di Francesco MONTUORI
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- M. Martini e F. Montuori
P I E R R E A U G U S T R E N O I R
“Una bella opera non ha bisogno di commenti”.
Questa dichiarazione di Renoir non si applica ad altra pittura meglio che alla propria. Essa non ha bisogno di commenti, è sufficiente a se stessa. L’imbarazzo che non è possibile evitare si aggiunge al sentimento di impotenza a trovare le parole giuste, concrete e al tempo stesso semplici.
Se è un artista il soggetto della conversazione, bene questo è Renoir; un sentimento di impotenza a trovare le giuste parole, concrete e al tempo stesso semplici. Se c’è un artista di cui la conversazione è inutile, ebbene questo è Renoir
“le teorie non fanno un buon quadro. Esse servono spesso a mascherare l’insufficienza delle parole.”
Nel suo orrore istintivo dell’astrazione, Renoir è portato a considerare la pittura come un lavoro manuale “la pittura non è un sogno; è un mestiere manuale ed ha bisogno di un bravo operaio”. Per tutta la vita si preoccupò di una tavola ben dipinta, di un lavoro ben fatto, dei buoni materiali e, negli ultimi anni della sua vita si preoccupò costantemente della capacita dell’invecchiamento e della conservazione delle sue tele.
Pierre Auguste Renoir nasce a Limoges il 25 febbraio 1841. Passa l’infanzia a Parigi, stabilendosi al numero 16 di rue de la Biblioteque, a poca distanza dal museo del Louvre.
L’assetto urbano di Parigi non era stato ancora riorganizzato dalla trasformazioni del barone Hausmann che, alle strette vie della città, sovrappose nel 1853 la moderna rete di boulevard e grandi piazze.
Quando pioveva il giovane Pierre Auguste rubava i gessetti dalla sarta e dava sfogo alla sua immaginazione. Il suo talento artistico era evidente. A tredici anni entrò come pittore nella manifattura di porcellane di Sèvres; fu l’occasione per fare la conoscenza di Bazille, Sisley, Pissarro, Monet.
Nel 1858 la ditta dichiarò bancarotta e Renoir fu costretto ad aiutare il fratello a dipingere stoffe e ventagli; decorò un cafè a rue Dauphine; dipinse soggetti sacri per il mercante Gilbert che costruiva tende per i missionari. Renoir non riposò sugli allori; era solito passeggiare per le sale del museo del Louvre dove poteva ammirare le pitture di Rubens, Fragonard, Boucher.
Renoir si convinse a diventare pittore; decisivo fu l’incontro con Sisley, Bazille, Monet; nel 1863 si recò nell’incontaminata foresta di Fontainebleau in modo da lavorare en plein air.
Renoir sostenne gli esami all’Accademia nel 1865; afflitto da una precaria situazione economica si trasferì presso l’abitazione di Sisley e poi nell’atelier di Bazille. Bazille fece il ritratto a Renoir e Renoir ritrasse Bazille al cavalletto.
Durante le chiacchierate che si svolgevano al caffè i pittori capeggiati da Monet e dal suo amico, lo scrittore Emile Zola, Renoir giurò che non avrebbe raffigurato mai tematiche storiche; nel 1876 espose al Salon con una pittura, la Zingara, e lavorò a fianco di Monet con il quale stabilì un intesa fraterna.
Afflitto da una mancanza cronica di denaro trascorse tuttavia una vita spensierata. Nel 1870 fu chiamato alle armi per lo scoppio della guerra franco-prussiana in cui, purtroppo avvenne la tragica morte di Bazille; con Manet e Monet si ritirò ad Argenteuil dove si convertì definitivamente alla pittura in plein air. Gli impressionisti, di cui fece parte insieme a Monet, Sisley, Degas, Berta Morisot organizzarono il 15 aprile 1854 una mostra nei locali del fotografo Nadar. Renoir espose alcune delle sue opere preferite come La ballerina, La parigina, Il palco.
Nonostante l’asprezza di alcune critiche la mostra fu di fondamentale importanza; il successo riscontrato come ritrattista convinse Renoir nel 1876 a realizzare il Bal au moulin de la Galette che fu presentato al pubblico parigino in occasione della terza mostra impressionista del 1887.
Nel 1880 Renoir decise di recarsi ad Algeri. Tornato in Francia ritrasse Aline Cherigot nel suo celebre quadro la Colazione dei canottieri oggi alla Phillips Collection di Washinton. Viaggiò in Italia nel 1882; fu un viaggio di maturità che lo mise in contatto con gli importanti musei dell’arte rinascimentale; confesserà che “il 1882 fu una grande data nella mia evoluzione pittorica”. L’artista studierà Donatello e Michelangelo; a Roma esplose in Renoir l’ammirazione per l’arte degli antichi maestri, soprattutto per Raffaello che vide alla Villa della Farnesina; a Napoli scoprì le pitture murali di Pompei, nel Museo archeologico della città.
Nei primi anni del 1900 Renoir fu riconosciuto come uno fra gli artisti più importanti d’Europa. Riscosse un grande successo in occasione del Salon d’Autumne del 1904. Intorno ai cinquanta anni si manifestarono i primi sintomi dell’artrite reumatoide che lo avrebbe tormentato fino alla morte all’età di settantasette anni, nel 1919.
Artista prolifico, Pierre Auguste Renoir ha lasciato, in oltre cinquant’anni di attività, un immenso catalogo, consistente in migliaia di dipinti e innumerevoli disegni. Esplorò tutti i generi pittorici: paesaggi, nature morte,ritratti, sopratutto femminili.
Ninfa di fiume è la combinazione di una naiade, di una ninfa sdraiata su un ruscello, ed il ritratto della modella Lise Trèhot, amante di Renoir; Il Palco del 1874 fu uno dei primi quadri impressionisti, il primo di una serie dedicata al teatro; Renoir fa posare la modella Nini Lopez con alle spalle il fratello, Edmund Renoir. Costruito attraverso forti contrasti cromatici Il Palco è una dei capolavori della nuova pittura; Longhi lo definì “il dipinto più felice dell’era moderna”.
La colazione dei Canottieri è la prova che Renoir sapeva rappresentare, una domenica pomeriggio, i generi più diversi: paesaggi, ritratti, nature morte. Tutti i personaggi ritratti sono amici di Renoir; anche Charles Ephrussi, il celebre collezionista immortalato nella Recherce di Marcel Proust.
Le Grandi Bagnanti del 1884-87 fu dipinta dopo il viaggio in Italia; fondamentale sarà la sinergia fra natura e figura umana:
Renoir dedicò molto tempo all’esecuzione di quest’olio e impiegò tre anni per dipingerlo; realizzò numerosi disegni preparatori.
Due fanciulle al pianoforte fu commissionata per il Musée du Luxembourg; qui Renoir non volle fare un ritratto ma evocare l’agiata vita borghese. La pittura in Plein air fu sposata fra i pittori più importanti del movimento impressionista – Claude Monet, Eduard Manet, Edgar Degas, Camillo Pizzarro –. Attraverso il colore gli impressionisti riusciranno a rappresentare la realtà cogliendone l’impressione istantanea. Le ultime pitture di Renoir saranno La grenoullièr, oggi al National Museum di Stoccolma e Sulla terrazza del 1881, oggi Theart Institute di Cicago.
Pierre Auguste Renoir sarà uno dei più importanti artisti francesi a cavallo fra due secoli.
Francesco MONTUORI Roma 3 Luglio 2022