Politica, cultura, religione: il programma egemonico dei Barberini ricostruito nella raccolta di saggi “Barberiniana” a cura di F. Solinas e M.C. Cola.

di Teresa Maria CALLAIOLI

redazione
Presentiamo in questo numero di About Art una significativa recensione che la dott.sa Teresa Maria Callaioli, della Scuola IMT Alti Studi di Lucca, ha scritto illustrando in modo ineccepibile il volume “Barberiniana“, recente pubblicazione curata dai Proff. Francesco Solinas e M. Celeste Cola per i tipi dell’Editore De Luca (Roma, 2024). La pubblicazione verrà presentata il prossimo 7 Novembre alle ore 17 da Claudio Strinati, con interventi di Francesco Solinas e Lorenza Mochi Onori e introduzione di Thomas Clement Salomon, alla Sala Pietro da Cortona di Palazzo Barberini. Nell’occasione verranno presi in esame gli “Inventari artistici di Casa Barberini” di cui la prof.ssa Mochi Onori ha concesso la pubblicazione ad About Art rinnovando la fiducia che ci aveva generosamente concesso accordando a noi la divulgazione dell’Archivo segreto dei Barberini (oltre trenta cartelle che contengono 429 voci di opere inventariate secondo una metodologia inappuntabile) che ha fatto si che una grande platea di lettori e studiosi potessero avere a disposizione una pubblicazione essenziale per approfondimenti e ricerche. (Cfr https://www.aboutartonline.com/larchivio-segreto-dei-barberini-documenti-e-studi-inediti-di-lorenza-mochi-onori-prefazione-introduzione-e-inventario-in-pdf/),

Agli Inventari artistici di Casa Barberini” assolutamente inediti e al volume Barberiniana dedicheremo uno “speciale” nel prossimo numero di About Art


Teresa Maria CALLAIOLI

Api dorate

A vent’anni dal monumentale convegno internazionale svoltosi al Palazzo Barberini di Roma il 7-11 dicembre 2004, gli studi sul collezionismo della potente famiglia romana si arricchiscono di una nuova raccolta di saggi curata da Francesco Solinas e Maria Celeste Cola.

Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), Ritratto di Urbano VIII. 1628-1630, olio su tela. Collezione privata dalla collezione Barberini

L’opera (243 pp. con bibliografia generale e indice dei nomi) esplora la sfaccettata fioritura artistica e scientifica sviluppatasi attorno a Urbano VIII Barberini durante e dopo il suo pontificato (1623-1644). Pur non ambendo a un’analisi esaustiva di quella rigogliosa congiuntura, la raccolta di testi mira a mettere in luce la natura molteplice della cultura barberiniana, attraverso metodologie diverse, nuove interpretazioni e materiali inediti.

Nei quattordici saggi, studiosi affermati e giovani promesse (Veronica Carpita, Marisa Tabarrini, Laura Bartoni, Loredana Lorizzo, Alessandro Spila, Stefano Pierguidi, Maria Celeste Cola, Miriam Di Penta, Sofia Laurenti, Dario Iacolina, Saverio Sturm, Francesco Solinas, Maria Cristina Paoluzzi) ricostruiscono le istanze culturali e storiche che rinnovarono il linguaggio culturale papale, tracciandone l’espansione oltre Roma e delineando il contributo barberiniano alla creazione del “barocco”. Il volume, arricchito da un sontuoso apparato di immagini e da una raffinata impaginazione, mantiene un chiaro intento esplicativo, raggiungendo l’obiettivo di riordinare “la compagine ricca della cultura artistica barberiniana.

Uno degli obbiettivi principali della pubblicazione è analizzare il carattere multiforme della riforma politica e culturale messa in atto dal cardinale e poi papa Maffeo Barberini come risposta alla Riforma protestante. Come evidenziato nell’introduzione di Francesco Solinas, quell’ambizioso programma fu sostenuto dai familiari più stretti di Urbano VIII: i cardinali nipoti Francesco e Antonio Barberini, il principe Taddeo e sua moglie Anna Colonna Barberini, oltre che dai principali intellettuali della corte papale come Cassiano del Pozzo, accademico dei Lincei e figura centrale dell’epoca.

Carlo Maratti, Ritratto di Don Taddeo Barberini in abiti prefettizi, 1640 ca., olio su tela. Collezione privata.
Francesco Contini e Gabriele Renzi, Carlo Mattei (doratore), Jacomo Antonio Fancelli (modello), Francuccio Francucci (fonditore), Principessa Donna Anna Colonna Barberini, dalla chiesa di Regina Coeli a Roma. Minneapolis Institute of Art, The John R. Van Derlip Trust Fund, 2022.39a-c

Il volume esamina la storia del collezionismo artistico e culturale della famiglia Barberini, le straordinarie vicende che determinarono la progettazione, costruzione e decorazione di alcuni edifici da loro commissionati, il loro interesse per le scienze naturali, oltre a certe vicende storiche e diplomatiche di cui furono protagonisti.

La partecipazione della famiglia agli avvenimenti diplomatici europei contribuì, durante il primo decennio del pontificato, alla diffusione del programma culturale barberiniano tramite una rete di intellettuali europei, capeggiata dall’erudito Nicolas-Claude Fabri de Peiresc (1580-1637). Il ricco carteggio di questo “principe della Repubblica delle Lettere”, di prossima pubblicazione da parte di Francesco Solinas e Veronica Carpita, è introdotto da quella studiosa nel primo saggio del volume, dove evidenzia appunto il ruolo di mediazione tra la corte barberiniana e il contesto culturale d’oltralpe.

