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Grande successo per Eugenia Serafini alla presentazione, nell’ambito della Rassegna Iplac, del suo libro di racconti a sfondo surrealista “Il Preside che camminava sui rami di pino e i racconti della luna” edito da Artecom-onlus 2019
Entro il respiro della vita dove il visibile apre all’invisibile, la notte insegue e anticipa un nuovo giorno per dare voce alle emozioni nella loro autenticità, conduce l’arte di Eugenia Serafini tra immagine, scrittura, parola e gesto con cui fa rifiorire le sfumature emozionali tra passato e presente, memoria e attualità. Artista di fama internazionale, molto apprezzata dalla critica e dal pubblico per la sua capacità di raccontare attraverso rappresentazioni avvolgenti e di grande forza evocativa i percorsi dell’uomo tra sogni e speranze, desideri e attese, Eugenia Serafini si sofferma sull’ascolto interiore a partire da un nuovo modo di entrare in contatto con la natura e l’ambiente circostante, volgendo lo guardo alla società in cui invitare al rispetto per le diverse culture e popolazioni. Così, passando dalla pittura alla performance, dalla scultura all’installazione, compresa la scrittura tra racconti poesie e fiabe, questa straordinaria artista restituisce l’armonia della natura da salvaguardare, unitamente ad un profondo sentire che rimanda alle fragilità di una società dove mostrare riguardo per ciascun individuo nella sua unicità.
Nata e cresciuta a Tolfa (RM) piccolo e interessante borgo etrusco, cui è sempre rimasta legata, Eugenia Serafini ha proseguito i suoi studi a Roma per dedicarsi oltre che all’arte, all’insegnamento prima in licei della Capitale e poi presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, l’Accademia dell’Illustrazione e della Comunicazione Visiva di Rom e l’Università della Calabria nel Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, oltre a tenere stage e workshop all’estero. Durante gli anni di insegnamento presso l’Università della Calabria dal 1999 al 2013, dove è stata chiamata per chiara fama, Eugenia Serafini ha sempre “valorizzato il rapporto tra studenti e docente” attraverso la sua capacità nel dare voce ai talenti e alle qualità dei suoi allievi, grazie anche al suo metodo volto alla Creatività utilizzato quale ‘strumento di autoeducazione in una osmosi docente-discente’.
Come la stessa Serafini scrive nel manuale “Il Teatro in scatola– Teoria e tecnica di autoeducazione creativa”’ (Artecom Roma, 2004,p.44):
“La creatività è uno dei mezzi più interessanti di cui disponga l’uomo per indagare la conoscenza, per apprendere e restituire alla comprensione propria e altrui ciò che si è conosciuto’ ”. E ancora “Essa ci permette di attuare un percorso di educazione continua su noi stessi e sugli altri, di non annoiarci quando altri si annoiano, di non chiudere mai la finestra sulla ‘curiosità’ e sul sapere e, soprattutto, di stimolare all’apprendimento e alla conoscenza i più piccini, lasciandoli giocare, divertirsi e crescere nel sapere”.
Con colori decisi e delicati attraverso la sua arte, regala i battiti di una natura permeata dal respiro del vento, dal filtrare dei raggi del sole o dal sottile rumore della pioggia. In questi ritmi e alchimie prendono forma immagini di alberi e di scenari legati al cosmo con i pianeti a suggerire il mistero e la bellezza della vita nella sua continua ciclicità che ritorna e si rinnova nel tempo; mistero e bellezza che inducono ad interrogarsi sul senso di questa vita dove l’individuo è invitato a guardare dentro sé stesso per capire e accogliere le proprie fragilità da cui ripartire.
Gli alberi di Eugenia Serafini da quelli più grandi a quelli più piccoli esprimono libertà, energia e vitalità conducendo chi li guarda a recuperare sogni lontani e dimenticati, desideri sopiti per troppo tempo. In questa scoperta delle armonie della natura si può recuperare l’emozione di affetti lontani, verità rivelate e la purezza di tornare anche per un attimo ad essere fanciulli nella spensieratezza che tutto prende vita dall’infinito respiro del sogno, portando dietro memorie e ricordi che non smettono mai di parlare al cuore.
Accanto a quel bisogno di ritrovare un legame autentico con la natura smarrito nel tempo, è la salvaguardia della stessa denunciando atti volti a distruggere tanta bellezza di flora e fauna, di cui l’individuo è parte integrante. Di questo ultimo aspetto in particolare l’artista ha trattato nella sua installazione vivente, performance e letture dal titolo “Fossili di Petrolio nel Giardino InCANTATO e Domino- Dominio” realizzata insieme al gruppo di Poeti-Performer dell’Onda, al MACRO Asilo di Roma in occasione della IV edizione del Festival delle Arti Nuvola creativa soltosi a settembre 2019 ideato e curato dall’architetto Antonietta Campilongo.
