di Carla GUIDI
Con il titolo – Car Crash Piero Gilardi e l’arte povera – si inaugura venerdì 3 novembre ore 18, nella cornice di Artissima e al PAV – Parco Arte Vivente, via Giordano Bruno 31 – Torino, una interessante mostra a cura di Marco Scotini, che indaga la produzione di Piero Gilardi (Torino, 1942-2023) nel corso degli anni Sessanta. Durata della mostra dal 4 novembre 2023 al 28 aprile 2024.
La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino.
Il titolo Car Crash è mutuato da un progetto mai realizzato per il Piper Pluriclub di Torino. Gilardi rimandava l’immagine di “un’auto che slitta silenziosamente sull’olio nero del pavimento”, divenuta metafora di quegli anni sulfurei durante i quali l’incontro e lo scontro con il sistema dell’arte e la costruzione e decostruzione di relazioni, teorie ed immaginari, sono il segno dell’alta posta in gioco dell’arte di quel momento. Così è proprio con la dinamica esperienza del Piper e con l’esposizione dei tappeti-natura allestiti all’interno del locale nel gennaio 1967, che si apre l’odierna mostra del PAV.
La discoteca, o meglio il “divertimentifricio” torinese, riprendendo la definizione di Tommaso Trini, che dalla seconda metà degli anni Settanta era aperto ad accogliere sperimentazioni e diverse forme d’arte performativa, da Carmelo Bene al Living Theatre, diventò terreno fertile anche per artisti che, come Gilardi, orbitavano attorno al movimento dell’arte povera, tra i quali Pistoletto, Merz e Boetti.
L’esposizione quindi vuole rendere giustamente un omaggio al fondatore del PAV e ripercorre gli esordi della carriera dell’artista esplorando gli anni che vanno dal 1964 al 1969, una fervida stagione che delinea già il percorso di Gilardi all’origine del movimento dell’arte povera. La mostra quindi analizza ed attraversa i primi cinque anni connotati da questa impronta: l’esposizione Arte Abitabile (1966) presso la Galleria Sperone, la creazione del Deposito d’Arte Presente di Torino (1967-1969), la teoria dell’arte micro-emotiva, fino al suo definitivo affrancamento dal movimento con la mostra arte povera più azioni povere agli Arsenali di Amalfi (1968).
Car Crash infatti vuole essere la prima di una serie di mostre monografiche di un progetto a lungo termine del PAV che, seguendo una partizione cronologica, approfondiranno l’opera dell’artista, scomparso il 5 marzo di quest’anno.
Piero Gilardi, nato a Torino il 3 agosto 1942, figlio della pittrice e modella Cecilia Lavelli, ha iniziato il suo percorso artistico negli anni Sessanta, nel clima culturale della Post-Pop Art. Debutta nel 1963 con un’esposizione neodadaista di Macchine per il futuro presso la Galleria L’Immagine di Torino facendosi conoscere dal grande pubblico proprio grazie ai suoi Tappeti-Natura.
Difficile fare una sintesi del suo percorso etico/artistico e poetico, da lui drammatizzato e testimoniato in uno dei suoi numerosi libri, che invitiamo a leggere e conservare, da quando almeno nel 1965, passeggiando lungo il greto del torrente Sangone, si era imbattuto in un mucchio di rifiuti abbandonati sulla riva. Disgusto e disperazione si erano impadroniti di lui per la consapevolezza che a nessuno sembrava importare più che tali presenze sarebbero rimaste lì avvelenando l’ambiente, dal micro bioma, flora e fauna, all’umanità stessa divenuta colpevolmente disinteressata ed autodistruttiva. La sua reazione era stata quella di ricostruire una natura “non inquinata e ideale” utilizzando il poliuretano espanso, frutto di una tecnologia da utilizzare al meglio, con l’obiettivo in questo caso di focalizzare l’attenzione per recuperare un’esperienza tattile e poetica, già scomparsa in una natura da salvare prima della sua definitiva scomparsa.
