“Missa Veni Creator Spiritus” di Flavio Colusso in CD per MR Classics

di Claudio LISTANTI

Grazie all’etichetta MR Classics l’offerta di musica in CD si è ampliata con la pubblicazione di una nuova opera musicale, la Missa Veni Creator Spiritus composta nel 2023 da Flavio Colusso, eseguita con la collaborazione della Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima della quale il musicista e direttore romano è maestro di cappella.

Il fattore principale che accresce la valenza di questa nuova proposta musicale è da ricercare nel fatto che si tratta di una composizione che appartiene ad un genere musicale, quello della Musica Sacra, che i musicisti di oggi frequentano molto di rado in quanto è un genere che si ritiene abbia esaurito la sua forza propulsiva a partire dal finire dell’800 ed in tutto il ‘900, soprattutto come conseguenza delle numerose novità musicali e dei cambiamenti che hanno caratterizzato questo secolo.

Il passaggio tra l’800 e il ‘900, quindi, per la Musica Sacra fu un momento di crisi conclamata soprattutto perché le nuove forme musicali non le consentivano di ottenere quel coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore impedendo così il collegamento tra la sacralità e i contenuti spirituali dei momenti religiosi che le composizioni musicali mettevano in risalto.

Fig. 1 La Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima.

Alla fine dell‘800 gli ultimi chiari segni del ‘sacro’ in musica sono, ad esempio, composizioni di Anton Bruckner Te Deum del periodo 1881-1883 e di Giuseppe Verdi che con il Requiem del 1874 propone una visione spettacolare e del tutto personale della liturgia dedicata ai defunti nella quale è sempre in prima linea la coralità che ne agevola la partecipazione al particolare momento della funzione religiosa e, soprattutto, con il Te Deum prodotto nel 1896-1897 dove il Maestro pone in atto una operazione rivolta ad un bilanciamento che coniuga tradizione e innovazione, basando la composizione sulla citazione del canto gregoriano “Te Deum Laudamus, Te Dominum confitemur” pilastro sul quale si sviluppano le scene successive in maniera assai succinta e sintetica con 15 minuti scarsi di musica ma di grande effetto e che si concludono con il suggestivo Domine in te speravi impreziosito dal postludio orchestrale.

Fig. 2 Papa Pio X in un ritratto fotografico di Ernest Walter Histed (1914 circa, National Portrait Gallery, Londra).

Una soluzione i cui effetti furono confermati da Papa Pio X che, come ricordato da Johann Herczog nelle note esplicative contenute nel fascicolo allegato al CD, nel 1903 con il Motu proprio “Inter plurimas pastoralis officii sollicitudines” enunciato poco dopo la sua elezione, metteva in chiaro l’uso della Musica nelle funzioni religiose nella quali proprio il Canto Gregioriano doveva essere uno dei punti fondamentali.

Ora siamo a metà degli anni 20 del XXI secolo, condizione del tutto analoga a quella in essere tra ‘800 e ‘900 per di più aggravata da tutto ciò che è avvenuto in campo musicale nel corso del secolo scorso, non solo con il progressivo abbandono della tonalità di impianto ma con la continua ricerca della novità e di nuove vie espressive che ha interessato a largo spettro tutto il modo di comporre (canto, emissioni vocali, ritmi, colori, timbri, strumentazione e l’interconnessione tra le varie componenti musicali).

Tale situazione deve aver condizionato Flavio Colusso nella scelta di procedere alla composizione della “Missa Veni Creator Spiritus” genere molto frequentato dal compositore romano (in questa occasione è alla sua sesta esperienza) che con essa ha trovato i giusti stimoli per la ricerca di una nuova via che riuscisse ad importare nel terzo millennio lo spirito religioso che attraverso la musica giunga ad una partecipazione emotiva con l’ascoltatore.

Il musicista si è orientato anch’esso verso la scelta di coniugare tradizione e innovazione, forse la via più sicura ed efficace per trovare quel coinvolgimento necessario per stabilire una connessione stabile tra ascolto, sacralità e partecipazione. Colusso in definitiva ha risolto il problema andando alle radici della Musica Sacra che risiedono appunto nel Canto Gregoriano e che hanno trovato fulgore assoluto nel periodo tardo rinascimentale e barocco.

Fig. 3 Una immagine di San Rabàno Mauro.

Come contenuto nel titolo ha tratto ispirazione dall’Inno Gregoriano attribuito all’abate Rabàno Mauro che la Chiesa venera come Santo, il cui Veni Creator Spiritus è cantato per la Pentecoste e alla cui liturgia è legato.

