Raffaello e Caravaggio, nuovi spunti dai confronti con le ultime possibili citazioni.

di Claudia RENZI

CARAVAGGIO & RAFFAELLO, LA CITAZIONE CHE NON TI ASPETTI

Del Cristo nell’orto dei Getsemani di Caravaggio (1603, già Berlino, Gemäldegalerie des Kaiser Friedrich Museum – Fig. 1) si dispone attualmente soltanto di testimonianza fotografica:

1. Caravaggio, Cristo nell’orto dei Getsemani, già Berlino Kaiser Friedrich Museum 

il dipinto,  appartenuto al cardinale Benedetto Giustiniani e passato, alla morte di questi nel 1621, al fratello marchese Vincenzo – così come il San Girolamo identificato con il dipinto oggi a Monserrat (1605, Monserrat, Monastero di Santa Maria di Monserrat, Pinacoteca), la non identificata Maddalena (descritta come “nuda e scapigliata nel deserto”) e il Ritratto di Benedetto Giustiniani (1599-1600, coll. privata) – passò infatti per vendita nel 1815 dalla collezione Giustiniani al Kaiser Friedrich Museum di per poi finire ufficialmente distrutto durante un incendio nel 1945[1].

Il tema del dipinto è l’episodio evangelico della preghiera di Gesù nel giardino dei Getsemani, prima del suo arresto: angosciato per quello che sa che sta per compiersi, chiede ad alcuni apostoli (Pietro, Giacomo e Giovanni) di accompagnarlo e vegliare con lui, ma loro si addormentano[2].

1. Caravaggio, Cristo nell’orto dei Getsemani, part. 

Gesù li rimprovera più volte, e il momento rievocato nel dipinto sembra essere quello in cui “Li trovò addormentati che dormivano e disse a Pietro: «Simone! Dormi? Non sei stato capace di vegliare un’ora sola?».”[3]; Gesù infatti si china sulla statuaria figura di Pietro (Fig. 2) sussurrando qualcosa che sembra turbare l’apostolo fino a poco prima appisolato: le sue mani stanno, assieme alle parole, indicando idealmente a Pietro la strada che d’ora in poi dovranno seguire lui e gli altri apostoli, accompagnando le sue ultime istruzioni.

Tuttavia ritengo che il momento esatto fissato da Caravaggio sia piuttosto quello in cui Gesù “Venne la terza volta e disse loro:

«L’ora è venuta: ecco, il Figlio dell’Uomo è consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino.».”[4].

In questo senso credo infatti vada letta la luce proveniente da dx, non tanto quella che illumina la vegetazione al centro e che proviene dalla “falce di luna[5] che si intravede all’estrema dx, quanto quella che illumina, da diversa angolazione, le figure ovvero la luce delle torce dei soldati che Giuda sta conducendo dal Maestro:

Mentre parlava ancora ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo[6].
3. Leonardo, Vecchio seduto, Windsor, Royal Collection, 12579r

Nel dipinto, in pratica, è presente come in altre opere (ad esempio la Chiamata di Matteo, 1600, Roma, San Luigi dei Francesi) un’illuminazione “multipla” ed è possibile ravvisare “citazioni”, rielaborate, di opere precedenti.

Se per la figura di Pietro in primo piano la posa rimanda alla statuaria romana raffigurante divinità fluviali[7] e, a mio avviso, al profilo di un noto disegno di Leonardo (Vecchio seduto, Windsor, Royal Collection, 12579r Fig. 3), la posa del bellissimo Gesù chino – lo stesso modello che impersona Gesù in altre opere di Merisi – è presa quasi di peso da una figura che compare nel lato dx della Scuola di Atene di Raffaello (1509-11, Città del Vaticano, Palazzo Apostolico – Fig. 4[8]).

4. Raffaello, Scuola di Atene, Città del Vaticano, Palazzo Apostolico

Caravaggio in verità cita Raffaello in diverse occasioni (ad esempio, particolarmente nel ciclo Contarelli) ma, in questa sede l’intento è porre l’attenzione su un particolare personaggio presente sulla destra del celeberrimo affresco nel gruppetto di discenti che ascoltano Euclide (ritratto di Donato Bramante, parente di Raffaello, che si autoritrae sull’estrema dx vestito di nero) intento a osservare quanto egli traccia col compasso sulla tavoletta adagiata sul pavimento, ovvero il giovane leggiadro ed elegante dalla veste azzurra (sembra avere un mantello rosa ma si tratta, invece, della luce) che, mani avanti, si sporge per vedere meglio (Fig. 5).

5. Raffaello, Scuola di Atene, Città del Vaticano, Palazzo Apostolico (part.)

A parte qualche legittima variante sul tema – del resto, non ha artisticamente senso per un pittore “copiare” e basta – la fonte risulta palese: il richiamo è anzi estremamente puntuale, troppo per essere frutto del caso (Fig. 6).

