di Consuelo LOLLOBRIGIDA
Questa estate di post-pandemia (forse) rende omaggio all’artista Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 – San Diego, 2002) con due importanti mostre, una a New York e l’altra a Capalbio, la cittadina nel cuore della Maremma che conserva il Giardino dei Tarocchi, il capolavoro della sua creatività e uno dei capolavori indiscussi dell’arte del ‘900.
L’11 marzo si è aperta al Moma Niki de Saint Phalle: Structures for Life. Curata da Ruba Katrib, la mostra è la prima grande retrospettiva americana dedicata all’artista, dove attraverso più di 200 opere che ne ripercorrono l’intensa carriera, dalla metà degli anni ’60 alla scomparsa, si mette l’accento sull’approccio interdisciplinare e l’impegno di Niki sul fronte politico e sociale.
L’altra, Il luogo dei sogni: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle è la grande esposizione capalbiese curata da Lucia Pesapane visitabile fino al 3 novembre, che ricostruisce in tre sedi diversi il percorso che ha portato l’artista alla creazione del Giardino dei Tarocchi.
Negli spazi di Palazzo Collacchioni, dove si ripercorre la storia del Giardino con foto, video, sculture, maquette e collage; della galleria Il Frantoio, dove si trovano i lavori antecedenti agli anni ’80; del Giardino dei Tarocchi, il capolavoro finale, sono esposte più di 100 opere, tra sculture, disegni, video, fotografie comprese tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta.
Due esposizioni diverse che hanno il merito di portare all’attenzione del grande pubblico la figura di un’artista ancora poco conosciuta e apprezzata.
Femminista visionaria, Catherine Marie-Agnés Fal de Saint Phalle nasce in Francia in una famiglia aristocratica emigrata negli Stati Uniti in seguito alla crisi finanziaria del ’29. Nei primi anni ’50 inizia la sua carriera artistica entrando a fare parte, unica donna, del Nouveau Réalisme con Arman, Christo, Yves Klein, Tito Spoerri e Jean Tinguely che sarebbe diventato poi il suo secondo marito.
Negli anni Sessanta diviene celebre grazie ai Tiri: una serie di azioni durante le quali il pubblico o l’artista stessa sparano con la carabina su dei rilievi di gesso, facendo esplodere sacchetti di colore. In seguito Niki inizia a lavorare sulla figura femminile realizzando delle grandi sculture, coloratissime e formose: sono le Nanas, dal nome della prostituta tratteggiata dallo scrittore francese Émile Zola.
Gigantesche sculture policrome, le Nanas raffigurano corpi iperbolicamente femminili di acrobate e danzatrici che, come grandi madri primitive nell’era di pin-up e sex symbol, mal si adattano al ruolo di oggetto del desiderio maschile. «Amo ciò che è rotondo, le curve, l’ondulazione; il mondo è rotondo, il mondo è un seno», affermava spesso Niki.
Nel 1966 nasce Hon/Elle, una figura gigantesca e prosperosa che si trova nel Moderna Museet di Stoccolma. Questa Nana in poliestere ha 28 metri di lunghezza, 6 metri di altezza e 9 metri di larghezza, ed è una scultura visitabile internamente: sta distesa di spalle e accoglie nel suo grembo i visitatori che poi escono nuovamente da lei come in un parto.
Dagli anni ’60 in poi, l’artista espanse la sua pratica includendo progetti architettonici, sculture, libri, stampe, film, abiti, gioielli e il suo famoso profumo, grazie al quale riuscì a finanziare il sogno della sua vita, il Giardino dei Tarocchi, uno spazio visionario dove l’immaginazione prende forma e si concretizza.
Durante un viaggio a Barcellona, Niki rimane impressionata dal Parc Guell di Gaudì e decide di voler indirizzare tutte le sue energie alla creazione di qualcosa di analogo. Dal 1979 al 1996, con l’apporto di Jean e di uno staff di collaboratori, Niki realizza il Giardino dei Tarocchi, tra Garavicchio e Capalbio, nel cuore della toscana.
Tra i principali collaboratori di Niki, oltre a Jean Tinguely, partecipano in tempi diversi anche Rico Weber, Ricardo Menon, Roberto Aureli, anche se il progetto è ideato da Niki, regista di un lavoro collettivo che organizza apporti tecnici dei più diversi settori: artisti polimaterici, architetti, arredatori, ceramisti, operai specializzati, esperti di amministrazione, di botanica.
La complessa e delicata struttura del Giardino segue la morfologia del terreno nel quale Niki installa le 22 figure degli Arcani Maggiori, consapevole che l’arte può alterare la percezione dello spazio e spostare la realtà.
Il luogo dei sogni: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle si concentra sull’analisi del linguaggio simbolico dell’artista, soffermandosi sull’interpretazione delle carte dei Tarocchi. Le sculture di Niki sono dense di significati allegorici ed esoterici, e disegnano una sorta di percorso iniziatico condotto in un’atmosfera giocosa. Esse sono l’esito di un lavoro interiore, nel corso del quale l’artista si interroga sul materno, sul concetto di nascita-rinascita, sulla volontà creatrice.
Niki era solita affermare:
«Se la vita è come un gioco di carte, noi siamo nati senza conoscerne le regole e dobbiamo dunque accontentarci di quello che abbiamo in mano e fare il nostro gioco. I Tarocchi mi hanno permesso di capire meglio il mondo spirituale e i problemi della vita; ho consapevolezza delle difficoltà che si devono superare per passare alla prova seguente e trovare alla fine del gioco la pace interiore ed il giardino del paradiso».
Il Giardino è un connubio tra arte e architettura: utilizza il linguaggio dell’arte ma ha la dimensione umana ed abitabile dell’architettura. Le ventidue sculture monumentali – alcune delle quali internamente percorribili – sono rivestite con mosaico di specchi, vetri e ceramiche colorate. Maioliche e specchi rimandano e scompongono la luce del sole.
I colori accesi sono proposti secondo un codice simbolico: il rosso è connesso alla forza creatrice, il verde alla vitalità primigenia; il blu è il segno «della profondità del pensiero, del desiderio ardente e della volontà», il bianco rappresenta la purezza; il nero indica «la vanità e i dolori del mondo», mentre l’oro è simbolo dell’intelligenza e della spiritualità. Sulle stradine del parco Niki incide appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni, messaggi di speranza e di fede, snodando un percorso materiale e soprattutto spirituale.
Simbolica è la mano aperta sulla testa della carta del Mago, realizzata per nascondere la vista in lontananza della contestata centrale nucleare di Montalto di Castro (vedi fig. 4). Il parco è ormai considerato come una delle maggiori espressioni dell’arte ambientale contemporanea
Il luogo dei sogni: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle vuole portare il messaggio femminista, ecologico e all’avanguardia dell’autrice.
E’ difficile rinchiudere Niki in un movimento o una corrente: ha sperimentato linguaggi e materiali, ha lottato contro le norme artistiche, gli stereotipi e le banalità. Sognava, Niki, un modo diverso di abitare il mondo. E quel sogno divenne realtà a Garavicchio.
Consuelo LOLLOBRIGIDA Roma 11 luglio 2021
Informazioni utili
Il luogo dei sogni. Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle
Capalbio, 9 luglio – 3 novembre 2021 Palazzo Collacchioni, Galleria Il Frantoio, Giardino dei Tarocchi