di Silvana LAZZARINO
In uscita “Per un’altra strada – La leggenda del Quarto Magio” un avventuroso e poetico romanzo di Mimmo Muolo.
“un viaggio il cui itinerario è attualissima allegoria di un mondo in cui c’è una grande nostalgia di Dio e molti non sanno più dove cercarlo”
Vaticanista di Avvenire, Mimmo Muolo offre ai lettori un nuovo, avventuroso e poetico romanzo, “Per un’altra strada – La leggenda del Quarto Magio” (Edizioni Paoline; pp. 224 – euro 16,00) in cui il viaggio del protagonista diventa metafora dei drammi del nostro mondo e della nostra tortuosa ricerca del senso della vita. Secondo una leggenda, i magi venuti dall’Oriente per rendere omaggio a Gesù appena nato erano quattro e non tre. Il quarto, Artaban, avrebbe dovuto portargli in dono alcune pietre preziose, ma, partito in ritardo, non riuscì a raggiungere i compagni e arrivò a Betlemme quando già la Sacra Famiglia era emigrata in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode.
Mimmo Muolo reinventa il girovagare del Quarto Magio sulle tracce del Nazareno fino a un sorprendente finale, in cui la somma dei ritardi accumulati dal protagonista si trasforma in un folgorante anticipo.
Il mondo attraversato da Artaban nel romanzo è volutamente simile al nostro.
Un mondo in cui il fenomeno migratorio ha tutti i dolorosi corollari che la cronaca ci testimonia, in cui lo squilibrio politico-economico tra il nord e il sud del mondo fa vittime innocenti, mentre i cambiamenti climatici, la prostituzione forzata, le epidemie e le persecuzioni scavano tragedie ai danni dei più deboli.
Appare chiarissima, in questo senso, l’assonanza con il magistero di Papa Francesco e la sua denuncia “profetica” di quei mali. Una denuncia che risuona anche nella recente Enciclica “Fratelli tutti”, di cui questo volume sembra essere tributario, in particolare quando il protagonista veste i panni di un buon Samaritano ante litteram.
E l’autore fa tesoro della lezione di Papa Francesco anche sotto due altri profili: per la convinzione che oggi, come scrive il Pontefice nel Messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali 2020,
“abbiamo bisogno di una narrazione che ci parli di noi e del bello che ci abita, che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”;
e per i tanti riferimenti, nel romanzo, alla Bibbia, il grande codice culturale (oltre che religioso) della nostra civiltà, con un invito a gustarne le pagine più belle (come, ad esempio, i Salmi) anche sotto il profilo letterario.
In sostanza, la ricerca di Artaban si fa metfora delle strade, a volte tortuose e ardue, che ognuno può percorrere per giungere all’incontro personale con la Verità rivelatasi in Cristo Gesù. E la narrazione, dando voce a questa domanda di senso, si tramuta in potente invito alla riflessione. Scrive l’Autore nell’Appendice:
“mi sono messo in viaggio insieme ad Artaban, ripercorrendone e a volte reinventandone l’itinerario, che è attualissima allegoria di un mondo in cui c’è una grande nostalgia di Dio e molti non sanno più dove cercarlo, come anche la recente pandemia ha evidenziato […]. A tutti auguro un felice viaggio seguendo la propria stella. Fino alla mangiatoia di Betlemme e alla tomba vuota di Gerusalemme”.
Silvana LAZZARINO Roma 21 novembre 2020