redazione
Respirare l’ombra è come toccare un corpo…
Mostra personale di Fernando Garbellotto nell’ambito di
ART CITY Bologna 2025 e ART CITY Bologna WHITE NIGHT
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REVE ART Gallery di Bologna è lieta di presentare la mostra personale di Fernando Garbellotto, intitolata “Respirare l’ombra è come toccare un corpo…”, un omaggio alla ricerca artistica e al legame inscindibile tra arte e scienza, che da sempre contraddistingue il lavoro dell’artista.
La mostra che si svolge nell’ambito di ART CITY Bologna 2025 in occasione di ARTEFIERA” ripercorre, in una sintesi cronologica dal 1984 a oggi, le tappe principali della carriera di Garbellotto attraverso oltre quaranta opere suddivise nei cicli più significativi della sua produzione: “Frattali, Frattali d’aria, Frattali di terra” (1989-2000) e “Reti frattali aeree, Reti frattali, Reti frattali rizoma”(2006-oggi).
Un viaggio tra scienza e arte
La ricerca di Garbellotto nasce da una fascinazione per la scienza, indagata nei suoi aspetti epistemologici e tradotta in un linguaggio artistico unico. Come scrisse Andrea Bruciati nella presentazione dell’antologica dell’artista a Palazzo Crepadona di Belluno (2012), testo da cui è mutuato il titolo di questa mostra:
“Un’opera d’arte si nutre di sensi e logica e da essi deriva: è un linguaggio basato su ciò che percepiamo e che, secondo la scienza attuale, è molto diverso dalla realtà. La realtà atomica delle cose, di un oggetto, di un dipinto, di una scultura, di un foglio di carta è uno spazio nel quale si aggirano sistemi di particelle che poco hanno in comune con l’apparenza di ciò che vediamo e tocchiamo…”.
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Questa riflessione guida l’intera produzione dell’artista, che esplora l’invisibile e lo traduce in materia, geometria e forme pittoriche. Garbellotto è noto infatti soprattutto per aver approfondito e assimilato la scienza teorica facendo sua la figura geometrica dei frattali, scoperta nel 1975 da Benoît Mandelbrot. Su questa ha costruito negli anni un metodo preciso, ineludibile: ripetendo e sommando opere consimili, è riuscito a traslare il proprio bagaglio di nozioni scientifiche al contesto artistico e, nello specifico, alla Pittura. Questo gli ha concesso agli occhi del pubblico una qualifica identitaria con cui si definisce e riconosce il campo d’azione, proprio e unico, del suo stesso peculiare “dipingere”.
Le opere in mostra
I mezzi di espressione artistica con cui Garbellotto si è confrontato negli anni non rientrano esclusivamente nella pittura e lo dimostra facilmente il succedersi dei cicli esposti realizzati utilizzando tecniche molto diverse tra loro.
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Se i frattali d’aria – che nascono con l’intento di descrivere, in una dimensione di scala frattale molto piccola, il mondo aereo che ci circonda – sono costituiti da leggerissime forme velate di colori acrilici all’acqua che sovrapponendosi, su fondo a volte scuro a volte chiaro, danno vita a tonalità monocrome differenti, i frattali di terra – dove l’indagine si sposta al mondo solido, terrestre – sono delle sovrapposizioni di intrecci di fili di sabbia realizzate con un composto acrilico e vinilico fatto cadere, con una frustata di pennello, sulla sabbia asciutta precedentemente distesa a velo sulla tela.
Le reti frattali poi, con esiti formali che si diversificano leggermente nel corso degli anni, diventano il tema sul quale si concentrerà l’artista dal 2006 in avanti. Quelle aeree (2006-2009) sono fettucce di tela, precedentemente trattata, dipinta e tagliata, che vengono annodate tra loro. Ognuna è unica nel suo genere perché non hanno forma fissa, sono libere di fluttuare e vengono generalmente presentate come installazioni aeree pendenti dal soffitto dello spazio espositivo.
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Dal 2009 Garbellotto monta invece le proprie reti su telai, normalmente sovrapponendone tre/sei, ora monocrome ora con variazioni cromatiche.
Arte, scienza e attualità
Il tema della mostra appare di straordinaria attualità. In un’epoca segnata da crisi globali – pandemie, guerre, emergenze ecologiche e diseguaglianze – Garbellotto offre una prospettiva che unisce razionalità e creatività, portando lo spettatore a riflettere sul ruolo della scienza e sulla necessità di recuperare fiducia in un futuro costruito dall’uomo, non affidato al caso o a credenze irrazionali.
Le opere di Garbellotto oscillano tra rigore scientifico ed emotività, tra logica e intuizione. Le sue reti frattali, in particolare, veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi ma dall’interazione tra essi, incarnano un linguaggio universale, capace di superare pregiudizi, di oscurare dubbi e di aprire alla comprensione delle relazioni profonde che legano tra loro tutti gli elementi del mondo vivente.
Questo infatti è il tema sul quale Garbellotto, ormai da decenni, concentra la sua ricerca, la RETE che può ormai essere considerata il simbolo che meglio rappresenta e sintetizza questi nostri ultimi anni. La percezione del mondo vivente come rete di relazioni rende il ragionare in questa prospettiva la caratteristica fondamentale del pensiero sistemico. L’avvento del “pensiero a rete” infatti sta condizionando il modo di intendere e di descrivere la lunga storia della conoscenza scientifica che oggi, con l’avvento della relatività e della fisica quantistica – responsabili del crollo delle colonne portanti di Galileo e di Newton – viene vista come una rete flessibile di relazioni di conoscenza che si produce autonomamente e non più come il tetragono edificio del sapere. Il pensiero a rete, inoltre, sta conquistando una posizione sempre più centrale per la comprensione dell’ecologia profonda, intesa come studio delle indissolubili relazioni che legano tra loro tutti gli abitanti del pianeta, siano essi appartenenti al regno vegetale che a quello animale. “Il mondo – conclude l’artista – non è altro che la rete di queste interazioni”.
Luogo: REVE ART Gallery, via Dal Luzzo 4 Bologna, fino al 16 Febbraio
Informazioni: info@reveartgallery.com
Orari:
martedì 11 febbraio – domenica 16 febbraio 15:00 – 19:00
Ufficio Stampa
Emanuela Filippi | Eventi e Comunicazione +39 392 3796688