Sempre al Macro Asilo, presso la Sala Cinema, a dicembre 2019 Eugenia Serafini ha presentato il suo “Autoritratto” con la partecipazione di Luigi Rendine regista, attore, nonché direttore dell’Accademia di Arte Drammatica Pietro Scharoff di Roma e dell’“l’Ensemble Eugenia Serafini e I poeti dell’Onda”, ripercorrendo i momenti più significativi della sua attività di artista che coniuga diversi linguaggi dell’arte figurativa, visiva, gestuale entro una prospettiva emozionale dove la corporeità e la voce riacquistano nuova espressione per un discorso di arte totale e totalizzante, restituita dalla sinergia tra performance, teatro e poesia.
Entro gli spazi definiti e infiniti della natura abitati da bellezza e mistero, come suggerito in diversi contesti dall’artista, si ritrova la magia del sogno necessaria per non perdere quell’autenticità con cui vivere incontri ed emozioni, e con cui ritrovare stupore e meraviglia innanzi anche agli aspetti più semplici del quotidiano. E’ proprio la magia del sogno ad accompagnare una delle sue opere più interessanti: il libro di racconti “Il Preside che camminava sui rami di pino e i Racconti della Luna.” (Ediz. Artecom-onlus 2019) che è stato presentato a Roma nell’ambito della Rassegna Iplac, lo scorso 24 giugno 2023 presso la Galleria Arte Sempione di Stefania Pinci (in Corso Sempione, 8/10) le cui attività sono organizzate e coordinate dal gallerista Mario Borgato.
La presentazione, moderata dalla scrittrice Maria Rizzi, con relatori Silvana Lazzarino (giornalista/ pubblicista, autrice e poetessa) e il poeta e saggista Sandro Angelucci, con letture a cura della stessa Eugenia Serafini insieme al Prof. Nicolò Giuseppe Brancato, famoso archeologo, ha ottenuto uno straordinario successo.
Successo dovuto non solo all’allestimento delle opere dell’artista esposte – tre ventagli di cui due grandi ed una lampada realizzata con carta a mano inglese- ma anche per i contenuti che sono stati affrontati e che hanno destato interesse coinvolgendo i presenti.
Il primo tema ad essere messo in risalto è stato quello riferito al bisogno dell’uomo di ritrovare un armonioso legame con la natura a partire dal saper entrare in contatto autentico con essa: questo è stato sottolineato dal video di apertura dedicato all’installazione ambientale “Nuvola”, di cui è stata proiettata una parte, e che l’artista ha poi commentato. Nel video girato nel 1994, si vede l’artista Eugenia Serafini mentre propone la sua installazione ambientale lungo le gradinate del Colosseo quadrato all’Eur. La stessa artista fa scendere lungo le gradinate tre lunghi rotoli di cartone su cui sono disegnati con l’acrilico diversi scenari legati alla natura con dettagli di piante e fiori, nuvole ed alcuni animali come farfalle e delfini a suggerire la bellezza e la forza degli elementi che governano la stessa natura e la vita sulla Terra. Una curiosità riguardo questo video è che è stato girato dal cameraman di Fellini.
“L’installazione ‘Nuvola’ rientra nel ciclo della natura come armonia. In essa l’Artista registra tutto un mondo in evoluzione dove, dal buio del nulla, scaturisce la forma, il colore e si arriva alla realtà esistenziale” queste le parole di Mirella Chiesa che prosegue “Sui circa 100 metri di cartone ondulato farfalle, libellule, delfini, nuvole si delineano con efficaci effetti cromatici…l’arcobaleno terminale tradisce l’utopica ricerca di armonia dell’Artista. L’installazione diventa elemento di riflessione e di rivolta alla società di oggi”.
A prendere la parola dopo che Eugenia Serafini a conclusione di parte del video si è soffermata nel portare in luce alcune curiosità su questo interessante progetto, è stata Silvana Lazzarino che ha presentato una relazione sul percorso dell’artista toccando le tematiche ricorrenti nei suoi lavori con riferimento a progetti di grande risalto e prestigio – tra esposizioni, workshop. e performance- che l’artista ha portato in diversi contesti tra i quali: il Macro e il Circolo degli Esteri alla Farnesina a Roma e in Europa come ad esempio in Romania all’Università Alexandru Ioan Cuza di Iași e all’Università di Bucarest e poi anche in Egitto a Luxor.
A seguire l’intervista di Sandro Angelucci rivolta all’artista, ha permesso di entrare nel vivo dei racconti racchiusi in quest’opera che vanta due firme di eccellenza: quella di Marcello Carlino per la prefazione e di Nicolò Giuseppe Brancato per la postfazione, mentre il disegno della copertina e le illustrazioni interne ad accompagnare i racconti, sono della stessa Eugenia Serafini .
