di Silvana LAZZARINO
Al Museo della Stampa di Soncino (CR) il 30 ottobre 2021 si è inaugurata la mostra “Paolo Gubinelli Opere su carta”. Omaggio a Piero Manzoni, con testo critico è a cura di Paolo Bolpagni presente in Catalogo.
In questa esistenza dove tutto trascorre secondo ili flusso inesorabile della ripetitività passando dal giorno alla notte, dalla veglia al sonno, l’uomo con le sue aspirazioni e speranze, dubbi e incertezze è alla costante ricerca di senso da ritrovare nel recupero della propria autenticità di essere in armonia con l’ambiente e gli altri, a partire da un ascolto autentico di sé. Di ascolto di sé, di recupero dei quelle emozioni anche contrastanti con cui ridefinire un’armonia interiore, racconta l’opera del Maestro Paolo Gubinelli, che permette di immergersi nell’’atmosfera avvolgente del segno nel suo continuo divenire a cogliere la sfera oltre l’orizzonte sensibile.
I segni e le incisioni con cui egli restituisce vita a ritmi di geometrie e forme in costante cambiamento, lasciando tracce su carta, cartoncino, su plexiglass, vetro e ceramica, risuonano come melodie nel pensiero che ripercorre la magia di un tempo finito e infinito tra visibile invisibile verso quel confine dove l’uomo ha la possibilità di ricongiungersi con l’inizio del proprio tempo.
La bellezza del segno rigoroso, ma anche sinuoso e sfuggente, l’armonia del tratto continuo, e interrotto che si lascia attraversare da tenui sfumature di colore quasi a restituire l’alchimia del sogno possibile quale evasione dalle ombre della sera, si ripercorrono nella suggestiva mostra a lui dedicata:
“Paolo Gubinelli Opere su carta”, Omaggio a Piero Manzoni con testo critico a cura di Paolo Bolpagni, inaugurata il 30 ottobre 2021 alle ore 17.00 presso gli spazi del Museo della Stampa di Soncino (CR).
Il patrocinio della mostra è della Provincia di Cremona, del Comune di Soncino e del Sistema Museale MOeSe impegnato su un territorio culturalmente omogeneo fra le province di Cremona e Bergamo. Il Sistema Museale si propone quale “ ‘ponte’ unificante fra memorie, attualità, storia, cultura ed arte. In questo modo il Sistema sottolinea la complementarietà dei patrimoni conservati nei singoli Musei: dall’archeologia alla civiltà contadina, dalle arti della stampa e della tipografia alla riflessione dell’arte e della cultura sacra”.
Nato in provincia di Macerata (Matelica i1946) inizialmente attratto dalla musica, Paolo Gubinelli, ben presto si interessa all’arte di cui apprende tecniche e segreti grazie ad incontri con grandi maestri tra cui Bruno Munari, Enrico Castellani, Mario Nigro e poi Alberto Burri, Giuseppe Uncini, Enrico Castellani e Piero Dorazio, compreso Lucio Fontana dal quale apprende come determinante sia il concetto dello spazio che resterà fondante nella sua ricerca. Aperta alle varie sperimentazioni l’arte di Gubinelli dopo diverse esperienze pittoriche su tela e altri materiali con l’uso di tecniche non tradizionali, si accosta alla carta inizialmente lavorando il cartoncino bianco morbido al tatto particolarmente ricettivo alla luce, poi utilizzando la carta trasparente, entrambi incisi in modo più e meno intenso secondo strutture geometriche sensibili al gioco della luce.
La carta, infatti, attraverso incisioni, tagli, piegature e acquerelli, gli ha permesso di raccontare aspetti dell’esistenza che spesso sfuggono in una società frenetica e sempre in corsa contro il tempo come quella attuale. Le trasformazioni lasciate dal segno appena accennato o più marcato nel raccontare l’impalpabilità del tempo che sovrasta questa vita, come anche la costante ricerca del senso di questo viaggio che è la vita, restituiscono respiro all’immaginazione. Il segno geometrico, nelle sue ultime produzioni, da rigoroso e costruttivo ha acquistato sempre più maggior libertà attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili a scandire l’imprevedibile moto della coscienza entro un’interpretazione tutta lirico musicale.
