NUMERO SPECIALE la XXXI Biennale di Antiquariato. Parla Fabrizio Moretti.

P d L

Fabrizio Moretti (Firenze 1978), Presidente della Moretti Fine Art, Vicepresidente dell’Associazione Antiquari d’Italia e da alcuni anni Segretario generale della Biennale Internazionale di Antiquariato di Firenze, è un antiquario, collezionista nonché critico d’arte; si è avvicinato all’antiquariato dopo la Laura in Lettere seguendo una tradizione famigliare consolidata, fondando a soli 22 anni la Galleria Moretti a Firenze, divenuta in poco tempo un punto di riferimento per grandi collezionisti e per importanti realtà museali italiane e straniere, al punto da essere selezionato nel 2015, dal prestigioso magazine inglese “Apollo” nel numero speciale Apollo 40 Under 40, come uno dei maggiori talenti under 40 del panorama artistico contemporaneo, ad opera di una giuria di esperti internazionali di varie discipline. E’ riconosciuto tra i massimi esperti di dipinti italiani di arte antica dal XIV fino al XVI secolo, spece nel settore dei fondi oro. Gli abbiamo posto alcune domande mentre era in viaggio per Parigi sulla Biennale Fiorentina che si tiene dal 21 al 29 settembre a Palazzo Corsini.

-La prima cosa che ti vorrei chiedere e che sembra banale –ma non lo è, se pensiamo che la Biennale di Roma non si fa più, che a Milano Amart non sembra decollare ancora, e che a parte qualche iniziativa al Nord come Modena e Parma, per il resto questo settore non sembra godere di molta salute- è proprio questa: “Come se la passa la Biennale fiorentina?”

R: Per quanto mi riguarda ti posso senz’altro rassicurare; sarà pure vero quello che dici per le altre realtà ma non avrei neppure bisogno di risponderti su Firenze, perché lo stato di salute della nostra Biennale è eccellente. Arrivati ai sessant’anni di esposizioni la Biennale di Antiquariato si mostra sempre più attuale, sempre più all’altezza, sempre più capace di intercettare ed esprimere il meglio del settore; insomma un faro per tutti coloro che amano la qualità e l’eccellenza, un punto di riferimento imprescindibile per collezionisti, mercanti, operatori e così via.

Quindi mi pare di poter dire che le tue personali aspettative sono più che positive.

R: Si, certo; personalmente mi aspetto un grande successo tanto più che l’evento sta interessando veramente mezzo mondo; non hai neppure idea di quanti clienti mi stanno telefonando per essere presenti, per avere un personale invito, in quanti ci tengano a partecipare alle cene –divenute un vero e proprio status symbol– non esagero se ti dico che mi arrivano richieste da tutto il mondo; sono convinto che sarà una edizione che avrà un forte eco internazionale, ma questa del resto è una caratteristica della Biennale di Firenze.

-Ti chiedo allora come procede l’organizzazione, se cioè avete dovuto superare particolari problemi sotto questo punto di vista.

R: No, non ci sono stati problemi particolari, tutto sta procedendo per il meglio, a dimostrazione che quella della Biennale è una macchina già ben rodata che ci consente di procedere tranquillamente; anzi ne approfitto per ringraziare quanti hanno contribuito e stanno ancora contribuendo alla riuscita dell’evento.

Insomma sembri particolarmente soddisfatto e assai fiducioso sugli esiti di queste giornate riguardo alle quali come puoi immaginare molti si aspettano anche che possano rilanciare un settore che almeno nel nostro paese da diversi anni non sembra godere di ottima salute.

R: Certo e non potrebbe essere altrimenti se consideriamo che la Biennale è certamente e sempre di più l’occasione di ritrovo e scambio più importante nel mondo; io credo che questo che si svolge a Palazzo Corsini sia un evento imparagonabile a livello internazionale per prestigio e qualità, forse solo Maastricht può reggere il confronto ma forse neppure, visto che ultimamente mi pare stia perdendo colpi.