Si tratta di un’opera letteraria che apre al mistero di storie ironiche e visionarie, empatiche ed emozionanti, in cui ritrovare personaggi realmente vissuti e che hanno lasciato un segno importante nella storia, ma anche immaginari, compresi i volti luminosi e densi di poesia della natura capace di stupire e sorprendere.
Disposti in ordine cronologico, i racconti. realizzati dagli anni Novanta del secolo scorso all’inizio del nuovo millennio, racchiudono disincanto e quello stupore con cui guardare fatti e accadimenti ripensandoli sotto un’altra visione, distante da ogni previsione e calcolo appartenenti al lato mentale che rallenta quell’aspirazione alla libertà di pensiero e azione proprie dell’intuizione. Sandro Angelucci attraverso domande che possiamo definire “aperte” ha permesso ad Eugenia Serafini di ampliare il discorso portando in luce esperienze e ricordi come la sua amicizia e collaborazione di lavoro con Mario Verdone il quale l’ha sempre stimata motivandola a proseguire per quella sua innata capacità di portare nella propria arte un’espressione legata al gesto e alla parola tipica del teatro e delle performance, e per aver ampliato il suo discorso artistico alle Accademie di Arte drammatica tra cui quella di Silvio d’Amico di Roma e di Pietro Scharoff sempre di Roma.
Sandro Angelucci poi si è soffermato sul rapporto che lega l’artista alla natura invitando la stessa Serafini a esprimere il suo pensiero riguardo l’equazione natura/bambino.
Alcune domande di Sandro Angelucci si sono soffermate su racconti quali “Fellini e Maria Luisa”, “La vendetta dell’homo raro” e “Storia per un cuore bambino” per dare modo ancor più all’artista di raccontarsi facendo emergere un suo pensiero in rapporto anche ad esempio ad un personaggio così geniale quale Gian Lorenzo Bernini.
Eugenia Serafini parlando dell’homo raro ovvero di Bernini, ha raccontato di quanto abbia apprezzato questo straordinario artista, genio del barocco e di tutta l’arte italiana e di come si sia in parte ispirata al suo stile per alcune opere dove vi è un certo rimando a quel movimento morbido di linee e geometrie volte all’infinito.
Alle domande di Sandro Angelucci si sono alternate le letture dei racconti da parte di Eugenia Serafini e Nicolò Giuseppe Brancato che hanno restituito momenti di grande commozione con un’interpretazione davvero magistrale dei brani: come ad esempio nel leggere la scena in cui nel racconto “Storia per un cuore bambino” la bambina e il vecchio si parlano volgendo lo sguardo al cielo e immaginando il loro sogno.
In alcuni racconti si palesa quel sapore fiabesco dove tutto può accadere anche in modo inatteso, in altri l’immaginazione e la fantasia aprono all’inverosimile restituendo a situazioni concrete nuova luce, mentre la poesia e senso di leggerezza vibrano in ogni storia portando in alcuni casi i protagonisti su un piano di insolite prospettive di vita dove le emozioni diventano imprevedibili e libere di esprimersi, proprio come accade agli animi fanciulli in cui non vi è finzione o inganno, ma solo il vibrare di una piena autenticità e innocenza.
Così i racconti sorprendono e conquistano per le situazioni inaspettate che propongono creando un rinnovato modo con cui apprezzare le strategie della creatività che diventa occasione per prendere le distanze dall’ordinario e dalle costrizioni della realtà.
Queste inattese situazioni rendono manifesta l’altra faccia meno conosciuta di alcuni dei protagonisti noti come: Anita Garibaldi pronta a seguire il marito a dispetto del cocchiere, o la Fornarina disposta ad andare incontro a Michelagnolo al posto di Raffaello, o ancora l’Ammiraglio Colombo che da anziano ricorda con un certo rammarico una situazione anche di dolore per quelle popolazioni. E poi i riferimenti alla natura e al contatto con essa accompagnano ogni storia come in “Il Preside che camminava sui rami di Pino…” dove il cedro e il pino con i suoi cinque rami disegnano nuove possibilità per evadere dall’ordinario, come nel racconto “Storia per un cuore bambino” dove negli spazi aperti tra spiaggia e cielo il vecchio dialoga con la bambina in virtù dei quel suo essere rimasto ancorato alla capacità di stupirsi e meravigliarsi, libero da quelle sovrastrutture che limitano la purezza di cuore propria del fanciullo.
