di Massimo PULINI
Biennale Disegno 2024. Quarta edizione
Dopo la casa, il tavolo, i pensieri, le carte e i progetti si ritorna nuovamente al Viaggio, a mettere un passo dopo l’altro perché senza l’incontro la vita sembra come sospesa, rimandata ad un tempo indefinito. Ciò che si è immaginato, le traiettorie e le sequenze sulle mappe, da mondo in scala ridotta torna ora alla proporzione naturale, alla dimensione sociale che, unita a quella simbolica, ci distingue e identifica come esseri umani.
Per queste e altre ragioni abbiamo pensato che, dopo due battute d’arresto, il tema più appropriato per far ripartire la Biennale Disegno fosse quello del Viaggio.
Usciamo da un periodo che per la prima volta e in simultanea, ha fatto percepire a tutti una dimensione distopica, straniante. Ci ha fatto vivere in un film di fantascienza, nel quale gli uomini erano scomparsi dalle città, come se una silenziosa bomba avesse trasformato in scenografie deserte i nostri luoghi sociali.
Nella stagione di mezzo il gruppo di studio della Biennale Disegno ha operato sull’Archivio, sugli oltre cento disegni donati dagli artisti al Museo della Città di Rimini, ma ha lavorato anche sull’idea di Arca, per un’arte che sappia farsi filosofia di un nuovo salvataggio dei tre regni: animale, vegetale e minerale.
Siamo allora curiosi di conoscere quel che hanno prodotto gli artisti in questo tempo epocale, ma anche quello che, nei secoli passati, hanno espresso prima, durante e dopo il loro andare. Tutto questo, nella miscela che si produce ponendo una mostra accanto all’altra, diviene oggetto principale della quarta rassegna internazionale del disegno.
In passato ogni biografia d’artista, dopo le coordinate di geografia e di storia che ne fissavano la nascita in un luogo e in un tempo, dando spesso merito a qualche personalità locale di aver fornito il primo apprendistato al mestiere, la vera scelta che cambiava la vita e lo stile ai giovani artisti era il viaggio. I soggiorni nelle capitali dell’arte, in quei densissimi crocevia del pensiero, che fossero Roma, Firenze e poi Parigi o New York, hanno fornito il lievito alla fioritura delle personalità più geniali.
L’innesto dunque, come nella coltivazione delle piante da frutto, produce da sempre lo sviluppo di culture inedite, dalla forma e dal carattere inaspettato. Incontrare e comprendere il valore e i metodi degli altri, dell’altro da sé, equivale per ogni artista ad accedere a nuovi patrimoni di sapienza, ma questo vale per ognuno, qualunque sia la propria traiettoria di ricerca o di esistenza.
Nel recente passato, abbiamo compreso che poteva considerarsi un viaggio anche uscire a passeggio col cane, anche raggiungere l’edicola, ma la cronaca ci ha risvegliato dal torpore ricordandoci la questione dell’esodo, del fatto che qualcuno viene ancora oggi sfollato di forza dalle proprie case. L’iconografia della famiglia in viaggio durante la Fuga in Egitto e la parallela Strage degli innocenti sono tornate ad essere realtà crude e concrete.
Tra questi due sproporzionati opposti si estende un ventaglio di declinazioni che tocca i terreni della scoperta e della classificazione, tocca il progetto e la memoria, la geografia e la storia, investendo la verticale e l’orizzonte.
La Quarta edizione della Biennale Disegno pone rilievo a fondi e collezioni, pubbliche e private, che conservano nuclei monografici o antologie che permettono di declinare al meglio questi temi. Dall’Accademia Reale di San Fernando di Madrid alla Collection Regional Francaise de Picardie. Dall’Istituto Centrale per la Grafica di Roma alla Biblioteca Piancastelli di Forlì. Dai taccuini di un petit tour di Felice Giani a quelli orientali di Davide Benati. Dalle tavole inedite di Lorenzo Mattotti ai libri cesellati di Vito Capone. Dai disegni antropologici dell’Océanie alle premonizioni fantascientifiche di Samuele Grassi che mostrano una Rimini sommersa. Dai disegni originali della Rosa di Bagdad, il primo cinema italiano d’animazione, a quelli che fecero la straordinaria stagione grafica dei Carteles, i manifesti che da Cuba davano un nuovo volto ai film di tutto il mondo. Dai disegni narrativi e sentimentali di Simone Massi (in fertile collaborazione con Cartoon Club), alle gemme della Collezione Rivi, che incorniciano in forma antica i maestri degli anni Cinquanta e Sessanta. Dal viaggio di Thayaht, che agli inizi del Novecento immaginava il suo futuro come presente, fino al rinnovarsi del Cantiere Contemporaneo del Disegno, che offre quest’anno prestigiose presenze internazionali.
Di certo la stagione in cui il Grand Tour equivaleva ad un romanzo di formazione può dirsi la stella polare di questa ripartenza, ma le declinazioni dell’argomento sono quanto di più personale possa immaginarsi nelle immagini.
Si dispiega, nei luoghi principali della città di Rimini, un itinerario dell’anima che dalle visioni naturali di grotte e cascate passa alle vedute cittadine di Roma o di Napoli, così come, sul finire del Settecento, dalla navigazione interrotta della Westmorland, il cui ricchissimo bottino d’arte venne predato dalla marina francese e venduto al re di Spagna, scaturisce un inedito viaggio nel tempo regalandoci, ancora intatta, la massima documentazione del Grand Tour medesimo, con bauli di musica mai più ascoltata, dipinti, disegni e innumerevoli libri di incisioni di Piranesi.
Questo diffuso laboratorio di studio e di piacere, offerto dalla Quarta edizione della Biennale Disegno, conferma una vocazione d’accoglienza della città di Rimini, che da approdo balneare ha sempre cercato in sé il senso di una trasformazione, di una continua incursione nell’immaginario. Infine va detto che tale sequenza di viaggi del pensiero e della creazione è idealmente opposta a tutte le guerre in corso, che invece si attestano come insensati viaggi di distruzione e di autodistruzione.
Massimo PULINI Rimini 28 Aprile 2024