di Silvana LAZZARINO
La mostra “Nel Silenzio” inaugurata lo scorso 14 maggio con i saluti di Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, è aperta fino al 26 giugno 2024
Le infinite aspirazioni dell’uomo, tra attese e speranze, dubbi e interrogativi legati al suo esistere nella ricerca dl un senso a questa vita dove tutto passa e poi torna, la solitudine che si fa silenzio da intravedere quale via per uscire dal soffocante rumore del materialismo e del bisogno di apparire che fa perdere di vista la propria autentica realizzazione, sono alcune delle tematiche presenti nell’opera di Paolo Gubinelli tra i più grandi protagonisti dell’arte contemporanea, capace come pochi di restituire quel respiro di appartenenza a questo viaggio in cui costruire ogni giorno il proprio destino. Un destino in cui si è chiamati ad essere artefici della propria realizzazione in armonia con il proprio sentire e con quanto intorno nel rispetto dell’altro, per quanto possibile, visti i costanti condizionamenti che tolgono spazio al libero arbitrio con cui si nasce. L’arte di Paolo Gubinelli, proiettata ad esplorare il divenire delle emozioni tra memoria e tempo presente, attraverso l’uso di diversi materiali dalla carta al cartoncino, dal vetro al plexiglass, accompagna in questo viaggio nel tempo/non tempo dei ricordi, desideri e aspettative, attraverso cui riflettere e ritrovare la propria autenticità quale capacità di guardare con altri occhi la vita e il suo divenire.
. Marchigiano di origine (Matelica i1946) ma toscano di adozione, il Maestro Paolo Gubinelli attraverso studi di progettazione architettonica e grafica ha restituito anche con la tecnica dell’incisione nuova vita ai diversi materiali da lui trattati, primi fra tutti la carta mezzo di espressione artistica più adatto ad accogliere le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare stati d’animo lungo l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita.
Fondamentali per i suoi studi nell’apprendere tecniche e segreti sono stati gli incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto dello spazio che resterà fondante nella sua ricerca. Dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, Paolo Gubinelli si accosta alla carta: inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando al suo posto la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.
Aperta alle combinazioni di materia spazio e luce dove protagonista è il segno accennato o inciso, abbozzato e definito su carta e altri supporti, la sua opera che invita a soffermarsi sul significato più profondo dell’esistenza, è protagonista dell’esposizione in corso a Firenze presso la Biblioteca dell’Accademia delle Arti del Disegno (Via Orsanmichele) visibile fino al 26 giugno 2024.
La mostra “Nel Silenzio “inaugurata lo scorso 14 maggio 2024 alle ore 17.00 presso il Salone della Biblioteca, dopo i saluti di Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno e Giorgio Fiorenza, Presidente della Classe DUS dell’Accademia, ha visto gli interventi di Andrea Aleardi, Direttore della Fondazione Michelucci – Firenze, Padre Bernardo Gianni, Abate di San Miniato al Monte – Firenze, Riccardo Guarneri, Accademico Emerito della Classe di Pittura e Gaspare Polizzi, Vicepresidente della Classe DUS dell’Accademia. All’inaugurazione era presente l’artista Paolo Gubinelli.
Il percorso espositivo a cura di Paolo Gubinelli e Enrico Sartoni, mette in risalto come incisioni, rilievi, tagli, piegature su superfici quali in particolare la carta, il cartoncino, ma anche il vetro, il gesso, comprese le installazioni, aprano ad un ascolto interiore partendo dal racconto dell’esistenza di cui sfuggono spesso alcuni aspetti per via di una società – come quella attuale- dai ritmi frenetici e poco attenta ad una vera comunicazione. Attraverso la carta l’artista definisce lo spazio entrando nella terza dimensione, lasciando che a parlare siano segni e graffi incisi e in rilievo, i cui tratti sono esaltati dalla magia del colore nelle sue diverse tonalità pastello in cui ritrovare l’abbraccio di immagini che aprono a luoghi di natura tra terra e mare, acqua e fuoco a respirare sensazioni di l’infinito. Da qui il risveglio di una rinnovata consapevolezza con cui ricontattare quello stato, quasi come in origine, di perduta armonia proprio con la stessa vita.