Se l’immaginazione e gli spunti insoliti a creare inaspettate soluzioni, muovono i protagonisti dei racconti oltre il senso logico, anche la scrittura avvolgente e leggera, sul piano grafico, si allinea in questa direzione di improvvisazione e immediatezza restituendo – come sottolinea Nicolò Giuseppe Brancato nella post-fazione del libro:
”Interventi sulle dimensioni dei caratteri anche all’interno della stessa parola, l’uso del grassetto, della sottolineatura, il taglio delle parole o dei gruppi di parole ecc.” Così da lasciare che il lettore rimanga “irretito dalla incalzante trama e dall’imprevedibile fascino dei contenuti”.
Sempre Nicolò Giuseppe Brancato sottolinea:
“Il carattere di gradevole – e profonda – lettura che queste novelle, doverosamente dedicate ad André Breton, posseggono è il risultato di una lunga ricerca sia grafica che sintattica che, partendo dagli interventi tipografici, giunge ad una semplificazione espressiva sapiente e colta.”
I racconti di Eugenia Serafini aprono a nuove prospettive che mettono in campo le indagini mentali ed emozionali talora imprevedibili e sorprendenti.
Come scrive Marcello Carlino nella prefazione:
“L’infanzia e il meraviglioso, indotto dalla fiaba, scandiscono il racconto di una bambina e di un vecchio che finisce per recuperare una dimensione bambina: entrambi hanno lo sguardo rivolto al cielo, che è l’oltre in cui si proietta la loro speranza, che è la figura stellata della loro utopia. Siedono il vecchio e la bambina dinanzi ad uno spazio interminato nel quale una promessa di felicità sembra potersi tenuamente delineare, bucando la realtà; e intanto un violino suona: Eugenia Serafini guarda a Chagall. Si ispira alla sua grazia”.
Al termine della serata, un brindisi con ricco aperitivo offerto da Eugenia Serafini a tutti i presenti ha coronato l’evento con i complimenti a lei rivolti da parte di tutto il pubblico, dei relatori e del gallerista Mario Borgato.
Eugenia Serafini, è portatrice di un’arte totale tra gesto, copro, parola, atto creativo, a definire una nuova sinergia di emozioni coinvolgendo più sensi, ed è in questa prospettiva che ha dato vita a opere di grande suggestione come le Performances a partire da testi poetici presenti in “Canti di cAnta stOrie”, Roma 2008 e la citata installazione ambientale “Nuvola” portata fuori presso l’ambiente dell’Eur. Ha collaborato con diversi protagonisti della letteratura e dell’arte e del cinema: tra tutti menzioniamo la collaborazione con il professor Mario Verdone del quale ha condiviso stima e amicizia. La sua opera è stata ampiamente trattata dallo storico dell’arte prof. Giorgio Di Genova nella “Storia dell’Arte Italiana, Generazione Anni ’40, tomo “1, ediz. Bora 2007, dal prof. Mario Verdone, dal prof. Duccio Trombadori che ne ha presentato la Monografia, dal critico d’arte prof. Carlo Franza nelle presentazioni a catalogo delle mostre personali a Roma (Circolo del Ministero degli Esteri, 2020), Berlino, Milano e Firenze).
Le sue opere si trovano in collezioni, musei e archivi di diversi paesi quali: Francia, Germania, Egitto, Lituania, Norvegia, Romania, Ucraina, Uruguay, Argentina e molti sono i premi e riconoscimenti ricevuti durante la sua carriera. A riguardo vanno citati: il “Leone d’Argento per la Creatività nelle scuole” 2013 alla Biennale di Venezia, la “Targa alla Carriera” dal Comune di Tolfa nel 2014, , il “Premio Artista dell’anno” al Premium International Florence Seven Stars Firenze 2016, e, senza dimenticare il “Premium International Florence Seven Stars” Grand Prix Absolute 2017, “Le Rosse Pergamene, Poesia d’amore 2018, Sezione speciale Poesia e pittura “Dall’emozione all’immagine” con una raccolta di poesie d’amore dedicate a Roma. Più recenti sono il “Premio Le Fondazioni dell’Unione Europea”, Bruxelles nel giugno 2019, il Premio “Veterana dell’Arte Internazionale” Premium International Florence Seven Stars nel 2021, il “Premio Internazionale di Poesia Principe Nicolò Boncompagni Ludovisi”, 1° Edizione 2020-2021, il “Premio per la Grafica e Libro d’Artista” a giugno 2022 nell’ambito del Premium International Florence Seven Stars 2022 e il “Premio all’eccellenza” nell’ambito del Premio letterario Internazionale “Voci città di Roma” maggio 2023.
Redazione Roma 16 Luglio 2023
Per la Rassegna Iplac, presentazione del libro:
“Il Preside che camminava sui rami di pino e i Racconti della Luna” (edizioni ARTECOM-onlus 2019)
di Eugenia Serafini artista, scrittrice, performer, giornalista, docente universitaria
Galleria Arte Sempione. Corso Sempione 8/10- Roma (svoltosi sabato 24 giugno 2023)