6. Accostamento pose Gesù di Caravaggio nel Cristo nell’orto dei Getsemani e giovane di Raffaello nella Scuola di Atene

Per “replicare” una sagoma è pacifico che essa sia stata in primis disegnata e in seguito riportata, nelle dimensioni desiderate, sul nuovo supporto da dipingere già approntato, nel caso di dipinti a olio, con mestica: dunque va accettato che Caravaggio disegnasse, e fosse anzi pure piuttosto bravo, né ha fatto nulla per nascondere la fonte, l’ha anzi lasciata in qualche modo individuabile – con più facilità forse da parte di altri disegnatori e pittori quale la scrivente è – sebbene prima d’ora, a quanto mi risulta, nessuno l’avesse notato.

Raffaello era, com’è noto, un superbo disegnatore; Caravaggio, del quale sono dibattuti pochissimi disegni a lui attribuibili (fra cui soltanto uno con certezza[9]), era probabilmente altrettanto valido disegnatore ma, nel suo caso, sfortunatamente, non se ne può disquisire abbastanza.

© Claudia RENZI Roma, 26 maggio 2024

NOTE

[1] Per gli Inventari Giustiniani si rimanda a Luigi Salerno, The picture Gallery of Vincenzo Giustiniani I: Introduction, in: «The Burlington Magazine», CII, n. 682, 1960a, pp. 21-27; L. Salerno, The picture Gallery of Vincenzo Giustiniani II: The Inventory part I, in: «The Burlington Magazine», CII, n. 684b, 1960, pp. 93-104; L. Salerno, The picture Gallery of Vincenzo Giustiniani III: The Inventory part II, in: «The Burlington Magazine», CII, n. 685c, 1960, pp. 135-48; Silvia Danesi Squarzina, Caravaggio e i Giustiniani, in: Stefania Macioce (a cura di), Michelangelo Merisi da Caravaggio. La vita e le opere attraverso i documenti – Atti del convegno internazionale di Studi, Roma 5-6 ottobre 1995, pp. 94-122; S. Danesi Squarzina, The collection of cardinal Benedetto Giustiniani. Part I, in: «The Burlington Magazine», CXXXIX, n. 1136, 1997, pp. 766-791; S. Danesi Squarzina, The collection of cardinal Benedetto Giustiniani. Part II, in: «The Burlington Magazine», CXL, n. 1139, 1998, pp. 102-118; S. Danesi Squarzina, Caravaggio e i Giustiniani. Toccar con mano una collezione del Seicento, Milano, 2001. Per l’identificazione del ritratto del cardinale Giustiniani si veda almeno Gianni Papi Ritratto di cardinale (Benedetto Giustiniani?), scheda in: Gianni Papi (a cura di), Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze, 2010, pp. 110-2. Riassume la storia del Cristo nell’orto dei Getsemani Maurizio Marini, Caravaggio pictor praestantissimun, Roma, 2005, pp. 491-2 (scheda).
[2] Matteo, 26: 38-46; Marco 14: 32-42; Luca 22: 39-46; Giovanni, 18: 1.
[3] Marco, 14: 36.
[4] Marco, 14: 41-42.
[5] M. Marini, op. cit., p. 492.
[6] Matteo, 26: 47.
[7] S. Danesi Squarzina, op. cit., 2001, pp. 30-31.
[8] Per la cui iconografia si rimanda a Christop Luitpold Frommel, Raffaello. Le Stanze, Milano, 2017, con bibliografia precedente.
[9] Disegno che esamino nel saggio relativo al ciclo Contarelli che sto scrivendo.

BIBLIOGRAFIA

  • Christoph Luitpold Frommel, Le Stanze, Milano, 2017
  • Gianni Papi (a cura di), Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze, 2010
  • Gianni Papi, Ritratto di cardinale (Benedetto Giustiniani?), scheda in: Gianni Papi (a cura di), Caravaggio e i caravaggeschi a Firenze, 2010, pp. 110-2
  • Luigi Salerno, The picture Gallery of Vincenzo Giustiniani I: Introduction, in: «The Burlington Magazine», CII, n. 682, 1960a, pp. 21-27
  • Luigi Salerno, The picture Gallery of Vincenzo Giustiniani II: The Inventory part I, in: «The Burlington Magazine», CII, n. 684b, 1960, pp. 93-104
  • Luigi Salerno, The picture Gallery of Vincenzo Giustiniani III: The Inventory part II, in: «The Burlington Magazine», CII, n. 685c, 1960, pp. 135-48
  • Maurizio Marini, Caravaggio pictor praestantissimun, Roma, 2005
  • Silvia Danesi Squarzina, Caravaggio e i Giustiniani, in: Stefania Macioce (a cura di), Michelangelo Merisi da Caravaggio. La vita e le opere attraverso i documenti – Atti del convegno internazionale di Studi, Roma 5-6 ottobre 1995, pp. 94-122
  • Silvia Danesi Squarzina, Caravaggio e i Giustiniani. Toccar con mano una collezione del Seicento, Milano, 2001
  • Silvia Danesi Squarzina, The collection of cardinal Benedetto Giustiniani. Part I, in: «The Burlington Magazine», CXXXIX, n. 1136, 1997, pp. 766-791
  • Silvia Danesi Squarzina, The collection of cardinal Benedetto Giustiniani. Part II, in: «The Burlington Magazine», CXL, n. 1139, 1998, pp. 102-118
  • Stefania Macioce (a cura di), Michelangelo Merisi da Caravaggio. La vita e le opere attraverso i documenti – Atti del convegno internazionale di Studi, Roma 5-6 ottobre 1995