di Silvana LAZZARINO
Prorogata per il grande successo la mostra “Impressionisti Segreti” a Roma negli spazi di Palazzo Bonaparte. La mostra che resterà aperta fino al 3 maggio 2020 rappresenta un evento unico nella Capitale con opere mai esposte prima al pubblico custodite gelosamente nelle più prestigiose collezioni d’arte private del mondo
Avvolta dal flusso continuo e in divenire di una luce che scandisce le ore del giorno dall’alba al tramonto, dal pomeriggio alla sera, la natura nei suoi spazi fisici, risuona di una nuova percezione emotiva e visiva grazie allo sguardo attento e partecipe di quegli artisti che hanno saputo creare attraverso il segno della luce capolavori unici per stile e contenuto, denso di poesia e respiro vitale. Si tratta degli impressionisti capaci di cogliere quei linguaggi sottili e intensi che la natura esprime attraverso una pittura fondata sull’immediatezza e sull’effetto cangiante della luce, ma non solo, poiché hanno saputo immortalare aspetti legati alla vita quotidiana entro contesti privati e pubblici.
A Roma lo splendido Palazzo Bonaparte, fondato nel 1677, affacciato su Piazza Venezia e il cui nome deriva da Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone che vi abitò fino al 1836, accoglie quale prima mostra quella dedicata agli Impressionisti. In questo suggestivo edificio barocco, tra i palazzi più belli della Capitale, acquistato da Generali Italia e ristrutturato tra il 2017 e il 2018 conservando la bellezza di pavimenti veneziani, stucchi, affreschi settecenteschi (di cui è stata analizzata l’iconografia recentemente su About Art (Cfr https://www.aboutartonline.com/taddeo-kunze-a-palazzo-bonaparte-roma-francesco-petrucci-svela-lautentica-iconografia-degli-affreschi/ ) e decorazioni di pregio, è stata inaugurata lo scorso ottobre 2019 una importante mostra dedicata agli Impressionisti grazie anche al progetto Valore Cultura di Generali in collaborazione con Arthemisia, che ha dato il via al programma di esposizioni entro questi spazi di grande prestigio.
L’esposizione, “IMPRESSIONISTI SEGRETI” presenta opere dei protagonisti di questa corrente mai esposte in precedenza, gelosamente custodite nelle più prestigiose e inaccessibili collezioni private del mondo con opere mai concesse in precedenza, a firma di Monet, Gauguin, Renoir, Cézanne, Pissarro e molti altri.
Curata da due esperte di fama internazionale: Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi – sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet, e Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti, la mostra proietta lo sguardo e la mente del visitatore entro spazi aperti, densi di suggestioni dove protagoniste sono le atmosfere naturali, ma anche l’entusiasmo e il fervore della vita parigina in cui determinante è la resa della luce che suggerisce talora immagini in dissolvenza.
Il percorso espositivo presenta più di 50 opere distribuite in sezioni tematiche che vanno dal paesaggio legato alla natura al ritratto, dalle figure femminili agli ambienti cittadini, mettendo in luce le novità portate dalla pittura impressionista e il successivo movimento del Neoimpressiossmo.
Con la nascita dell’Impressionismo a Parigi nel 1874 presso lo studio del fotografo Nadar in occasione di una mostra di un gruppo di artisti in rivolta contro il gusto ufficiale, la pittura di paesaggio e non solo conobbe una svolta. La realtà quotidiana, da quella cittadina a quella più a diretto contatto con la campagna, il mare e il cielo dei dintorni parigini, viene osservata e ripresa “en plain air” in una sorta di compenetrazione visivo- emotiva, mettendo in risalto gli effetti della luce sugli esseri viventi e sulle cose e la frammentazione della pennellata.
Del movimento impressionista e della sua nascita si parla nella prima sezione “L’Impressionismo e il paesaggio” con Claude Monet, Pierre Auguste Renoir, Camille Pissarro, Edgar Degas, Alfred Sisley, Berthe Morisot, Armand Guillaumin e Paul Cézanne che hanno segnato la storia della pittura di paesaggio dell’Ottocento attraverso descrizioni di vedute, scorci, interni animati da scene capaci di suscitare una grande varietà di sentimenti.
