di Rita RANDOLFI
Nell’ambito della rassegna Un libro al Museo, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, il 14 novembre 2023 nella sala Pietro da Cortona dei musei Capitolini è stato presentato il volume Elisabetta Sirani di Adelina Modesti, edito da Lund Humphries Publishers Ltd.
Come giustamente sottolineato da Consuelo Lollobrigida, fondatrice insieme ad Alessandra Masu e alla Modesti stessa del sito multilingue Artemisie, dedicato alle donne artiste del passato, studiare una personalità creativa femminile significa utilizzare un approccio metodologico diverso da quello impiegato per gli uomini: occorre infatti indagare i silenzi, tentare di comprendere come le donne siano arrivate ad affermarsi in una società dominata dai maschi, e anche valutare il ruolo di alcuni uomini “illuminati”, solitamente i padri, che sostenevano i talenti delle loro figlie, nonché la rilevanza di alcuni collezionisti e di biografi più all’avanguardia.
Sin dai contributi pioneristici di Vera Fortunati si è giunti a capire che Bologna era una sorta di “paradiso per le donne”. La carriera delle donne presenta caratteristiche peculiari i.simili che accomunano tutte le colleghe pittrici come Lavinia Fontana, Sofonisba Anguissola, Plautilla Bricci. Anche la Sirani era una figlia d’arte: il padre Gian Andrea le insegnò tutti i segreti del mestiere, incoraggiato da Carlo Cesare Malvasia, il cui occhio perspicace aveva individuato le potenzialità della ragazza alla quale dedicò numerose pagine dense di ammirazione nella sua Felsina Pittrice. Adriana Capriotti, Direttrice della Galleria Spada, durante la presentazione ha sottolineato l’importanza di questi legami padre-figlia e padrino-figlioccia, visto che Malvasia aveva tenuto a battesimo la piccola, legami essenziali affinché una donna potesse avere una qualche possibilità di emergere nel mercato.
Nella bottega di Gian Andrea transitavano molte opere di Guido Reni, incisioni, xilografie, stampe che costituirono il sostrato culturale della pittrice esperta anche di storia, letteratura, filosofia e musica.
La Sirani non si dedicò solo alla pittura, praticò anche l’acquarello e la tecnica incisoria come certifica il suo “libro dei conti” intitolato Note delle pitture fatte da me Elisabetta Sirani, dove registrava con orgoglio e minuzia le commissioni licenziate, accompagnate dalle date di esecuzione. Questo era sicuramente un modo per rivendicare la propria professionalità, ribadita persino dalle firme immancabili che si rintracciano sulle sue tele. Come evidenziato dalla Modesti Elisabetta apponeva sempre la sua firma sui suoi quadri, pur nascondendola sui polsini delle maniche delle camicie o tra i ricami e la passamaneria delle stoffe degli abiti di stupefacente eleganza.
Dalle Note delle pitture si viene a sapere che nel giro di pochi anni l’artista era riuscita a portare a termine un numero consistente di quadri, quasi duecento, che trattavano i temi più svariati: religiosi, mitologici, storici, immortalando spesso personaggi femminili dotati di caratteri forti e determinati. Ma il suo nome è legato anche alla fondazione della prima Accademia di disegno per donne al di fuori di un contesto religioso, conventuale.
L’insegnamento impartito alle due sorelle, Barbara e Anna Maria, pittrici come lei, ma meno dotate, e ad altre donne, come Ginevra Cantofoli, Veronica Fontana, Teresa Coriolano, tutte provenienti da famiglie altolocate, dimostra quanto Elisabetta fosse convinta e consapevole della propria professionalità, rivendicando “silenziosamente” ma caparbiamente la sua arte in un mondo dominato dagli uomini. La sua fine prematura è avvolta nel mistero: morì giovanissima per un’ulcera perforata o per avvelenamento?
Il suo stato civile si deve ad una scelta rivoluzionaria per l’epoca o alla sua scomparsa prematura? Sono quesiti destinati a restare al momento senza soluzione, ma è certo che il libro della Modesti, come ribadito dalla Marini Miarelli, Direttrice dei Musei Civici della Sovrintendenza di Roma Capitale, e dalle altre relatrici, rappresenta una sorta di summa di tutto ciò che si conosce sull’artista, a cui la Modesti ha dedicato anni di studio e numerose pubblicazioni, come anche una precedente monografia. Il volume, di carattere divulgativo, corredato da un ampio apparato fotografico, ripercorre la parabola creativa della Sirani, ricostruendola sulla base di documenti, inventari, cedole di pagamento, con l’intento di far conoscere i dipinti e l’importanza culturale di questa donna “ribelle” agli stereotipi del tempo.
Rita RANDOLFI Roma 26 novembre 2023