redazione
La storia negata. Napoli nella storiografia artistica
Workshop (Partecipazione previa registrazione) Organizzato da Adrian Bremenkamp, Joris van Gastel e Tanja Michalsky
Si tratta di una discussione di gruppo con ospiti invitati, ma è aperta anche a partecipanti esterni previa iscrizione contattando via Email:
Dr. des. Adrian Bremenkamp: bremenkamp(at)biblhertz.it oppure
Dr. Joris van Gastel: gastel(at)biblhertz.it
Presentazione
«À Naples l’on n’aime que les bagatelles et les dorures.» Il parere negativo di Gianlorenzo Bernini sulla propria città natale è caratteristico per la ricezione critica di Napoli. Già Jacob Burckhardt parlava con scetticismo dell’amore per il fasto (Prunkliebe) dei partenopei. Allo stesso tempo, Napoli è sempre stata considerata una città senza una propria identità artistica: dal momento che nella scrittura della storia artistica peninsulare tale identità si definisce col concetto di scuola locale (Luigi Lanzi), la presunta mancanza di una tale scuola è stata tradizionalmente percepita come segno della marginalità di Napoli e della sua dipendenza da centri come Roma, Firenze e Venezia.
Nella storiografia artistica moderna la città di Napoli ha per lungo tempo occupato una posizione scomoda. Nonostante un marcato aumento dell’attenzione degli studiosi negli ultimi decenni (e sempre di più da parte di studiosi non napoletani), i luoghi comuni ereditati dai secoli passati continuano a esercitare un forte impatto sia sugli studi specialistici sia, e più espressamente, sull’immagine della città nella letteratura storico-artistica in senso ampio. Dal momento che diversi studiosi si sono rivolti con crescente interesse critico verso tali luoghi comuni, questo incontro si propone di creare una prima piattaforma per affrontarli in modo più sistematico. A tale scopo, è necessario in primo luogo individuare e raccogliere i diversi luoghi comuni operanti. È poi necessario capire quali luoghi comuni valgono per un’epoca in particolare e quali invece sono radicati nella storia dell’arte napoletana in generale; quali sono specifici solo della storia dell’arte o sono condivisi da altre discipline come la storia politica, la storia della letteratura o la musicologia. In seguito, vanno esplorati in relazione a specifici sviluppi storici, sia all’interno della storia dell’arte come disciplina sia nel loro rapporto con la più ampia storia della città, prestando attenzione al doppio contesto storico, cioè quello dell’oggetto di studio e quello della ricerca stessa. In che misura e in che modo la cosiddetta «questione meridionale» ha avuto un impatto sulla storia dell’arte napoletana? Ma anche: fino a che punto la storia dell’arte meridionale in generale è stata travisata da una concentrazione su e identificazione con Napoli?
Il nostro incontro si propone di riunire esperti di diversa formazione per discutere i luoghi comuni nella storiografia su Napoli, partendo dalle seguenti domande fondamentali:
1. Quali luoghi comuni si possono identificare nel proprio campo di ricerca?
2. Come si spiegano questi luoghi comuni, e qual è la situazione storica che li ha generati?
3. Quali approcci alternativi si potrebbero formulare per la storia dell’arte napoletana?
Interverranno
Xavier Barral i Altet (Bibliotheca Hertziana, Roma / Università Ca’ Foscari Venezia); Nicolas Bock (Université de Lausanne); Nicole Coffineau (Bibliotheca Hertziana, Roma); Regina Deckers (Bibliotheca Hertziana, Roma); Roberto Delle Donne (Università di Napoli Federico II); Bianca de Divitiis (Università di Napoli Federico II); Stefano D’Ovidio (Università di Napoli Federico II); Ruth Glynn (University of Bristol); Fulvio Lenzo (Università Iuav di Venezia); Fernando Loffredo (Bibliotheca Hertziana, Roma); Vinni Lucherini (Università di Napoli Federico II); Anna Maria Rao (Università di Napoli Federico II); Elisabetta Scirocco (Bibliotheca Hertziana, Roma); Antonino Tranchina (Bibliotheca Hertziana, Roma)