Se da un lato si respirano atmosfere legate ad una natura ridente e romantica che commuove e regala attimi di felicità, dall’altro si avverte una sorta di inquietudine connessa ad immagini che rimandano a pensieri malinconici. Il paesaggio allora diventa strumento per esplorare una grande varietà di stati d’animo dove la luce, diffondendosi da un lato all’altro della tela, rivela il sentimento della natura. Così ad esempio accanto a “L’ile aux Orties”, (1897) di Monet, “Bougival” (1888) di Renoir e “Devant la psyché” (1890) di Morisot , sono “Tournant du Loing à Moret. Printemps” (1886) di Sisley e “Les grands hêtres à Varengeville” (1899) e “Au bord de la Seine à Paris. Le Pont-Marie vu depuis le quai d’Anjou” (1875 circa) di Pissarro.
La vita parigina è al centro della seconda sezione “Dipingere la vita parigina” dove alla Parigi con le sue luci e i suoi edifici, in piena rinascita industriale è dedicata in particolare l’opera di Gustave Caillebbotte che restituisce sulla tela l’immagine della folla nelle strade e nei viali, il trambusto cittadino. Sempre riferite alle atmosfere parigine, ma entro contesti più intimi legati alla famiglia e agli amici, sono le opere di Edouard Manet, Berthe Morisot ed Eva Gonzalès.
Alla pittura di figura si rivolge l’attività di Auguste Renoir la cui opera è al centro della terza sezione “Renoir, pittore di figure” in cui viene sottolineato come questo artista che ha realizzato circa 2000 ritratti essenzialmente di donne e bambini, avesse una straordinaria capacità nel restituire grazia e armonia alle figure, dando risalto alla trasparenza nel colore della pelle e alle emozioni e stati d’animo insite negli sguardi. Accanto ai ritratti di famiglia realizzati su commissione per famiglie della grande borghesia e aristocrazia francese, sono un buon numero di figure anonime restituite sedute o in piedi, a figura intera o mezzo busto, nell’atto di leggere o sognare. A riguardo citiamo “Tête de femme” (1887circa) e “Portrait de Madame Josse-Bernheim Dauberville (née Mathilde Adler)” del 1901.
Chiude il percorso un gruppo di artisti appartenenti al movimento del Neoimpressionismo nato nel 1886 anno in cui gli Impressionisti realizzarono la loro ultima e ottava mostra collettiva. Formatosi intorno alle figure di George Seurat e Paul Signac questa corrente diversamente dagli impressionisti presenta una tecnica che non mescola i colori sulla tavolozza, ma li accosta direttamente sulla tela sotto forma di piccole pennellate, tali da far sì che i colori così isolati si ricompongano a distanza sulla retina dell’osservatore. Manifesto di questa nuova corrente è proprio il dipinto di Signac “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande Jatte”. Accanto a Signac e Seurat sono Théo Rysselberghe, Henrì-Edmond Cross ed Emile Laugé che nel loro rigore de segno, in linea con gli Impressionisti fanno riferimento ai fatti e accadimenti della vita quotidiana, al colore e alla variazione della luce, il cui vibrare viene restituito attraverso tanti piccoli puntini.
La mostra “Impressionisti segreti” fa parte del progetto “L’Arte della Solidarietà” realizzato da Susan G Komen Italia e Arthemisia, insieme per portare bellezza anche nelle vite di chi è meno fortunato.
Così scrive in catalogo Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Social, Responsibility Generali Country Italia e Global Business Lines:
“Siamo molto felici di ospitare questa prima grande mostra realizzata nello Spazio Generali Valore Cultura a Palazzo Bonaparte. Un bene che grazie anche all’importante collaborazione di Arthemisia, diventa un polo di sviluppo per la comunità”.
Silvana LAZZARINO Roma 1 marzo 2020
“Impressionisti Segreti”
Palazzo Bonaparte Spazio Generali Valore Cultura, Piazza Venezia, 5 Roma
Orario: da lunedì a venerdì 9.00-19.00; Sabato e domenica 9.00-21.00
Prorogata al 3 maggio 2020
Per informazioni e prenotazioni: 06/8715111 Sito: www.mostrepalazzobonaparte.it