanto pare non è rara, cioè il fatto che non pochi galleristi ad un artista soprattutto giovane o esordiente che vorrebbe usufruire dei loro spazi per esporre i propri lavori chiedono soldi; che ne pensi?

R: A me è capitato quasi l’opposto, cioè sono arrivati artisti chiedendomi quanto costava esporre da me. Sono caduta dalle nuvole, sono rimasta sbalordita! E tuttavia accade, hai ragione, è vero! Che ne penso mi chiedi? Che mi pare incredibile, che è un costume assurdo che va rigettato e combattuto; il primo consiglio che posso dare  a chi intende farsi conoscere e si rivolge ad un gallerista  è di evitare questi compromessi, lo dico anche ai giovani che passano nella mia galleria e con cui poi magari non lavoro.

-La tua galleria presenta spesso personali ma è nota anche per le sue esposizioni collettive a tema.

R: E’ vero, ci sono più frequentemente personali però anche le collettive mi piacciono molto, infatti ne organizzo sempre un paio l’anno, a Natale e maggio.

-D’accordo però l’idea di allargare la fascia di potenziali clienti penso che anche tu te la ponga e questo è un problema che riguarda anche la comunicazione; non è così?

R: Certamente cerco di dare sempre la massima visibilità possibile ai nostri eventi e per questo c’è un efficacissimo ufficio stampa, ma anche qui si tratta di cose normali, niente di particolarmente eclatante, non è questa la cifra della nostra galleria; ovviamente curiamo molto i contatti via mail soprattutto con chi ci ha visitato che aggiorniamo sulle iniziative che mettiamo in campo.

-Non pensi che potrebbe essere importante esporre un grande artista, qualche nome di consolidata fama e prestigio che possa dare ancor più grande visibilità alla galleria?

R: Ma sarebbe contro la nostra impostazione, senza contare che un artista già di grande rilievo ed affermato non ha bisogno della mia galleria; invece i giovani talenti si, loro ne hanno bisogno e io sono consapevole di essere utile soprattutto per questo.

-Ti posso chiedere allora quali tendenze ti interessa promuovere: arte concettuale, figurativa, astratta …

R: Personalmente preferisco il figurativo e mi muovo decisamente dentro questo campo; non ospito installazioni, video e così via; mi interessa un prodotto artistico che parli per via diretta, che sia subito chiaro senza che occorrano spiegazioni o analisi concettuali, in cui il visitatore possa ritrovare il suo gusto senza il bisogno di dover immaginare cosa può aver voluto trasmettere l’autore. Sarò forse ingenua in questo e probabilmente un po’ romantica se credo che chi è attratto da un’opera lo sia per goderne il soggetto, però non riesco a credere che abbiano lo stesso appeal un cucchiaino che pende dal soffitto o un lampadina che si accende e si spegne, francamente …

-Un’ultima domanda: puoi dire cosa stai progettando per i prossimi mesi?

R: Ma io sono superattiva! Di eventi ne organizzo uno al mese di solito. Però in questi momenti mi prendi proprio in una fase di cambiamento, alla ricerca di un nuovo spazio per la mia galleria, che fino ad ora era in via delle Zoccolette, mentre tmporaneamente mi sono spostata in via Giulia 180, ma sono ancora alla caccia di una nuova location permanente. Posso però dirti che sto lavorando molto a Sant’Arcangelo di Romagna per un ciclo di mostre museale per celebrare il Centenario della nascita di Tonino Guerra. Saranno mostre molto impegnative e spero di forte richiamo.

P d L   Roma 9 febbraio   2020