Ogni opera di Paolo Gubinelli restituisce le possibili contaminazioni tra materia e spirito, grazie a quella capacità di stupirsi. Lo stupore infatti come scrive Cristina Acidini: “è quello di chi sa riconoscere la bellezza e farla sua: la bellezza ricca di potenzialità infinite d’un foglio vergine (così come d’un impasto ceramico in attesa di modellazione), la bellezza dei segni da imprimervi secondo schemi d’arcana armonia, la bellezza dei colori che vi si posano, smaglianti e lievi come petali che il vento abbia rapito a corolle primaverili”.
Con le sue traiettorie verticali e diagonali, ripetute e alternate, il segno nel suo incidere e sfiorare, graffiare e abbozzare, lascia tracce, rilievi a seconda dei materiali utilizzati tra carta, gesso, ceramica, vetro, aprendo ad universi interiori dove indentificare le emozioni nel loro fluire tra ombre e luci, mentre le piegature su carta che lasciano intravedere una dialettica tra pieni e vuoti suggeriscono il passo verso quel varco, quasi ad oltrepassare il limite dove il visibile apre all’invisibile, comprese le volumetriche installazioni.
In particolare sono proprio questi tagli e incisioni che diventano occasione per ripensare all’attesa, alla sospensione con cui mettersi in ascolto dei luoghi più silenziosi del pensiero a ritrovare quella leggerezza con cui guardare la vita. Leggerezza che non ha nulla a che vedere con la superficialità, ma risiede nel modo fluido e armonioso con cui accogliere il proprio vissuto e il proprio modo di essere; quindi leggerezza percepita anche come fragilità propria del vivere dove il tempo interiore sembra abitato da solitudini.
Ma accade che quei segni tracciati e incisi da Paolo Gubinelli se da un lato rimandano ad impronte simili a ferite, dall’altro la presenza in essi del colore pastello con variazioni cromatiche allontana dal senso di incertezza e incognita che grava sul destino dell’uomo per cedere il passo ad una possibile apertura alla magia del sogno. È proprio il riferimento al sogno, la formula con cui evadere dal caos quotidiano e perdersi quasi fino a smarrire il proprio sé per poi ritrovarlo sotto una nuova luce, anche in sintonia con quello che è lo sguardo del fanciullo nei confronti della vita da attraversare con stupore e meraviglia. In quelle sfumature di colore che si irradiano attraverso segni e linee di indefinite soluzioni di forme, dove lo sguardo si perde per ritrovarsi, risuona l’imprevedibile moto della coscienza entro un’interpretazione tutta lirico musicale
Nel suo rigore e semplicità, nel uso movimento sinuoso e indefinito a ridefinire un “altro spazio”, il segno che incorpora la luce e la scompone, che avanza e retrocede mantiene una bellezza ed eleganza che ben si sintonizzano con l’impalpabilità del colore libero e indefinito nel suo stendersi sulla superficie quasi a volerla oltrepassare nell’imprevedibilità della vita.
Tra le mostre cui ha preso parte il Maestro Paolo Gubinelli, va ricordata la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.
In riferimento al dialogo tra poesia e pittura Gaspare Polizzi nel suo testo critico Paolo Gubinelli: un artista, un poeta della piega al paragrafo ‘Ut pictura poësis’ scrive: “In Gubinelli e nei poeti con i quali dialoga ha valore il pensiero poetico del colore. Il colore permette di avvicinare un corpo quanto più possibile all’idea del movimento, di rappresentarlo nel suo momento fecondo”. È da sottolineare sempre nel suo testo il riferimento a quanto scritto nel 2006 da Antonio Paolucci: “non esiste nel panorama dell’arte italiana contemporanea, un pittore che abbia saputo, come Gubinelli, accettare per azzardo e chiudere con successo, il confronto con la poesia” (Paolo Gubinelli, Opere inedite 1970-2008, Edizioni Grafostil, 2008, p. 124).
Accompagnano la mostra, i testi di Cristina Acidini, Gaspare Polizzi, l’allestimento è di Paolo Gubinelli, la grafica e impaginazione di Laura Turchi. L’esposizione resterà aperta fino al 26 giugno 2024.
Silvana LAZZARINO Roma 19 Maggio 2024
“Nel Silenzio “
La mostra di Paolo Gubinelli
Accademia delle Arti del Disegno – Via Orsanmichele, 4 – Firenze
Orario: martedì e mercoledì 10.00-12.30 / 14.30-16.30
lunedì, giovedì e venerdì su richiesta ad info@aadfi.it
14 maggio – 26 giugno 2024