“Minna Bohémienne | Prime opere di Minna Cammarano”. Alla galleria Spazio Arte Petrecca (Corso Marcelli 177 Isernia, fino al 28 Febbraio)

di Carmen D’ANTONINO

Ribelle e giocosa: Minna Cammarano  

Presso il Castello di Torella del Sannio in Molise è custodito un inestimabile patrimonio dell’artista Elena Ciamarra. Pittrice e musicista, figura poliedrica, artista di respiro internazionale, viaggiatrice, amica di Angelo Conti, Mariano Fortuny, Alessandro Morani, Rinaldo Dohrn e altri intellettuali e artisti della sua epoca. Per sessant’anni produsse disegni e dipinti all’interno del Castello di Torella del Sannio, di proprietà della sua famiglia. Oggi, la Casa Museo Elena Ciamarra, ancora piena delle sue opere e di quelle dei suoi figli, è stata dichiarata Monumento Nazionale. Un luogo unico, fiore all’occhiello del Molise.

Siamo nella Napoli fine’ 800, ancora immersa dell’atmosfera Belle Époque. Elena si trova a crescere in un ambiente colto e privilegiato, in una grande dimora dove oggi si trova l’istituto Goethe, a Riviera di Chiaia. Da subito sviluppa una forte passione per la musica, viene iscritta al conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, con i maestri Beniamino Cesi, Alfonso Rendano e Luigi Denza. Dimostra un talento eccezionale e continua gli studi musicali al conservatorio di Roma e poi ancora a Berlino, dove si perfeziona presso il maestro di tecnica pianistica Kreutzer, discendente del grande Konradin. Elena nel contempo studia disegno e pittura. Lo fa da autodidatta, rifiutando scuole e accademie ufficiali, basandosi sull’esercizio delle copie e sull’osservazione della realtà.

Incontro fondamentale per la sua formazione artistica è quello con Angelo Conti, allora direttore della Pinacoteca Nazionale di Napoli. Grazie a Conti, Elena conosce Mariano Fortuny e, seguendo i suoi consigli, intraprende lunghi viaggi in tutta Europa. Il suo studio per la figura la spinge a voler frequentare lezioni di anatomia alla facoltà di medicina. È così che conosce Pasquale Cammarano, che sposa nel 1928 dal cui matrimonio nascono Leonardo1 e Maria Luisa conosciuta come Minna.

Minna Cammarano, a seguito degli innumerevoli viaggi con la madre, approda a Parigi negli anni Cinquanta del ventesimo secolo, dove frequenta le lezioni private tenute da André Lhote, maestro anche di Tamara de Lempicka e di Henri Cartier – Bresson, alla scuola di Montparnasse. La giovane pittrice partenopea cerca di apprendere dal maestro la sua cifra stilistica cézanniana formata di piani di colore e piccole pennellate esplorative, quasi accennate, sovrapposte a formare campi complessi.

Allieva di Kokoschka, Minna Cammarano si stacca dal suo maestro per elaborare un suo stile personale. Pittrice originale, lascia alla sua morte, in bella vista, il dattiloscritto del libro dal titolo “Stanvè – C’era una volta la vita2, in cui racconta la sua appassionante e originale storia che riemerge, nella più classica “sindrome di Proust” stimolata dal particolare odore di una “margarina”. È così che, improvvisamente, ricompaiono proiettati nelle opere in mostra, ambienti, atmosfere e rari momenti di allegria della non semplice adolescenza dell’autrice.

La montagna incantata, 1975, guache su carta, 50 x 75 cm

Una descrizione realistica che riesce a trascinare il visitatore nelle vicende silenziose e malinconiche di quei momenti poetici e sentimenti amorosi che caratterizzano la vita di Minna. Collocandosi al di là di ogni accademismo scontato l’artista non indulge alla deformazione espressionista, piuttosto parte dal dato reale per trasfigurarlo come in una operazione alchemica, attribuendo al colore una propria valenza psichica. Gli accostamenti onirici dei verdi clorofilliani, dei gialli zolfo, dei rossi lava, dei viola notturni, servono per rappresentare un suo mondo interiore in cui il ritratto e il paesaggio vanno letti come una proiezione della sua anima di artista sognante, incline ora ad abbandonarsi a malinconie romantiche, ora ad evocare atmosfere misteriose ed inquietanti, altre volte, infine, capace di elevarsi verso le sfere di una pura luce che sconfigge le tenebre.

