di Francesco MONTUORI
Migranti su about
M.Martini – F. Montuori
LA CHIESA DEL SANTO ANICETO
Il palazzo Altemps riserva numerose opere eccezionali; oltre al teatro Goldoni, visitando il palazzo si scopre l’esistenza di una cappella – chiesa dedicata a sant’Aniceto, ricca di affreschi e di opere d’arte (fig.1).
Il palazzo fu abitato da numerosi prelati, molti fra loro di nobile lignaggio. Fu per questo motivo che venne creata una vasta cappella privata a cui si accede dal salone delle feste del piano nobile del palazzo.
La cappella o chiesa era dotata di una cupola e di una sacrestia entrambe affrescate. Essa fu elencata fra le chiese di Roma per la sua ricchezza e per il privilegio di custodire, in una dimora private, le spoglie di Aniceto, uno dei primi pontefici della città (fig.2).
La cappella del palazzo Altemps fu utilizzata fin dal ‘400; vi abitò’ Raffaele Riario; quindi il cardinale di Bologna Giovanni Stefano Ferreri nel 1503; il cardinale di Volterra Francesco Stoderini nel 1511; infine Innocenzo Cybo prese in affitto il palazzo. Nel 1568 l’edificio divenne proprietà’ del cardinale austriaco Marco Sittico Altemps che fece nuovi lavori condotti da Martino Longhi il Vecchio. Il cardinale realizzò nel palazzo due straordinarie raccolte: la biblioteca altempsiana e la collezione di sculture antiche.
Fu qui che nel 1851 Maria Altemps sposò Giulio Harduin; fu qui che la figlia Maria conobbe Gabriele d’Annunzio; fu nella cappella-chiesa di sant’Aniceto che fu celebrato il loro matrimonio.
Alla chiesa di sant’Aniceto si accede dal piano nobile del palazzo; la chiesa fu eretta dal nipote di Marco Sittico, Giovanni Angelo. Giovanni Angelo era nato orfano in quanto il padre, Roberto Altemps, era stato condannato alla pena capitale per adulterio da papa Sisto V; Giovanni Angelo modificò le vicende della vita di sant’Aniceto, inventandosi il martirio per decapitazione, come viene illustrato nelle pitture della chiesa di palazzo Altemps. Sopra la cornice di raccordo con la volta a botte della cappella si svolge una singolare processione: alcuni angeli portano le palme e gli strumenti del martirio; nella volta, decorata da Polidoro Mariottini, si svolge la gloria di sant’Aniceto, circondato da angioletti che portano la croce, la spada, le chiavi pontificali e quattro nastri inscritti in oro (Fig.3, La cupola della Cappella e Fig. 4, La volta della Cappella affrescata dal Pomarancio).
Aniceto proveniva da Emesa in Siria. In quegli anni a Roma era particolarmente ascoltata la predicazione di Marcione; nei primi anni del suo episcopato Aniceto contrastò i movimenti filosofici erigendosi a difensore della fede apostolica fino ad essere martirizzato. Le reliquie di sant’Aniceto furono concesse agli Altemps dal cardinale Aldombrandini, divenuto papa con il nome di Clemente VIII;
esse furono solennemente traslate nella cappella di palazzo Altemps il 28 ottobre 1604 data dell’inaugurazione della chiesa (fig.5) ma ancora nel 1618 si eseguirono nuovi lavori di finitura dei dipinti della cappella, delle tarsie marmoree del presbiterio, la doratura degli arredi, le decorazioni del coro (fig.6).
Nel 1775 Giovan Francesco Fiori fece i lavori per l’annessione di alcune casette; la volta fu inglobata nel palazzo così che la cappella del Crocifisso protende il suo abside a sbalzo con mensole di travertino sul vicolo dei Soldati.
Si accede alla chiesa di sant’Aniceto dalla sala maggiore del palazzo, la sala delle Feste; l’accesso avviene tramite un piccolo nartece che ha sulla sinistra la scala di accesso alla sovrastante cantoria, originariamente occupata da un organo.
La spazio rettangolare della chiesa e’ suddiviso da un arcone su due colonne dal capitello corinzio; la copertura della santa sala e’ a botte a tutto sesto; il ciclo di affreschi parietali della navata e’ dovuto ad Antonio Cicognani detto il Pomarancio (figg. 7 e 8).
Dall’ingresso della chiesa muove la processione degli angeli raffigurati nella volta a botte affrescata da Polidoro Mariottini con la gloria di sant’Aniceto; presso l’arcone si apre un oculo con la grata dorata per far giungere i canti all’ambiente sovrastante.
Sul lato sinistro della chiesa di sant’Aniceto, san Carlo Borromeo scelse di vivere in tre ambienti che, fin dalle origini, costituivano il suo ritiro. Uno degli ambienti e’ la sua cappella personale con la gloria dei martiri, ornata dallo stemma di Marco Sittico Altemps. Oggi il corpo di san Carlo Borromeo, uomo santo e severo, grande protagonista della Controriforma, e’ custodito nel cuore del Duomo di Milano (fig.9).
Francesco MONTUORI Roma 27 Marzo 2022