Diversi contributi esaminano la committenza architettonica dei Barberini, oggetto di tre importanti saggi di Marisa Tabarrini, Alessandro Spila e Saverio Sturm.

È chiaro, dunque, come i molteplici interessi dei Barberini fossero strettamente interconnessi, come dimostra anche il ruolo della famiglia nella fioritura degli studi naturalistici e scientifici del secolo. Due contributi esplorano il tema: il primo di Loredana Lorizzo tratta le specie animali esotiche – tra pappagalli, cammelli, e molto altro – che animavano i magnifici giardini Barberini e popolavano le letture della cerchia pontificia; il secondo di Sofia Laurenti ricostruisce, attraverso un’attenta analisi della documentazione primaria, l’appartamento del cardinale Antonio Barberini all’interno del Palazzo e i suoi riferimenti alla natura, in dialogo con i magnifici giardini circostanti.

Maddalena Corvina, pagina miniata del Benedizionale di Urbano VIII. Toledo, Biblioteca Capitolare, Ms 38.12, f. 4v.
Claude Mellan, Phasium Lunae Icones, quos Anno salutis 1634 et 1635 pingebat, ac sculp. Aquis sextijs Claud. Mellan Gall.(us) presentibus ac flagitantib.(us) Illustrib.(us) Viris Gassendo et Peyreschio, 1635, bulino, primo stato di due. New York, The Metropolitan Museum of Art

Alla committenza artistica della famiglia papale è dedicato il cuore della pubblicazione, arricchita da nuove interpretazioni e contributi inediti. Per primo, un saggio di Stefano Pierguidi ha rilievo storiografico e invita a riconsiderare la valutazione di Giovanni Pietro Bellori sulle creazioni artistiche volute dai Barberini, evidenziandone la condivisione del culto di Raffaello e dei Carracci, e rivedendone il rapporto con la nascita del Barocco in pittura.

Giovanni Francesco Romanelli, Marte, Minerva e Mercurio, affresco e stucchi dorati. Parigi, palazzo del Louvre, appartamento estivo della regina Anna d’Austria, volta del vestibolo, dettaglio

Tra i contributi principali spiccano quattro saggi dedicati alla cultura visiva dell’epoca: con minuzia, Maria Celeste Cola ricostruisce i primi passi della carriera di Carlo Maratta, introdotto dal fratello nello studio di Andrea Sacchi a Roma, e qui sostenuto dal potente Corinzio Benincampi. Un saggio di Miriam Di Penta sulla miniatrice Maddalena Corvina amplia il catalogo dell’artista con due notevoli aggiunte e precisa il ruolo determinante da lei giocato nel contesto intellettuale fiorito intorno al Cavalier dal Pozzo. Nel suo contributo, Dario Iacolina affronta l’analisi della diffusione dello “stile Barberini” in Francia attraverso le committenze del cardinale Mazzarino e della reggente Anna d’Austria a Giovanni Francesco Romanelli; con sottile sensibilità lo studioso ricostruisce i cantieri parigini di Romanelli e ne illumina la portata europea. Infine, il contributo di Solinas sul ritrovamento di uno splendido Trionfo di Flora dipinto da Mario de’ Fiori e Raffaello Vanni per la committenza di Giulio Rospigliosi, futuro Clemente IX, prende spunto per ordinare i principali filoni della cultura barberiniana e delinearne l’evoluzione durante i pontificati successivi.

7. Mario de’ Fiori, Raffaello Vanni, Trionfo di Flora, 1660 ca., olio su tela, cm 183 x 286. Collezione privata.

Nella raccolta non è trascurata la figura di Anna Colonna a cui il volume restituisce rilievo come personaggio chiave del Seicento romano. Attraverso un’accurata analisi di lettere ed inventari, Laura Bartoni ricostruisce le sfarzose nozze tra la principessa Colonna e Don Taddeo Barberini, mentre il già citato contributo di Saverio Sturm approfondisce il suo ruolo determinante nella fondazione e nel cantiere del monastero carmelitano di Regina Coeli su via della Lungara.

Jean de Saillant Veduta della biblioteca Barberini, 1639, traccia a matita, penna e inchiostro, tempera su pergamena, con tracce d’oro zecchino e di biacca. Firmata. Incollata su un portolano di Giovan Battista Agnese (1535 circa), BAV, Ms. 4357, foll. 14v.-15r

La preziosa miscellanea si conclude infine con uno studio esemplare sulla dispersione della collezione Barberini seguito al decreto Regio del 1934. Attraverso un’accurata indagine di provenance si seguono le sorti di una deliziosa Fuga in Egitto attribuita allo Scarsellino, importante rappresentazione della fase lirica del pittore e foriera di un’affascinante scoperta.

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Il convincente parallelismo tra la ricchezza degli studi che caratterizzò la fulgente età barberiana e la pluralità di approcci e di temi affrontati nel volume sottolinea, ancora una volta, la complessità dello studio della storia della creazione artistica e del collezionismo intese come storia culturale che si intreccia ad istanze religiose e politiche. La metodologia multidisciplinare della raccolta è dunque esemplare, e distingue questa pubblicazione come modello del genere, indicando infine la strada per nuove, importanti ricerche.

Teresa Maria CALLAIOLI   (Scuola IMT Alti Studi di Lucca) Lucca  27 Ottobre 2024