di Francesco MONTUORI
Pietro Toesca nasce a Pietra Ligure il 12 luglio 1877 e muore a Roma il 9 marzo 1962; è stato un accademico italiano, e viene ricordato come uno dei più importanti storici dell’arte medioevisti del Novecento.
Il suo volume “La pitture e la miniatura in Lombardia fino alla metà del Quattrocento” ricostruì il quadro dell’arte figurativa lombarda del medioevo, difinendone l’importanza riguardo l’intera Europa.
Allievo di Adolfo Venturi Toesca iniziò la sua carriera di docente nel 1905; nel 1907 fu prescelto per la cattedra della storia dell’arte dell’Università di Torino. Nel 1914 si trasferì a Firenze dove divenne amico di Bernard Berenson e dove concluse la sua esperienza di insegnante nel 1948. Nel 1939 entrò a far parte del Consiglio tecnico dell’Istituto Centrale di Restauro.
Toesca fu direttore della sezione di “Storia dell’arte medioevale e moderna” dell’Enciclopedia italiano Treccani e fu membro nazionale dell’Accademia dei Lincei dal 1946. Divenne esperto del Trecento.
Fondamentale fu l’apporto di Pietro Toesca nella classificazione dei monumenti dei primi secoli dell’era cristiana e del Rinascimento italiano. Ebbe l’altissimo riconoscimento dei suoi meriti nelle ricerche sull’arte lombarda. Dopo Torino e Firenze dal 1926 operò a Roma accanto a Lionello Venturi al quale succedette portando il suo magistero fino al 1948, così lasciando la sua impronta in tanti giovani di allora che oggi lo onorano. Divenne massimo esperto della pittura fiorentina del Trecento.
Toesca accompagnò gli anni universitari non solo con il Medioevo fiorentino ma anche con i suoi scritti di argomento piemontese.
Federico Zeri fu suo discepolo negli anni Quaranta; incontrò Toesca nel 1941 quando lo storico di origini liguri aveva superato i sessant’anni; riceveva con grande garbo e signorilità in una bella casa sull’Aventino. Pietro Toesca non aveva la messa in scena di Roberto Longhi.
Di Toesca disse: “con lui mi sono trovato molto bene, le sue lezioni erano molto documentate”. L’erudizione di Toesca, per quanto riguarda il Medioevo, era semplicemente prodigiosa.
Andai a Firenze ospite di Roberto Longhi che fu allievo di Toesca e tuttavia non l’amava. Toesca aveva tutti i pregi e i difetti di una generazione cresciuta da una parte all’ombra del positivismo e dall’altra del decadentismo; esaltò Botticelli e considerò decadente il manierismo di Caravaggio. Disse Federico Zeri che Roberto Longhi gli confessò: “io rimpiango Toesca.”
Francesco MONTUORI Roma 21 Agosto 2022