Forse una parte del merito vada anche all’Amministrazione comunale che –a differenza di quanto accaduto ad altre Fiere antiquarie italiane, in particolare a Roma- mi pare faccia con molto interesse e non da oggi la sua parte.

R: E’ assolutamente vero e devo anche sottolineare come abbiamo potuto stabilire con gli amministratori locali un vero sodalizio, un rapporto di stretta collaborazione, anche perché non va trascurato il ritorno di cui la città può godere in termini commerciali oltre che pubblicitari – ma di questo certo Firenze non avrebbe neppure bisogno-. Tuttavia non posso dirti molto di più sotto questo aspetto perché non me ne occupo direttamente.

Ho letto l’articolazione del programma di quest’anno che va sotto il titolo Firenze Art Week, basato sull’idea di coinvolgere realtà artigianali, Gallerie d’arte, boutiques e così via; molti galleristi mettono insieme opere di arte antica e contemporanea, è un connubio che non tutti sembrano apprezzare e tuttavia mi pare possa essere una delle caratteristiche che proprio tu hai voluto dare alla Biennale, una sorta di imprinting insomma, come si è potuto notare negli anni passati con gli inviti a importanti rappresentanti dell’arte contemporanea ad esporre in luoghi prestigiosi della città.  

R: L’arte -antica o moderna- è sempre attuale ed ha una validità che travalica i periodi storici e il gusto del tempo; le opere d’arte sono determinanti documenti della storia della civiltà di ogni paese e proporle in un luogo magico come Palazzo Corsini, a Firenze, città d’arte per eccellenza, culla del Rinascimento, non fa che confermarne il valore e l’importanza; sono certo che la compresenza nelle esposizioni di opere di ogni tempo ne ribadisca la validità, purché ovviamente si tratti di opere di caratura e di grande livello, perché la qualità non conosce confini geografici o temporali.

Vorrei un tuo parere sulla iniziativa di incontro tra pubblico e privato, che a partire dal 16 settembre si tiene nella Reggia di Caserta, su iniziativa dell’ex Direttore Felicori, ad opera dell’antiquario Cesare Lampronti (peraltro presente a Firenze ed uno dei galleristi più noti in Italia e all’estero) e che consiste nel portare in un luogo pubblico di assoluto prestigioso una parte considerevole di quadri di Antichi Maestri in larga misura di sua proprietà.

R: Mi pare una iniziativa intelligente che certamente può contribuire a superare lo schema mentale di chi pensa al commercio di opere d’arte come qualcosa ch dev’sser contrastato, mentre al contrario c’è molto di meritorio in questo lavoro, se pensiamo ai beni che rientrano in Italia dall’estero comprati dagli antiquari italiani. Certo, non vi dev’essere conflitto d’interesse e siccome in questo caso non c’è, vedo l’inziativa con molto favore.

-Da qualche giorno si è insediato il nuovo governo con nuovo ministro dei Beni Culturali, seppure già titolare della stessa carica; che cosa ti sentiresti di chiedergli per venire incontro alle esigenze del mondo antiquariale e del commercio di opere d’arte.

R: La prima cosa che non solo io ma possiamo dire chiunque operi in questo campo vorrebbe è la sburocratizzazione, la snellezza nelle procedure specie quando si chiedono le autorizzazioni alle varie sovrintendenze, nonchè una revisione dei carichi fiscali spesso per alcuni insostenibili che costringono a spostare all’estero la propria attività; non mi pare un libro dei sogni, anche perché non siamo abituati a sognare ma a vivere nella realtà e non sarebbe male se se ne prendesse atto.

Un’ultima domanda su cosa troveranno i visitatori di grande importanza artistica in questa edizione.

R: Certo non posso fare graduatorie ma posso assicurare che chiunque amatore dell’arte di alto livello rimarrà soddisfatto perchè le proposte sono veramente notevoli e tutti i galleristi si sono impegnati da tmpo per proporrae il meglio dei loro repertori; posso dire che tra capolavori di Bernini, Canaletto, Boldini, De Chirico e così via per non dire delle importanti opere rinascimentali e anche contemporanee i visitatori non potranno che restare soddisfatti

P d L   Settembre 2019