di Franco LUCCICHENTI
Tre sono le forze fondamentali che modellano l’edificare dell’uomo: la forza della demografia, la forza dell’economia, la forza della natura.
La forza della natura consiste principalmente nei condizionamenti che la struttura del territorio ha sull’arte di costruire. L’uomo fa parte della forza della natura? Certamente si, essendo la vita anche nella sua forma più evoluta un fenomeno essenzialmente naturale. La forza demografica è una componenete della forza della natura. L’impronta antropica sul territorio è quindi un fenomeno NATURALE. La forza economica, emanazione di un potere dell’uomo, è anch’essa un fenomeno naturale. Ritengo un errore considerare il costruire come qualcosa di ARTIFICIALE rispetto al processo di evoluzione e cambiamento nel tempo del paesaggio antropizzato. Urbanisti e architetti devono elaborare “progetti integrati” con la natura del territorio e la natura del territorio può integrarsi col progetto. Parlo di metabolizzazione reciproca in divenire. La coerenza formale con l’ambiente non è necessariamente un valore. Un edificio estraneo all’ “aura” ambientale di un luogo può col tempo integrarsi ed esaltare significati formali e culturali del paesaggio al contorno, o assumere forti valori simbolici.
Oggi nessun urbanista penserebbe ad una “forma urbis” con un impianto reticolare-ortogonale . Solo per fare pochi esempi con l’approccio contemporaneo non esisterebbero Manhatthan (fig 1) o la Città Proibita a Pechino. Nessun architetto costruirebbe il palazzo del Potala in Tibet (fig 2) su una delle tre cime principali di Lhasa, l’impatto ambientale sarebbe considerato oggi devastante. I suggestivi castelli sulle scogliere sparsi nel mondo non esisterebbero. E’ evidente che in questi due casi sottostavano esigenze funzionali a religione e difesa.
La bellezza è comunque emersa e si è fissata nel tempo e nello spazio.
Il pensiero ambientalista avrebbe considerato INTRUSIONI nel paesaggio quanto sopra scritto e impedito la costruzione di straordinarie realtà meravigliose che sostanziano la bellezza del mondo.
Purtroppo l’edificare senza regole ha fatto danni irreparabili al paesaggio e ai luoghi. Ma il condizionamento dell’impatto ambientale non deve mortificare le straordinarie possibilità creative della mente.
E’ possibile accedere ad un livello di sintesi superiore che tenga conto che l’opera dell’uomo appartiene più al futuro che al presente e il “peso antropico” sul territorio è alla radice un fenomeno naturale. L’integrazione ambientale può connettere per sempre l’anima dei luoghi con l’anima dell’uomo.
Franco LUCCICHENTI Roma 26 gennaio 2018