di Sabrina RIBOLDI
6-20 GIUGNO 2017, C/O URBAN CENTER MILANO, GALLERIA VITTORIO EMANUELE II, MILANO. INGRESSO LIBERO.
Martedì pomeriggio soleggiato, mi trovo in Piazza della Scala e ho un desiderio di visitare un museo o, perché no? , una mostra. Ed ecco che mi avventuro in Galleria Vittorio Emanuele ll c/o il “Milano Urban Center”: la location e’ situata di fianco al “Milan Official Store” (Ufficio informazioni, ma non solo) ed ospita incontri ed esposizioni.
Ed e’ proprio un’esposizione quella che mi accingo a visitare: Milano, vista da un tram. L’autrice e’ Marianna Quartuccio. La fotografa pone uno sguardo diverso, insolito, sul panorama meneghino. L’obiettivo della macchina fotografica e’ filtrato dal finestrino del mezzo pubblico milanese per eccellenza: il Tram. Gli scatti della Quartuccio raccontano storie dirette, vulnerabili, spontanee, rappresentate in bianco e nero. Essenziali e sincere sono le immagini che delineano il percorso di questa mostra itinerante, ospitata in anteprima c/o lo “Urban Center” in occasione di “Milano photo week”. (tenuta il 5-11 giugno), e che poi proseguirà’ in altri municipi della città’.
Espressioni e sguardi incuriositi, diffidenti, speranzosi, innamorati (potrei elencare aggettivi all’infinito…) si affacciano dai finestrini e nei corridoi dei tram che percorrono i propri itinerari, nelle 18 linee che intersecano Milano, tracciando cosi una nuova mappa (tutta da scoprire) della città’. Il Tram rappresenta il ” no-where” (il senza-spazio) dove anche il tempo resta sospeso, appeso al filo dell’istante in cui ogni spettatore della mostra carpisce, analizza e riflette in merito all’immagine che sta osservando, quell’immagine che si crea, si evolve e svanisce da una destinazione all’altra.
Si respira quasi una temporanea esperienza di condivisione tra ogni personaggio – immortalato negli scatti – e lo spettatore che lo scopre e lo conosce di particolare in particolare: le distanze, quasi inspiegabilmente, improvvisamente si affievoliscono.
Il tram si trasforma in un piccolo pianeta, raffigurando metaforicamente un Milano che vive nelle sue contraddizioni (a volte indecifrabile, a volte cristallina) nei suoi eccessi (a volte fredda, a volte ospitale) e nella sua multietnicità.
Gli attimi colti dall’artista sono stati scattati durante viaggi più o meno lenti, più o meno lunghi, raggiungendo i capolinea nelle periferie, dove i tram si svuotano completamente: vecchie storie abbandonano il loro “nido” e nuove storie prendono forma, pronte per la corsa successiva che inizierà dopo qualche minuto.
Piccola curiosità: Marianna Quartuccio ha iniziato quasi casualmente questa avventura fotografica: ha avuto il suo inizio sulla linea 19, e’ proseguita sul tram 2 e poi ha preso forma su tutte le altre linee.
La sensazione che mi ha dato questo percorso fotografico e’ particolare: personalmente, io sono amante degli scatti che colgono attimi di quotidianità, istanti di effimeratezza, nei quali i soggetti sono ignari di essere fotografati e, pertanto, esprimono la loro essenza ed essenzialità nel modo più spontaneo.
Mostra semplice e profonda allo stesso tempo: la consiglio caldamente.
di Sabrina RIBOLDI Milano, 15 Giugno 2017