redazione
“Tutti rigiriamo tra le mani un vecchio copertone vuoto mediante il quale vorremmo raggiungere il senso ultimo a cui le parole non giungono.”
– Palomar
Il Lettore esamina la stanza ed incontra un oggetto—A— esso stesso un soggetto nel sistema degli oggetti, visivi e sonori, che circonda il Lettore. Questo soggetto dà voce ai suoni senza corpo dislocati attraverso distorsioni e rifrazioni, incarnando un sistema di città e mito, camminando, giocando, trasformando la percezione nel percepito tramite astrazioni…
Questa mostra si confronta con tre romanzi di Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Le città invisibili e Palomar, oltre che le tre città che hanno segnato il mio personale percorso verso questa mostra: Bangkok, Los Angeles, Roma. L’installazione annoda il visivo ed il sonoro, l’effimero ed il fisico, utilizzando una configurazione tripticale[1] e scalabile, piegando e dispiegando ogni strato, dalle impronte sonore delle città, alla video-installazione performativa e relazionalmente-modulare[2], alle tre sculture sonore in rame. I suoni stessi sono creati dai gesti performativi dei coadiutori sociali provenienti da tutte e tre le città, dalla flautista Cari Ann Souter e da me stesso, ulteriormente modulati dal sistema soggettivo dei movimenti dello spett-attore[3] pubblico nella galleria – resistendo al sistema fisso della videoproiezione che incorpora il mito, eppure fagocitati al suo interno.
Come le azioni formative e performative che creano una città, sempre un intreccio di tre elementi —natura/ambienti, azione umana/sistemica e mito/ideologia—nel tempo, il lavoro intreccia il livello macro con il micro. Confinando con entrambi i lati dell’astrazione che si aggrovigliano e si intrecciano l’uno nell’altro, dal soggettivo all’oggettivo e di nuovo al soggettivo e verso l’esterno ancora, queste azioni non terminano con me come artista, ma provengono da oltre me stesso e continuano ulteriormente, da e attraverso sistemi che formano non solo la morfologia di chi siamo, ma quella delle città in cui viviamo: incarnazioni del disincarnato, “ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma.” (Le città invisibili).
A cura di Camilla Boemio. Presentata da Reisig and Taylor Contemporary [con objet A.D]
Inaugurazione, giovedì 29 Febbraio dalle 18.00 alle 20.00 fino al 15 marzo 2024 (dal martedì al venerdì 17,00 alle 19,30).
Contributi performers: Francesca Virginia Coppola, Prima Jalichandra-Sakuntabhai, objetA.D, Camilla Boemio, Kittiya Nivasanont
Contributi: Alto Flute solos by Cari Ann Souter
Luc Trahand: Co-producer and Max Architectural Engineer
Assistente in galleria: Annalinda Maso
Filmati sul posto girati a Los Angeles daJean Hsi, Saun Santipreecha, Savika Goerres
Consulenti tecnici: Chen Shen, Manop Buranapramest, Ken Goerres
Progettazione e realizzazione della base della scultura: Ken Goerres
Coordinatrice della produzione e traduttrice dei testi della mostra: Francesca Virginia Coppola
Roma 25 Febbraio 2024
NOTE