Riguardo il segno nel suo armonizzarsi e distendersi nello spazio del materiale prescelto, così scrive il critico Paolo Bolpagni:
“… un segno sottile e spesso irregolare, che ha trovato nella dinamica della scalfittura il proprio modo precipuo d’estrinsecarsi. Non lo ritengo emblema o metafora di una ferita, il che sarebbe troppo scontato, bensì di una ricerca di esprit de finesse, che si appalesa in una scrittura che è un personalissimo linguaggio, un sistema di forme simboliche da decodificare con pazienza ed esercizio. In questo lessico troviamo strutture di linee pressoché parallele, simili a frammenti di tetragrammi o pentagrammi (privi però di note: il riferimento alla grafia musicale sarebbe estrinseco), segmenti che si incrociano – creando angoli ottusi e acuti – in sequenze di reticolati, segni ondulati e curvi in dialettico dialogo con queste, diagonali o pseudo-diagonali, fasci di rette che attraversano l’intero campo visivo dell’opera, talvolta rastremate, raggruppamenti irregolari, punti singoli e autonomi o organizzati in successioni.”
La sequenza dei solchi, dei segni creati da Paolo Gubinelli è in linea con l’energia della continuità della vita nel ritrovare il movimento delle onde del mare e dell’acqua di fiume che avanza e scorre, nell’avvertire il contatto con la terra suggerita attraverso i solchi che incidono la materia e la leggerezza dell’aria insita nelle trasparenze che riflettono la luce. Da qui il profondo lirismo che attraversa i lavori del Maestro in cui gli elementi come aria, acqua e terra sono presenze simboliche, nascoste come parti del movimento dell’universo che si rigenera in una costante trasformazione. Stralci di colori e frammenti di segni nel loro divenire guizzi di memorie e nostalgie che si affacciano al presente, da un’iniziale sussulto aprono alla sospensione del pensiero facendo immaginare l’infinita linea dell’orizzonte quale invisibile segmento che unisce mare e cielo, per poi restare in attesa di un dopo prefigurato, sognato, idealizzato che è là ad attendere.
Il colore, ad accompagnare i ritmi di linee e graffi armonizza questa melodia visiva dove il pensiero si eleva e si disperde come ad abbracciare l’universo sentendo l’energia degli elementi indispensabili alla vita. Il colore è espressione di vita e di riscoperta nelle opere di Gubinelli e come scrive Paolo Bolpagni:
“il colore……quando compare, diventa un fattore significante ed essenziale nell’economia dell’opera, nell’equilibrio degli elementi, arrivando addirittura a esserne il fulcro, il centro calamitante. Accade anche che sia utilizzato in chiave lirico-espressiva, evocativa, oppure, soprattutto nei rilievi in ceramica, associato a determinate forme geometriche”.
L’ascolto di sé tra stupore e sogno, mistero e meraviglia lo si percepisce seguendo con gli occhi e il pensiero quelle linee curve e poi la perfezione di un cerchio, un ascolto autentico a partire dal bisogno di sentirsi amati, nella ricerca di una dimensione superiore che non è altro che l’eternità. Eternità insita in ogni più piccola particella del cosmo che qui si respira nel divenire di melodie e colori con cui proiettare lo sguardo oltre dove ritrovare scintille di memorie nel tempo, non tempo e dove tutto si ripete con altra voce e altro sentire.
Ogni volta le opere di Paolo Gubinelli donano l’armonia della vita nel ritrovare sé stessi, il proprio punto iniziale dove complessità e semplicità si incontrano, e dove ripartire con quella capacità di accogliere anche ogni aspetto più semplice della stessa esistenza portatore di nuova bellezza.
Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Tra le esposizioni vanno menzionate: la 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di n. 28 carte cm. 102×72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra. Il nome di Gubinelli, o meglio la sua arte è associata a nomi importanti del panorama poetico italiano e internazionale. Diversi infatti sono i cataloghi in cui le sue opere sono accostate a poesie inedite di autori tra i quali citiamo: Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Mario Luzi, Alda Merini, Giampiero Neri, e poi Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini e Maria Luisa Spaziani.
Silvana LAZZARINO ROMA 31 OTTOBRE 2021
“Paolo Gubinelli Opere su carta. Omaggio a Piero Manzoni”
con testo critico è a cura di Paolo Bolpagni
Museo della Stampa Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino. Via Lanfranco, 6/8 – 26029 Soncino (CR) 30 ottobre- 28 novembre 2021
Per informazioni: info@museostampasoncino.it, www.museostampasoncino.it