di Massimo PULINI
Definire Ferdinando Peretti uno dei più importanti mercanti d’arte del mondo è dire qualcosa di riduttivo, che non esce dal generico anche quando lo si colloca al vertice di quella straordinaria e avventurosa professione. Pure termini come grande collezionista o acuto conoscitore rischiano di mancare il centro della sua esistenza. Nella vastissima terra della pittura, che perlustrava senza alcuna esitazione, dal Quattro al Novecento, Nando era una sorta di rabdomante, di sciamano. Bisogna dunque ricorrere a qualcosa di misterioso e di ancestrale per avvicinarci a un inspiegabile talento.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, senza entrare in competizione con lui, ha potuto apprezzarne l’estrema sensibilità e l’esperienza sterminata, una cultura cresciuta nel campo degli strumenti pittorici, delle materie e delle relazioni che queste instaurano col tempo. Averlo frequentato negli ultimi quindici anni, quando la tigre era già provata da una ferita che ne ingabbiava la parola, mi ha insegnato cosa significa la tenacia e la passione per l’arte e soprattutto per una vita che a quella indissolubilmente si legava. Ogni incontro con lui era fonte di novità, aperture di sguardo e meraviglie indimenticabili.
Un abbraccio a Matteo e uno ad Alina.
Massimo PULINI Bologna 25 Maggio 2022