Suo obiettivo di quegli anni era l’elaborazione teorica delle tendenze già in atto, l’Arte Povera e la Land Art e questo impegno è testimoniato dalle svariate lettere scritte ad amici e colleghi, dalle corrispondenze per la rivista Flash Art inviate da New York e da diverse città europee. Ciò preannuncia l’importanza del suo contributo teorico a due mostre miliari come Op Losse Schroeven (Amsterdam, 1969) e When Attitudes Become Form (Berna, 1969). Un pensiero analitico che include una posizione critica dei meccanismi che governano il sistema ed il mercato dell’arte che a partire dal 1969 porta Gilardi a scegliere di allontanarsi temporaneamente dalla scena artistica nazionale e internazionale per dedicarsi all’attivismo politico in continuità con le istanze sollevate dai movimenti politici del ’68.
In questo clima fortemente politicizzato, introdusse nella sua vita artistica esperienze nelle aree periferiche del pianeta, abbracciando i movimenti artistici della creatività collettiva e spontanea. In Italia ma anche in Nicaragua, in vari Paesi dell’Africa e nei territori dei nativi americani negli Stati Uniti, così dall’inizio degli anni 80, Gilardi organizzò installazioni interattive che concepiva come arte “relazionale”, propulsore di trasformazioni sociali.
Fin dagli esordi emerge il suo interesse riguardo al rapporto tra tecnologia, essere umano e natura insieme al desiderio di creare opere d’arte funzionali animate dallo spettatore, così come l’apertura verso altre discipline, quali le esperienze nell’ambito del design radicale di fine anni Sessanta. Ne emerge l’instancabile volontà di Gilardi di comprendere e teorizzare il senso più profondo dell’arte e dell’operato di artisti incontrati in ambito internazionale e nazionale, passando da inventore di forme a inventore di formazioni: la sua definizione di “arte micro-emotiva” ne è un esempio.
Dal 2002 Gilardi è stato impegnato nella realizzazione del Pav (Parco Arte Vivente) di Torino: centro sperimentale di arte contemporanea nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative alla dialettica Natura/Cultura. Lui amava considerarlo un «incubatore di coscienza ecologica». Aperto nel 2008, il Pav è stata la sua ultima opera, ma la più grande di tutte perché è un luogo vivente, un museo, un bene della collettività.
In conclusione la mostra Car Crash. Piero Gilardi e l’arte povera – racconta il giovane artista Piero Gilardi, attraverso tre temi fondamentali (lo spazio extra-artistico; dal costume pop al costume politico; la produzione di arte utile) con l’intento di andare alla radice del suo operato e sollevare le questioni fondanti della sua pratica che, sviluppandosi in una lunga carriera, hanno condotto alla fondazione del PAV Parco Arte Vivente. Questo è anche e soprattutto un Centro sperimentale d’arte contemporanea che oggi interpreta la natura a partire da un parco pubblico nel paesaggio urbano, un luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio con al centro l’ecologia, il pubblico e gli artisti, “il progetto di una vita”.
I documenti e le opere presenti in mostra sono stati raccolti attraverso la collaborazione con Archivio Domus, Archivio Fotografico Enrico Cattaneo, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Archivio Derossi Associati, Centro di Ricerca Castello di Rivoli (CRRI), Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, Fondazione Merz, Galleria Giraldi, Galleria Lia Rumma, Gufram. Nell’ambito della mostra Car Crash, le Attività Educative e Formative del PAV propongono, alle scuole e ai gruppi, un articolato programma di attività interamente dedicato alla ricerca metodologica e alle opere di Piero Gilardi, consultabile sul sito web. – www.parcoartevivente.it
Per le famiglie, su prenotazione, la seconda domenica di ogni mese è in programma una visita speciale al percorso interattivo Bioma di Gilardi, a cui segue l’attivazione dell’opera pedagogica Puzzle-natura Marina delle Canarie di Gilardi (2015, 53 elementi di poliuretano espanso, lattice di gomma, cesta di vimini). Un’opera interattiva completamente assemblabile che contiene sassi, conchiglie, ricci di mare, frammenti di palme, zolle di terra vulcanica o erbosa. Il puzzle è a disposizione dei visitatori invitati a interagire con l’opera creando forme sempre diverse. Altre versioni dei puzzle-natura sono presenti al Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, al Van Abbemuseum di Eindhoven (NL) e al Nottingham Contemporary (UK).
Carla GUIDI* Roma 22 Ottobre 2023