di Maria Grazia BERNARDINI
Il 1° dicembre 2022 è stato presentato il restauro dell’altare del transetto sinistro nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Grazie al supporto dell’associazione “Mecenati della Galleria Borghese – Roman Heritage Onlus”, impegnata nella lodevolissima attività di promozione, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico non solo della Galleria Borghese ma anche dei musei e monumenti della città di Roma (come ha ribadito Riccardo Lattuada durante la presentazione), si è potuto effettuare il restauro dell’altare, costituito dalla pala raffigurante la Sacra Famiglia con gli strumenti della Passione di Bernardino Mei, i due grandi angeli in marmo, di Giovanni Antonio Mari e di Antonio Raggi.
Il restauro ha interessato tutte le altri parti decorative: la cornice in marmo Africano, il paliotto e il pavimento in marmi policromi, le quattro porte laterali in trompe l’oeil con le loro cornici, sovrapporte e cartigli con incisioni.
L’altare rientra nel vasto intervento risalente agli anni 1655-1659, voluto dal papa Alessandro VII, volto a risistemare e rinnovare l’interno della chiesa di Santa Maria del Popolo dove si trovava la cappella di famiglia del pontefice, la cappella Chigi, opera di Raffaello e completata da Giovan Lorenzo Bernini.
Oltre a dare ordine all’interno della navata, le cui pareti erano affastellate di lapidi poste in modo confuso, maggior luce e un aspetto più ordinato e di maggiore visibilità, Bernini elaborò un nuovo apparato decorativo costituito da una serie di figure distese sul cornicione che corre al disopra delle arcate nella navata centrale e progettò il rinnovamento degli altari dei transetti e le cantorie dei due organi.
L’intervento di restauro, eseguito da Artificia Consorzio (Carola Tavazzi e Gabriella Caterini per i marmi, Susanna Sarmati per il dipinto, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma), ha avuto il grande merito di restituire una nuova leggibilità al complesso dell’altare.
Pulito dallo strato di sporco, polveri e depositi vari, l’insieme ha riacquistato luminosità: si evidenzia il contrasto tra la cromia brillante dell’apparato decorativo e della pala e il nitore del marmo bianco dei due angeli reggicornice, il gioco raffinatissimo dei motivi a girali in stucco bianco su fondo giallo del fregio sotto il timpano, l’ornato dei marmi nel pavimento su cui si staglia il grande ramo di quercia, figura araldica della famiglia Chigi. La pulitura ha permesso di notare dettagli che prima sfuggivano sotto il velo di sporcizia che ottundeva le superficie annullando la varietà cromatica.
Risaltano le braccia e le mani dei due angeli di marmo bianco che si protendono sulla cornice di marmo Africano; si apprezzano la dolcezza del modellato dell’angelo di Antonio Raggi e nello stesso tempo la dinamicità della figura avvolta da un ricco panneggio che sembra mosso dal vento; si notano le nubi sopra le quali si innalzano i due angeli e che rimandano immediatamente agli Angeli del ponte Sant’Angelo.
Si è potuto anche constatare in modo evidente la differenza stilistica tra la scultura di Giovanni Antonio Mari, che appare statica e misurata, in linea con la sua cifra stilistica che caratterizza le sue opere, come la Santa Barbara del Duomo di Rieti o le due sculture raffiguranti la Sant’Orsola e la Santa Cecilia nella navata della stessa chiesa di Santa Maria del Popolo, e la scultura di Antonio Raggi.
L’artista, considerato da Bernini uno dei suoi più validi aiuti, rispecchia più fedelmente l’arte del maestro e segue un modellato più articolato, più mosso così che le sue opere appaiono dinamiche e vibranti, sebbene il suo stile sia caratterizzato da una dolcezza che lo distingue dall’arte di Bernini.
L’aspetto ritrovato dell’altare del transetto sinistro fa immaginare il progetto iniziale di Bernini, che aveva previsto sul cornicione della navata centrale una serie di angeli, poi sostituiti dalle figure di sante vergini. Gli angeli della navata, a cui si sarebbero aggiunti gli angeli dei due altari del transetto e gli angeli della cantorie dell’organo, avrebbero creato la suggestione di una apparizione celestiale, una gloria angelica che avrebbe conferito alla struttura architettonica della chiesa, severa nelle sue linee quattrocentesche, una nuova leggerezza e un tocco scenografico tipico dell’arte barocca.
Un’ulteriore novità offerta dal restauro è stato il ritrovamento della firma di Bernardino Mei sulla pala d’altare e la data 1659. Erano dati noti, grazie alla messe di documenti ritrovati e pubblicati che hanno permesso di ricostruire le vicende costruttive dell’altare in modo dettagliato, ma è comunque una conferma importante.
Ci auguriamo che l’associazione o direttamente la Soprintendenza intervenga ora sull’altro altare, quello del transetto destro, che ospita la pala di Giovanni Maria Morandi raffigurante la Visitazione sorretta dagli angeli eseguiti da Arrigo Giardè e Ercole Ferrata sotto la guida e il controllo di Giovan Lorenzo Bernini, che lascia nella chiesa il suo segno inconfondibile.
Maria Grazia BERNARDINI Roma 11 Dicembre 2022