Da questa felice fusione nascono i suoi dipinti pervasi di una sottile e suadente magia, evidenziata dalla tavolozza stessa, che ci richiama alla mente le suggestioni alchemiche-esoteriche di Odilon Redon, il senso della sintesi ed il decorativismo raffinato di Gauguin, Van Gogh, Cézanne, i Fauves e gli espressionisti tedeschi, trasfigurandone i modi pittorici nel corso della sua lunga produzione artistica.

Autoritratto in azzurro, 1970, olio su cartone, 73X100 cm
Le fanciulle in fiore, 1970, olio su cartone, 70X100 cm

Nell’effigiare le persone care, l’artista si affida alla dimensione della memoria e dell’intimismo, riuscendo a cogliere l’essenziale, a penetrare nel profondo dell’anima eliminando tutto ciò che è contorno superfluo e banale. Le opere esposte sono la sintesi del primo periodo pittorico di Minna Cammarano, un periodo in cui c’è la seconda guerra mondiale, un villaggio del Molise, un castello, un pianoforte e una bambina che racconta dentro e fuori, in cui tutto accade mentre la sua vita scorre come nel suo “Autoritratto in azzurro” di estrema raffinatezza, le “Fanciulle in fiore” dove i volti sono resi con una pittura sintetica, densa di succhi interiori, nella “Blonde” opera decisa come il suo ribelle carattere e nel “Caos” in cui ella stessa esprime le sue debolezze, le sue malinconie in un linguaggio espressionistico unico, con la tenerezza che la rende simile ad una ava intenta a raccontare favole davanti al camino nelle sere d’inverno.

Cammarano è una pittrice intimista, con i suoi interni dettagliati e la costruzione della figura umana, così soave, morbida e luminosa, libera da tutto ciò che la circonda. I colori sono definiti ma quasi uniformati da una velatura di nostalgica contemplazione, fortemente caratterizzati da oggetti di uso quotidiano. La sua pittura è una fotografia, una istantanea rubata al tempo, una assenza che ciascuno di noi ha vissuto, la sua pittura è uno specchio nel quale si riflette una dimensione umana fatta di quotidianità, che con il tempo diventerà trasfigurazione metafisica, perfetta nella semplicità e nella fedeltà della sua riproduzione figurativa.

Carmen D’ANTONINO

NOTE

1 Leonardo Cammarano nato a Napoli il 2 febbraio del 1930, filosofo e scrittore e nella sua vita anche raffinato pittore. Napoletano, aveva 92 anni quando è morto e amava trascorrere molto tempo in Francia, dove si ritirava nel piccolo villaggio di Saint-Vertu, in Borgogna. Era il genero di Benedetto Croce e da studioso aveva approfondito i rapporti tra fisica e filosofia e di questo era stato relatore nelle più prestigiose università d’Europa. A Napoli aveva insegnato Filologia romanza al Suor Orsola Benincasa. Era bravo, come detto, anche con la pittura e Vittorio Sgarbi gli aveva fatto visita sovente per visionare le sue opere, così come i luoghi in cui ha dimorato sono stati crocevia negli anni di grandi autori e pensatori, da Domenico Rea a Nicolas Tertulian a Ettore Percival.
2 Un racconto che si svolge, durante la seconda guerra mondiale, in un villaggio del Molise, in cui si avvicendano truppe di occupazione tedesche e militari alleati americani in cui traspare anche l’umanità del padre di Minna, che non si sottrae, come medico, al soccorso del nemico tedesco ferito gravemente, accogliendolo e nascondendolo anche in casa. Particolarmente intenso il rapporto di Minna con il nonno con cui condivide segrete follie come le passeggiate sul lungomare a dispetto di piogge e alte onde del mare che investono col vento. Poi, descrizioni malinconiche della dipartita del nonno, del padre e le sofferenze per varie separazioni, che l’autrice ha vissuto nella sua complicata vita.Un romanzo verità che appare prima senza pretese, ma che finisce, poi, per coinvolgere e conquistare, rimanendo nella memoria del lettore come lettura di rilievo. Minna Cammarano, Stanvè “C’era una volta la vita”, il miolibro self publisching

Alla galleria Spazio Arte Petrecca per il periodo delle festività in mostra l’opera antologica di Minna Cammarano.

Minna Cammarano

Minna Bohémienne | Prime opere di Minna Cammarano

a cura di Carmen D’Antonino – Elena Cammarano – Angela Piscitelli

Direttore artistico Gennaro Petrecca

SABATO 7 DICEMBRE 2024 – VENERDI’ 28 FEBBRAIO 2025

Opening day: Sabato 7 dicembre ore 18.30 Corso Marcelli 177 Isernia