La partitura comprende tutto il ciclo dell’Ordinarium missae, per il Credo è stato adottato il testo del “Symbolum Apostolicum”, mentre nel Proprium missae c’è l’Introito “Spiritus Domini replevit”, la Sequenza “Veni Sancte Spiritus”, l’Offertorio “O Ignis Sancte”, l’Inno “Veni Creator Spiritus” e, a conclusione, l’Antifona “Regina coeli”. È scritta per 8 voci alle quali si aggiunge la Schola Cantorum, con un organico strumentale, per certi versi insolito, composto da violino, viola d’amore, trombone, percussioni, arpa e organo.

Ad influire sulla composizione ha contribuito senza dubbio la particolare e cospicua esperienza esecutiva maturata da Flavio Colusso con l’Ensemble Seicentonovecento da lui stesso fondato il cui nome evoca con chiarezza la vocazione all’esecuzione di musiche appartenenti a epoche diverse e contrastanti. Una esperienza arricchita dalla nomina a Maestro della Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima a Roma per la quale questa Missa Veni Creator Spiritus è la seconda composta. A tutto ciò si aggiunge la frequentazione delle opere di Giacomo Carissimi, in special modo degli Oratori, che consentono al musicista di possedere un particolare bagaglio di base utile per una impresa come questa testimoniata dalla pubblicazione del CD e da altre musiche di carattere sacro alle quali Colusso ha frequentemente lavorato.

Fig. 4 Il compositore e direttore Flavio Colusso. Foto Matteo Colusso

All’ascolto la Missa Veni Creator Spiritus, ricordiamo composta nel 2023, eseguita per la prima volta presso la Chiesa di Santa Maria dell’Anima nel maggio del 2024, sembra ben bilanciare i diversi stili ai quali Colusso fa riferimento e che emergono con una certa chiarezza nell’Inno Veni Creator Spiritus collocato nel finale della composizione dove agli echi del gregoriano si insinuano sonorità più moderne riguardo alla linea vocale e all’utilizzo degli strumenti regalando all’ascoltatore una composizione nel complesso solenne ed emozionante.

Per quanto riguarda l’orchestrazione si possono riscontrare segni di originalità grazie soprattutto agli interventi affidati al trombone che rinnovano in chiave moderna sonorità di stampo medioevale arricchendo la necessaria solennità, che è uno degli aspetti spesso incontrovertibili della musica sacra di tutti i tempi, per effetti spesso di grande presa come nel Credo e nel già citato inno Veni creator già citato. Anche l’uso dell’organo, che per una musica da chiesa è scelta quasi obbligata, riserva momenti di particolare afflato religioso soprattutto mettendo in efficace evidenza quella ‘coralità’ e quegli elementi di ‘partecipazione’ dei fedeli, componenti anch’essi irrinunciabili per una musica dedicata al culto religioso.

Infine la vocalità che certo riserva elementi di modernità rispetto ai capolavori degli anni d’oro della musica sacra. Colusso sceglie, soprattutto per le parti sopranili, una via che esclude quei momenti ‘impervi’ per i cantanti che caratterizzano molte delle opere musicali dei nostri giorni proponendo una linea vocale che raggiunge con una certa frequenza le tessiture acute ma mai abbandonando momenti lirici che valorizzano i caratteri devozionali del testo musicale, come nel ‘Veni Sancte Spiritus’. Ampio spazio è riservato alla ‘coralità’ garantendo elementi di partecipazione attiva che sono (o dovrebbero essere) peculiari nelle funzioni religiose che qui emergono non solo nel ‘Veni Creator Spiritus’ ma anche nell’Introitus dove è sempre basilare il richiamo al Gregoriano e alla caratteristica ‘responsoriale’ della funzione religiosa.

Hanno partecipato all’incisione effettuata presso la Chiesa di Santa Maria dell’Anima a Roma, interpreti specialisti in questo campo musicale. Sotto la guida di Flavio Colusso la Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima composta dagli strumentisti Valerio Losito violino e viola d’amore, Eugenio Renzetti trombone, Berardo Di Mattia percussioni, Antonello Dorigo arpa tripla e Alessandro Albenga organo.

Per la parte vocale l’ensemble è formato da Maria Chiara Chizzoni soprano I, Jennifer Schittino soprano II, Silvia De Palma soprano III, Alessandro Carmignani alto I, Micaela Parrilla alto II, Blagoj Nacoski tenore I, Raimundo Pereira Martinez tenore II, Leonardo Malara tenore III, Walter Testolin basso I, Roberto Bonfé basso II e Fabrizio Di Bernardo basso III.

Alla realizzazione dell’incisione hanno partecipato anche Laura Brambilla, Maxiillian Henke, Gloria Nicole Marchetti, Kārlis Mikelsons, Giuseppe Misitano, Florian Mroß e Theresia Maria Obermair.

Flavio Colusso

Missa Veni Creator Spiritus

Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima.

MR Classics 10101

Claudio LISTANTI  Roma 12 Gennaio 2025